Ci precederanno nel regno di Dio

di Alessio Di Florio

"In verità vi dico: i pubblicani e le prostitute vi precederanno nel Regno di Dio. Infatti è venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto, i pubblicani e le prostitute gli hanno creduto. Voi, pur vedendo, neppure dopo vi siete piegati a credere"
(Matteo 21,31-32)


Queste sono le parole del Vangelo che domenica scorsa sono risuonate in tutte le Chiese. Sono giunte nelle orecchie di tantissimi italiani. Probabilmente anche di molti politici(Fini, Berlusconi, Casini, Giovanardi, Rutelli, Binetti, Bobba e tanti altri ...) del Parlamento italiano. E di giornalisti, opinionisti, brava gente, ciellini e tanti altri.

Le prostitute, pronte ad ascoltare la Parola, precederanno ricchi, notabili, farisei nel Regno dei Cieli. Per Cristo non importa chi sei o quale posto occupi nella società.

Apriamo ora i giornali degli ultimi mesi. Pagine e pagine sulla tolleranza zero nei confronti delle prostitute, dei rom e dei sinti("non esisteranno più Giudei o Greci, schiavi o liberi e tutti saremo uguali in Cristo"), dei mendicanti("gli ultimi saranno i primi") ... Il Tg1 riuscì addirittura a trasmettere in prima serata la telecronaca di una caccia al transessuale, tifando ed esaltando l’esempio dei bravi cittadini che aiutavano le forze dell’ordine nel loro operato a difesa dell’ordine pubblico. Tutti i telespettatori hanno potuto vedere i bravi cittadini inseguire per i campi, strattonare, trascinare per i capelli come fossero sacchi di farina, prendere a calci e botte coloro che ci ’precederanno nel Regno dei Cieli’.

Ma in questi mesi nessuno, tranne poche lodevoli eccezioni, ha avuto il coraggio di pronunciare il termine sfruttamento. Nessuno dei grandi opinionisti televisivi, dei celebri editorialisti dei maggiori quotidiani o dei nostri valenti politici. Ci ha provato, ma solo per i bimbi mendicanti, la Lega Nord per pochi giorni. Poi si è accorta che interessava altro ai mass media ed è passata oltre. Anche perché si correva il rischio di sancire il dovere di tutelare i diritti di figli di rom e sinti, un’abominio per i ’sacri difensori delle radici cristiane dell’Europa’.

Non si è avuto il coraggio di denunciare il turpe mercato del sesso a pagamento, delle ragazze (sempre più giovani, quasi bambine) costrette da criminali senza scrupoli. Sarebbero stati costretti, come recentemente ha denunciato Alex Zanotelli, a rivelare anche chi alimenta questo mercato. Si sarebbero accesi i riflettori sui figli della buona borghesia, sui padri di famiglia, sui notabili delle grandi città, sulle eminenti personalità istituzionali che ogni sera arricchiscono le casse dei ’magnaccia’.

Quelle ragazze sfruttate, e poi additate al pubblico disprezzo, precederanno tutti nel Regno dei Cieli. Dio, che non giudica secondo le apparenze umane, ha scelto quelle ragazze per aprirgli le porte del Regno.

Non si è avuto neanche il coraggio di chiedere scusa all’anonima ragazza nigeriana di Parma, sbattuta nel freddo e nel buio di una cella, sporca, terrorizzata, brutalizzata da un abuso di Stato sul suo corpo e sulla sua dignità. Ma Dio le renderà giustizia, il giorno nel quale le aprirà le porte e consolarla delle sue sofferenze. Lei precederà i suoi aguzzini, i farisei della buona società parmense che l’hanno sfruttata sulla strada e coloro che l’hanno umiliata quella notte.

Precederà tutti Emanuela, ragazza assassinata nell’aprile dell’anno scorso a Pescara. Uccisa almeno tre volte, da chi ha sempre ripetutamente calpestato la sua dignità, dal suo assassinio e da chi ha sbattuto la sua morte sulle pagine dei giornali, senza nessun rispetto del suo dramma e della sua dignità. Sulle pagine dei giornali Emanuela divenne una prostituta transessuale al centro di torbidi intrighi. La sua vita, la sua intimità fu sbattuta e umiliata sui giornali. Ma Emanuela era una donna e la sua vita personale, il suo passato, appartenevano soltanto a lei. I giornali e le Tv, interessati solo all’audience e alle vendite, restarono totalmente indifferenti al dramma di una donna costretta a vivere di prostituzione, calpestata nella propria dignità intima e personale da quella vita che odiava.


"Dio di misericordia/il tuo bel Paradiso/l’hai fatto soprattutto/per chi non ha sorriso/per quelli che han vissuto/con la coscienza pura"
Preghiera in Gennaio, Fabrizio Dé Andre



Lunedì, 29 settembre 2008