Politica
Dal cavallo al cavaliere

di Rosario Amico Roxas

Gaio Giulio Cesare Germanico, detto Caligola per via delle scarpe che indossava,  fu imperatore di Roma e tra gli imperatori il più eccentrico, infatti nominò senatore il suo cavallo preferito e così governò.

In questo momento di grandissima confusione, quando le idee sono lontanissime dall’essere chiare, recepiamo la notizia, sotto forma di sollecitazione o invito, diffusa dall’entourage del ministro degli Esteri D’Alema, seconda la quale emergerebbe l’ipotesi di “governare con il cavaliere”.

Non più con il cavallo, ma con il cavaliere in persona.

Un inciucio stomachevole camuffato da stato di necessità.

Un compromesso che non può essere “storico” ma che si prospetta come “economico”.

Dopo Veltroni, che ha abboccato al tranello chiamato dialogo, che gli ha teso il cavaliere, adesso si appresta ad abboccare anche D’Alema, ripetendo la figura di tonno già collaudata da Veltroni.

Al popolo italiano i cinque anni di governo Berlusconi non sono bastati per risultare vaccinato  e immunizzato contro progetti autoritari; non sono bastati per capire la differenza tra interesse pubblico e interesse privato; non sono bastati per distinguere gli ominicchi dai politici; non sono bastati per evidenziare una politica liberista, corporativa, tutta protesa alla difesa degli interessi del capitalismo più accentuato da una politica sociale in grado di programmare uno sviluppo equilibrato dell’economia.

Piuttosto che cedere all’inciucio bisognerebbe parlare con il popolo italiano e far capire l’evidenza contro l’apparenza, i fatti contro le promesse, i programmi in alternativa agli slogan.

Viene privilegiata la strada più breve, ignorando che porta al dirupo.

Come si fa a non capire che con  un qualsiasi accordo con Berlusconi, questi è capacissimo di sfilare ai neo-alleati le mutande, per poi denunziarli per atti osceni in luogo pubblico.

Berlusconi si farà pregare, ma se i vertici, e solo i vertici, del PD, insisteranno, allora cederà per quel suo “amore di patria” e per aderire all’invito del vaticano di unione solidale.

Dopo di che chiederà, finalmente, una legge che regolamenti il conflitto di interessi, a suo uso e consumo, ma che risulterebbe realizzata dal PD; chiederà la regolamentazione delle TV, sempre sottoscritta dal PD; chiederà di accogliere tutte le richieste degli USA, ivi compreso la disponibilità delle basi italiane, colme di testate nucleari; chiederà lo scardinamento della giustizia in modo da trasformare i magistrati in elevatori di multe per divieto di sosta; chiederà l’impunità retroattiva per i “perseguitati”  dalla magistratura; chiederà sanatorie fiscali per gli amici evasori, magari con restituzione di quanto è stato loro fatto pagare; chiederà tutto ciò che una mente perversa può immaginare.

Se ci apprestiamo a questa resa senza condizioni, significa che manca la capacità o la volontà di contrastare gli illeciti, magari per ottenere una maggiore distrazione intorno a scheletri nell’armadio.

Ma gli italiani che lavorano, faticano, costretti a diete obbligate, scheletri nell’armadio non ne hanno ; non si capisce perché debbano  accettare l’offerta gratuita del governo al cavaliere, per sanare situazioni che non ci riguardano.

 

Rosario Amico Roxas



Domenica, 27 gennaio 2008