Elezioni politiche. Cosa conviene fare?

di Michele Boato

[Ringraziamo Michele Boato (per contatti: micheleboato@tin.it) per questo intervento, rielaborazione di un’intervista che verra’ pubblicata su "Azione nonviolenta" di aprile 2008.

Michele Boato e’ nato nel 1947, docente di economia, impegnato contro la nocivita’ dell’industria chimica dalla fine degli anni ’60, e’ impegnato da sempre nei movimenti pacifisti, ecologisti, nonviolenti. Animatore di numerose esperienze didattiche e di impegno civile, direttore della storica rivista "Smog e dintorni", impegnato nell’Ecoistituto del Veneto "Alexander Langer", animatore del bellissimo periodico "Gaia" e del foglio locale "Tera e Aqua". Ha promosso la prima Universita’ Verde in Italia. Parlamentare nel 1987 (e dimessosi per rotazione un anno dopo), ha promosso e fatto votare importanti leggi contro l’inquinamento. Con significative campagne nonviolente ottiene la pedonalizzazione del centro storico di Mestre, contrasta i fanghi industriali di Marghera. E’ impegnato nella campagna "Meno rifiuti". E’ stato anche presidente della FederConsumatori. Gia’ apprezzato assessore regionale del Veneto. Con Mao Valpiana e Maria G. Di Rienzo ha promosso l’appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e’ scaturita l’assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l’ecologia, il femminismo e la nonviolenza". E’ una delle figure piu’ significative dell’impegno ecopacifista e nonviolento, che ha saputo unire ampiezza di analisi e concretezza di risultati, ed un costante atteggiamento di attenzione alle persone rispettandone e valorizzandone dignita’ e sensibilita’. Per le elezioni politiche dell’aprile 2008 e’ capolista della lista "Per il bene comune" in Veneto e prestigioso candidato di sostegno in altre regioni. Tra le opere di Michele Boato: ha curato diverse pubblicazioni soprattutto in forma di strumenti di lavoro; cfr. ad esempio: Conserva la carta, puoi salvare un albero (con Mario Breda); Ecologia a scuola; Dopo Chernobyl (con Angelo Fodde); Adriatico, una catastrofe annunciata; tutti nei "libri verdi", Mestre; nella collana "tam tam libri" ha curato: Invece della tv rinverdire la scuola (con Marco Scacchetti); Erre magica: riparare riusare riciclare (con Angelo Favalli); In laguna (con Marina Stevenato); Verdi tra governo e opposizione (con Giovanna Ricoveri). Un’ampia intervista a Michele Boato curata da Diana Napoli e’ apparso nei nn. 157-158 di "Voci e volti della nonviolenza"]


Ed ecco le elezioni politiche, purtroppo truccate: il cittadino non puo’ scegliere chi eleggere, ma solo ratificare le scelte delle burocrazie centrali; i partiti gia’ presenti in parlamento sono avvantaggiati; gli spazi televisivi e sulla stampa sono scandalosamente disuguali, ecc. Nell’area nonviolenta ci sono vari orientamenti: c’e’ chi votera’, turandosi il naso, per "il meno peggio" e chi si asterra’ per sfiducia o protesta. Ma c’e’ anche chi, come me, tenta disperatamente di tenere aperto uno spazio di speranza, al di la’ di qualsiasi chiacchiera sul "voto utile" (utile a fare la nuova base di Vicenza? la Tav? il Mose? gli inceneritori? i rigassificatori? utile ad aumentare le spese militari? a fare la guerra in Afghanistan? a fare nuovi aeroporti e tagliare ancora i treni dei pendolari? a rilanciare la chimica di morte a Marghera?).

*

La lista civica "Per il bene comune"

Dopo l’assemblea su "Crisi politica, abisso tra palazzo e popolo: cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?", che abbiamo convocato a Bologna il 2 marzo, ho deciso di sostenere la lista "Per il bene comuneî, candidandomi come capolista in Veneto, ed anche, come supporto, in Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Puglia, Sicilia e Sardegna.

Non e’ un partito, ma una specie di lista civica nazionale, un semplice "contenitore" di candidati e candidate espresse da comitati e movimenti locali che si impegnano per una miglior qualita’ della vita e dell’ambiente, contro inceneritori, rigassificatori, chimica del cloro ecc., per una mobilita’ intelligente, per la riduzione dei rifiuti, in difesa degli animali, della campagna e della montagna.

Non c’e’ alcun "voto utile" da dare a chi, per fare da diga al cavaliere ne copia programmi e candidati (generali, falchi di Confindustria, banchieri) ne’ mi suscita alcuna emozione l’assemblaggio di quattro burocrazie che sta sotto il nome di "sinistra arcobaleno".

