Politica
Cada il governo della guerra e della corruzione.

Cessi ogni complicita’ con i partiti delle stragi e delle ruberie. Si costruisca la sinistra della nonviolenza


di Giobbe Santabarbara

Il governo della guerra e della corruzione merita di cadere, e merita di cadere perche’ e’ il governo della guerra e della corruzione. Ovvero perche’ ha violato la Costituzione, ha proseguito la guerra e contribuito alle stragi, ha avallato e sostenuto il razzismo, ha continuato in pratiche ecocide che cooperano alla devastazione della biosfera a danno dell’umanita’ intera e, infine, ha mantenuto pratiche di corruttela e saccheggio.
Il governo della coalizione eletta con i voti di chi si opponeva a Berlusconi si e’ rapidamente berlusconizzato. Il governo della coalizione eletta coi voti di chi si opponeva alla guerra e al riarmo si e’ rapidamente allineato alla guerra e al riarmo. Il governo della coalizione eletta coi voti di chi difendeva la Costituzione ha subito violato e sfregiato la Costituzione. Il governo eletto coi voti delle persone e dei movimenti che si oppongono ai poteri criminali, al regime della corruzione, alla devastazione e distruzione della biosfera e del pubblico bene, ha subito caratterizzato la sua azione in continuita’ con le scelte che implicano la devastazione e distruzione della biosfera e del pubblico bene, che implicano l’eternizzazione del regime della corruzione, che implicano il rafforzamento dei poteri criminali: una politica estera caratterizzata dalla guerra in Afghanistan, guerra che e’ terrorista e alimentatrice di terrorismo, guerra che favoreggia i signori della droga e le mafie transnazionali, e’ una politica a vantaggio dei poteri criminali; una politica interna sull’immigrazione e sui diritti sociali che perseguita i poveri e gli oppressi e li lascia in balia delle mafie, dei trafficanti e degli schiavisti, e’ una politica a vantaggio dei poteri criminali.
Questo governo e la coalizione parlamentare che lo sostiene, e i partiti politici che compongono l’uno e l’altra, hanno violato la Costituzione e si sono collocati fuori e contro la legge fondamentale del nostro ordinamento giuridico.
Questo governo e la coalizione parlamentare che lo sostiene, e i partiti politici che compongono l’uno e l’altra, hanno avallato e attuato una politica criminale, assassina, stragista, terrorista.
Questo governo e la coalizione parlamentare che lo sostiene, e i partiti politici che compongono l’uno e l’altra non possono rappresentare una sinistra che voglia essere sinistra, cioe’ che abbia alla sua base la scelta della solidarieta’ che tutti gli esseri umani raggiunga, la scelta dell’uguaglianza di diritti tra tutti gli esseri umani, la scelta della democrazia come impegno comune per il bene comune, la scelta della giustizia come responsabilita’ di tutti e di ciascuno per la civile convivenza, la scelta della legalita’ come inveramento del criterio del rispetto della liberta’ e della dignita’ di ogni essere umano.
Occorre prenderne atto.
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E prendendone atto si pone la necessita’, urgente, di costruire una rappresentanza istituzionale della sinistra adeguata ai compiti dell’ora, che fronteggi la catastrofe delle organizzazioni che pretendevano di rappresentare le classi oppresse ed invece si erano gia’ prostituite al regime dello sfruttamento e della corruzione entrando a farne parte.
Occorre una rappresentanza istituzionale della sinistra che si organizzi sulla base della scelta della nonviolenza, come criterio rigoroso, come scelta nitida e intransigente, come fedelta’ all’umanita’.
Occorre organizzare le forme pratiche che consentano alla sinistra della nonviolenza di entrare nelle istituzioni e portare nelle istituzioni il punto di vista, il criterio, il progetto, le proposte e l’azione concreta della nonviolenza. Queste forme si compendiano in una essenziale: la costruzione di liste elettorali della sinistra della nonviolenza.
