Politica
Strane coincidenze

di Rosario Amico Roxas

Devo premettere che non credo alle coincidenze occasionali, specie quando si ripetono e coinvolgono istituzioni che regolamentano e programmano azioni, parole, interventi, circostanze, senza lasciare nulla al caso, magari cercando di far apparire gli eventi programmati e studiati come una occasionale coincidenza.
Mi riferisco in particolar modo al rapporto tra la Chiesa e lo Stato italiano e a tutta una serie di coincidenze che, messe insieme, tale non appaiono.

• Cominciamo con l’incontro tra il pontefice Benedetto XVI e il sindaco di Roma Veltroni; l’intervento del papa fu assolutamente fuori luogo e fuori tema. Il diritto, come vescovo di Roma, di sollecitare maggiori attenzioni ai gravi problemi che investono la città, non lo nega nessuno; si potrebbe trattare di una sollecitazione. Ma l’intervento fu tale da far strombazzare i quotidiani legati alla poco mistica figura di Berlusconi e affermare testualmente: “Il Papa è contro Veltroni” (Il Giornale, organo ufficiale della famiglia Berlusconi); mentre il gruppo consiliare al Comune della città manifestò la propria opposizione al sindaco facendosi forte delle parole inadeguate del pontefice. E’ chiaro che si trattò di uno sfruttamento abusivo delle parole papali, e così venne chiarito dall’organo ufficiale del vaticano “Osservatore romano”, ma dopo due giorni e dopo che da parte di tantissimi fedeli (tra cui il sottoscritto) furono fatte pervenire alla redazione del quotidiano note di protesta e richiesta di chiarimenti. Coincidenza ?

• Passata la tempesta… ne scoppia un’altra provocata dall’invito del Magnifico Rettore dell’Università “La sapienza”, rivolto al pontefice di partecipare ufficialmente alla inaugurazione dell’anno accademico. Furono tutti i precedenti nei quali si era ritrovato Benedetto XVI a scatenare le rimostranze di quanti esigono la laicità del sapere; solo da pochi giorni Benedetto XVI aveva affermato la liceità del processo a Galileo, con una involuzione dialettica che non lasciava sperare in un proficuo incontro. Alle rimostranze di un gruppo di professori e di una sparuta rappresentanza degli studenti, il Vaticano rispose annunciando la rinuncia del Pontefice. Tale rinuncia provocò una ulteriore presa di posizione in difesa del Papa, proprio dalle medesime persone che si sono scoperte da pochissimo fedeli osservanti delle leggi e delle regole confessionali. Si parlò di una figuraccia dell’Italia di fronte al mondo, di una vittoria concessa agli estremisti, di una perdita di dignità etc.etc. Il pulpito da dove veniva la predica non era credibile, si erano pronunciati i soliti Fini, Casini, Berlusconi, Bondi, Calderoli, Brambilla, ai quali non si può certo attribuire una vita eticamente in linea con gli insegnamenti della Chiesa. Ma ritenne di intervenire il cardinale Bagnasco, il capo della CEI, per affermare che la rinuncia del pontefice fu provocata da una richiesta del governo, o di un invito a rinunciare, cosa il pontefice “avrebbe fatto a malincuore”. Ecco scatenarsi di nuovo la polemica contro il governo a favore della libertà del pontefice di parlare al suo popolo della fede. E contro la censura che il governo avrebbe effettuato. Risulta, invece, che il pontefice parla quando vuole, come vuole e le sue parole sono ripetute, la sua immagine mostrata, praticamente ogni giorno nei vari telegiornali; una presenza molto più costante e significativa di quella di Alba Parietti, che è l’opinionista di punta di “Porta a porta”. Coincidenza ?

• Nel corso del medesimo discorso su citato, il cardinale Bagnasco ha identificato l’Italia come una nazione ridotta a brandelli, ridotta in coriandoli; una nazione che necessiterebbe di un governo stabile, entrando in affari che non sono di competenza delle Conferenza Episcopale Italiana, non sono di competenza del cardinale Bagnasco, non sono di competenza del Vaticano né del pontefice; intervento preso al balzo dai soliti personaggi proprio nel momento in cui il governo veniva messo in grave difficoltà dalla defezione (direi piuttosto dal tradimento) del curialista Mastella. Ovviamente anche questa una coincidenza!

Quello che piuttosto emerge è una deriva della nomenclatura vaticana verso posizioni corporative (lontanissime dal corporativismo della Rerum Novarum) di stampo liberista. Posso affermare ciò anche dall’esordio di un nuovo quotidiano “Liberal” di ispirazione forzista, che propone una lezione magistrale, nella quale si cerca di far passare il liberismo alla Berlusconi come la traduzione laica del Magistero sociale della Chiesa, senza che l’Osservatore Romano abbia minimamente cercato di chiarire, alla luce dei pontefici che hanno “fatto” il magistero sociale della Chiesa, le analogie emerse tra sistema comunista, padre del materialismo e il sistema liberista che ha generato il capitalismo, padre di un peggiore materialismo, rappresentato dal consumismo e dal materialismo edonista.

Il discorso non può terminare qui, perché bisognerà seguire le evoluzioni cui stiamo andando incontro, nelle quali non è marginale l’intervento del Vaticano.


Rosario Amico Roxas



Giovedì, 24 gennaio 2008