Nella lista "Per il bene comune", oltre ad un programma incarnato da un candidato premier come Stefano Montanari (protagonista della lotto contro gli inceneritori e fiero contestatore delle ripetute bugie di Veronesi sulla salubrita’ di inceneritori ed Ogm), c’e’ un Codice etico che impegna, per esempio, al versamento della meta’ del rimborso elettorale alle associazioni e movimenti impegnati nella difesa di salute e ambiente e al mantenimento di contatti pubblici e periodici tra eletti ed elettorato. Si puo’ trovare nel sito www.perilbenecomune.net

*

Liste elettorali della nonviolenza

La nonviolenza, l’ecologismo di donne e uomini, hanno bisogno di una propria presenza nelle istituzioni (dai Comuni al Parlamento) autonoma ed indipendente, che, partendo dal lavoro di movimento, e potenziandolo, non affidi ad altri la rappresentanza istituzionale.

Con l’assemblea di Bologna e’ iniziato un processo reale verso liste della nonviolenza dell’ecologia e del femminismo, che prevede una seconda tappa sabato 19 aprile, sempre nella sala sindacale della stazione di Bologna. "Per il bene comune" e’ uníoccasione che ci e’ stata offerta (e alcuni di noi hanno deciso di non buttare via) perche’ puo’ essere un valido contributo al consolidamento di una rete di realta’ locali che decidono di essere anche un soggetto politico indipendente, sia per elezioni amministrative, che regionali, politiche o europee (nel 2009).

Dall’assemblea di Bologna e’ uscito un "manifesto" con alcuni contenuti programmatici (decrescita, democrazia diretta, de-militarizzazione, societa’ aperta), alcune regole di comportamento (non arricchimento attraverso la politica, democrazia reale nei rapporti tra elettori ed eletti, nonviolenza anche nel linguaggio, 50% donne e 50% uomini) e primi elementi organizzativi per una rete che funzioni e cresca: mailing list, lettura ed uso del quotidiano telematico "La nonviolenza e’ in cammino", incontri periodici, nazionali o per aree geografiche, con obiettivi ben definiti, iniziative comuni di impatto, capacita’ di mobilitazione rapida in caso di emergenze).

*

Un programma politico della nonviolenza

Ecco alcuni elementi minimi di un programma ecologista, femminista e nonviolento:

1. Riduzione drastica delle spese militari, causa di danni morali, economici, alla democrazia in Italia e all’estero.

2. Smantellamento delle basi Usa e nucleari in Italia.

3. Smantellamento di portaerei, bombardieri e qualsiasi altro armamento esclusivamente offensivo.

4. Creazione di un Corpo civile di pace a livello europeo.

5. Fuoriuscita dalla dipendenza da combustibili fossili e dalle emissioni di gas serra con un Piano ciclopico di Energie rinnovabili (basato soprattutto su solare termico e coibentazione edilizia).

6. Citta’ a misura di bambini/e donne e anziani e percio’ anche portatori di handicap.

7. Societa’ aperta alle diverse culture degli immigrati, col reciproco rispetto di regole di convivenza e dei diritti delle donne.

*

Attuare la "sovranita’ popolare" voluta dalla Costituzione

Il sistema parlamentare, come quello dei consigli comunali, provinciali e regionali deve tendere alla rappresentanza proporzionale di tutte le espressioni dei cittadini, come lo e’ tuttora il sistema elettorale per il parlamento europeo. Va eliminato il senato-fotocopia della camera, vanno drasticamente ridotti gli stipendi di parlamentari e consiglieri regionali (uno scandalo unico al mondo). Non mi pare invece opportuno ridurre il numero dei deputati, perche’ cosi’ i partiti minori non potrebbero piu’ essere rappresentati. Vanno istituiti i referendum propositivi e decisionali almeno a livello di comuni e regioni, come succede, con grandi risultati di democrazia, nei Cantoni svizzeri.

Gli statuti comunali dovrebbero prevedere la parola ai cittadini nella prima ora di ogni consiglio e un sistema di consultazione telematica (con regole molto chiare) per le decisioni piu’ importanti.

Serve inoltre un rafforzamento delle associazioni e dei comitati, una loro interlocuzione sistematica con le istituzioni (locali e non solo) in modo che aumentino la loro comprensione dei problemi, la capacita’ di elaborazione di proposte alternative e di confronto con i limiti della tecnica e delle risorse economiche.

In questo modo la politica puo’ diventare patrimonio di tutti ed essere arte del governo della cosa pubblica, non degli interessi di piccole caste.

Tratto da
Notizie minime de
La nonviolenza è in cammino


proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini.
Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

Arretrati in:
http://lists.peacelink.it/

Numero 405 del 25 marzo 2008



Mercoledì, 26 marzo 2008