Politica - Dibattito
Verona cosa sta incubando? Quale sicurezza?

di Sergio Paronetto

Ringraziamo Sergio Paronetto, di Pax Christi Verona, per averci messo a disposizione questa sua lettera inviata all’Arena di Verona.


Tanti discorsi centrati solo sulla sicurezza contro gli “stranieri”, enfatizzati da trasmissioni televisive dove il nostro sindaco è sempre presente, stanno innalzando il conflitto emotivo tra i cittadini, stanno aprendo o alimentando ferite. La vera sicurezza è quella “umana”, relazionale, fondata non solo sulla giusta repressione dell’illegalità ma su un progetto di convivenza radicato nell’intreccio diritti e doveri, su processi di integrazione e di interazione (di cui si parla poco). E’ sempre bene ricordare che la legge è uguale per tutti. Spesso a Verona ci si sta dimenticando le grosse illegalità che producono vera insicurezza. Ad esempio, le diffuse violenze in famiglia contro le donne, provocate da parenti, amici e conoscenti. Una recente tesi di laurea, citata dal suo giornale, osserva che Verona è al sesto posto in Italia per violenze particolarmente crudeli in famiglia.

Poca preoccupazione provoca anche la grande criminalità. Dopo Tangentopoli, ancor oggi i meccanismi della corruzione coinvolgono politica, affari, burocrazie, gruppi riservati. Nel maggio 2005, sono state emesse 19 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di personalità influenti per bancarotta fraudolenta, falsità in bilancio, falso documentale, abuso d’ufficio. Nonostante l’allarme della Confesercenti, pochissimi evidenziano la navigazione di Verona in “mafiopoli”: il 23 ottobre abbiamo avuto alcuni arresti riguardanti il riciclaggio del denaro sporco, il collegamento con cosche mafiose, con narcotrafficanti e con l’’ndrangheta (“Arena” 24 ottobre2007). Il procuratore Papalia ricorda da tempo l’infiltrazione di capitali di mafia nel tessuto economico della città, gli investimenti sospetti o illegali nei grandi appalti, il traffico di stupefacenti, il silenzio o la distrazione delle banche, la falsificazione dei bilanci societari, gli abusi d’atti d’ufficio, il pagamento del pizzo, l’usura.

Recentemente, ad Assisi, mons. Bregantini (molto conosciuto anche a Verona dove ha lavorato) ha riproposto l’esperienza calabrese delle "comunità libere", ha rilanciato “percorsi nonviolenti” di lotta alla criminalità. E’ una tematica decisiva anche per Verona. E’ in gioco la civiltà del diritto. Pena il dominio della logica del più forte, del più ricco, del più furbo che ci porterebbe o alla rassegnazione e al cinismo, o alla rabbia disperata e impotente o alla creazione di facili "capri espiatori" su cui scaricare le nostre paure e il nostro vuoto di socialità, il nostro “razzismo sociale”. E’ forte, infatti, la tendenza a trasformare il povero in criminale.

L’ha evidenziato anche l’ultimo editoriale del giornale diocesano “Verona fedele”. Chi ostenta la foto di Benedetto XVI dietro la sua scrivania ha letto la “Deus caritas est”? Leggerà il messaggio pontificio per la Giornata mondiale della pace del primo gennaio 2008 che avrà come titolo”Famiglia umana, comunità di pace”? Ha visto il documento delle parrocchie di Borgo Roma “Non c’è sicurezza senza comunità”?

Cosa stiamo incubando? Verona si è ritirata dal Collegamento degli Enti locali per la pace, sta eliminando il “Municipio dei popoli”, ha abolito il premio Enzo Melegari (presidente del Movimento Laici America latina scomparso da pochi anni, in onore del quale sono stati premiati Chiara Castellani, don Luigi Adami e mons. Bregantini). Anche questa è Verona che è stata sede negli anni Ottanta e Novanta del movimento “Beati i costruttori di pace”!.

Anche queste sono le nostre radici!. Anche il nostro patrono, San Zeno, esprime una “veronesità”, quella che collega direttamente Verona a un contesto universale (“cattolico”), come faranno poi Nicola Mazza, Daniele Comboni e tanti altri grandi veronesi dotati di ampio respiro culturale e umano. Alcuni di essi sono stati ricordati l’altro giorno all’Università a conclusione del ciclo tematico “Dall’Adige al Nilo: la passione scorre ancora”. C’erano molti giovani. Un buon auspicio. Shalom.



Venerdì, 07 dicembre 2007