manifestazione PD Roma 25 ottobre
CIRCO MASSIMO AL MASSIMO.

di Enrico Peyretti

Era proprio al massimo, il Circo Massimo. Pieno come non l’ho mai visto. Dicono due milioni e mezzo. Dopo, ai treni, alle ricerca di un metodo scientifico di colcolare le folle, qualcuno parla di tre persone per m2. Mi sembra esagerato. Sarebbe la densità di un tram zeppo, tutti in piedi. Direi, da una a due per m2. Al Circo Massimo, sui due pendii, eravamo seduti sull’erba e i passaggi erano rari e difficili, da pestarsi. Lo sa il mignolo del mio piede sinistro. Nel prato, in piedi, erano forse più serrati. Altri ancora, molti, nei viali adiacenti. Bene Veltroni, bene gli interventi precedenti, sul razzismo, sulla scuola. Ritornello di Veltroni: "L’Italia è migliore della destra che la governa". Bello, ma è vero? L’Italia, temo con Gobetti ("fascismo autobiografia della nazione"), è di destra, perché sente il privato, nel migliore dei casi il familiare, il paesano, il provinciale, non sente la società grande, l’umanità, che è la misura della giustizia, non sente lo stato di diritto, sente la democrazia quasi solo come rivendicazione. Certo, una minoranza resiste, e salva l’onore del nostro popolo. Questa minoranza migliore ha avuto due volte di recente l’occasione di governare, e l’ha sprecata due volte. Il fascismo gli italiani lo accettarono in pieno - ci volle la guerra per ripudiarlo - non credettero alla ridicola retorica nazionalistica, ma apprezzarono i modi muussoliniani spicci e cinici, fino alla violenza, di liquidare i problemi. Che sono i modi di Berlusconi. Bene ha parlato Veltroni su questi modi, ma non ha toccato la politica internazionale, salvo il riferimento all’Europa. Non ha detto che l’Italia è in guerra, in Afghanistan. Un po’ posso capirlo, dato l’oggetto della manifestazione e il momento, ma non lo giustifico. La politica nazionale non deve mai prescindere dal mondo intero, specialmente ora, che forse un vento gira. Così, non basta opporre il buon senso riformista, senza un riferimento alto, ideale, alla giustizia della libertà, perché la libertà sia giusta. Sì, un ideale che va combinato col realismo responsabile, ma un ideale alto, che sia di guida al realismo. Se la sinistra sbriciolata, che si azzuffa come i galletti di Renzo, sapesse affiancare e stimolare il centrismo del PD, senza saltare fuori dalla gradualità storica. In questi spirito sono andato al Circo Massimo col Pd, seza essere del PD, ed anzi suo critico. Ho portato alta la bandiera della pace, come pochi altri. Ancora due note: alcuni diffondevano una striscia di carta nera con la scritta: "Il razzismo ci rende insicuri". Sbagliato! Rende insicuri e minacciati gli immigrati! Noi, ci rende selvaggi, barbari. Patetico: vicino a me, diversi con una maglietta rossa che riproduce il Quarto Stato e la scritta "Resistere" ripetuta tre volte. Gli dico: "Quelli non pensavano di resistere. Pensavano di avanzare". Siamo realisti: ora almeno resistiamo!

E. P.



Martedì, 28 ottobre 2008