Il papa e Roma capitolina

di Aldo Antonelli

Giorgio Busato, da Roma mi scrive questo messaggio:
Ecco, ci mancava solo la ramanzina sul degrado!
Forse che Roma non vive gli stessi problemi (per me un pò meno) delle altre grandi città del mondo? Forse che non era degradata negli anni 50 e 60 quando i palazzinari democristiani filo vaticani ne hanno fatto scempio, e una buona parte della sua popolazione (infinitamente più di adesso) era baraccata?
Si può discutere Veltroni come capo partito, ma dire che la città è allo sbando è falso, nè si può negare l’impegno di questa amministrazione verso il sociale: incremento di posti negli asili nido, (ho due figli e lo vivo), assistenza ai disabili, aiuto agli emarginati. Non parlo per sentito dire: vivo da 12 anni a Roma, ne ho vissuti 5 a Milano e quasi 2 a Londra!
Certo il compito è immenso, ma forse qualcuno pensa che gli esclusi a cui il papa dice di essere tanto attento starebbero meglio sotto un sindaco alla fini o gentilini?
Perchè il papa tace sullo scempio degli asili chiusi agli immigrati irregolari? Può un papa trasformarsi nel capo d’opposizione?
Povera chiesa e poveri noi cristiani!
Giorgio Busato

Ecco la mia risposta:
Caro Giorgio,
hai proprio ragione.
In Vaticano imperano, ormai indisturbati,
i lazichenecchi dell’intolleranza e del sopruso,
i mercenari della Nuova Armageddon,
i curiali dell’intrigo e del carrierismo,
i nostalgici dell’amarcord ante e anticonciliare.
Le loro incursioni e le loro razzie sono fatte proprie da un papa che scambia il proprio studio per "mondo/universo" e le proprie, relative costruzioni mentali per "Verità di Dio".
Niente di buono sul ristretto orizzonte dei sacri palazzi.
Preferisco andare oltre, e respirare il grande respiro della chiesa delle capanne e delle discariche.
Preferisco respirare l’aria che respira il dio delle stalle più che l’incenso del dio della cattedrali.
Ho molti amici che lottano, al di qua e al di là della cortina del benessere, con i sognatori di e con i lottatori per un mondo diverso.
Mi sento di loro.
Sono con loro.
Da lì, la mia speranza.

Aldo



Sabato, 12 gennaio 2008