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Liste elettorali della nonviolenza presa sul serio: ovvero rigorosamente antimaschiliste ed antipatriarcali. Ovvero rigorosamente antimilitariste ed antiriarmiste. Ovvero rigorosamente ecologiste ed antitotalitarie. Ovvero rigorosamente socialiste e libertarie.
Ci sono in Italia movimenti sociali, ci sono esperienze organizzate, c’e’ un blocco storico gia’ pronto a questo passo? Noi crediamo di si’. Ma questo soggetto non sta che in minima parte nei movimenti che si autoproclamano nonviolenti (e tra i quali ben pochi lo sono con sincerita’ d’intenti e
profondita’ di riflessione), e’ soprattutto fuori di essi.
E’ nonviolenza in cammino la vicenda, la ricerca e la lotta dei movimenti delle donne: li’ e’ il soggetto storico centrale, li’ e’ la forza motrice del percorso che qui si propone.
E’ nonviolenza in cammino la resistenza delle classi oppresse al modo di produzione dello sfruttamento: e questa tradizione va ereditata e inverata nel progetto che qui si propone.
E’ nonviolenza in cammino la mobilitazione sociale in difesa dell’ambiente di cui viviamo, della biosfera di cui siamo parte: e questa cultura e questa prassi, questa ormai lunga e luminosa storia di resistenza e di coscienza, e’ parte integrante della proposta che qui si formula.
E’ nonviolenza in cammino la resistenza alla guerra e al razzismo.
E’ nonviolenza in cammino la lotta contro ogni potere mafioso.
E’ nonviolenza in cammino l’azione individuale e collettiva perche’ i valori supremi scritti nei principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana cosi’ come nella Dichiarazione universale dei diritti umani si inverino qui e adesso in azione politica, in organizzazione sociale, in ordinamento giuridico effettualmente cogente.
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Non si potra’ fermare il degrado delle istituzioni, la degenerazione nel crimine e nel razzismo, il disastro sociale e morale, la deriva anomica e totalitaria, se non si organizza una sinistra politica della nonviolenza che nelle istituzioni entri con tutta la propria forza e capacita’ propositiva.
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La nonviolenza non e’ mera pedagogia, non e’ mera testimonianza, e meno che mai e’ mero insieme di tecniche o peggio generica e astratta aspirazione ed esortazione: la nonviolenza e’ essenzialmente lotta politica per obiettivi politici.
La nonviolenza e’ volonta’ di piu’ ampia democrazia, e’ impegno politico diretto senza deleghe e senza rinvii.
La nonviolenza e’ in cammino.
Oggi in Italia si pone la necessita’, l’urgenza, dell’ingresso della nonviolenza nelle istituzioni per combattere contro il crimine dei potenti e per governare la cosa pubblica secondo il criterio della difesa e della promozione dei diritti e della dignita’ di tutti gli esseri umani.
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Occorre abbandonare ogni pigrizia e ogni rassegnazione, occorre rompere ogni subalternita’ e ogni ambiguita’, occorre uscire dall’apatia e dall’esitazione, dalla minorita’ e dall’irresolutezza.
Ma non basta opporsi alla corruzione guerrafondaia e razzista ministeriale.
Occorre opporsi anche alla corruzione squadrista e militarista di parte - piccola ma rumorosa, e assai vezzeggiata dai mass-media dominanti - dei cosiddetti "movimenti". La nonviolenza non puo’ essere alleata di personaggi ed organizzazioni palesemente irresponsabili e violentisti. La nonviolenza o si propone in modo nitido e intransigente, o viene annichilita.
Tante personalita’ che vengono spacciate per "nonviolente" (e gia’ questa aggettivazione e’ grottesca: nessuna persona e’ "nonviolenta", ma ogni persona puo’ essere amica della nonviolenza - la nonviolenza e’ un cammino, non uno stato; un esperimento esistenziale e politico, non un’essenza pretesamente incarnata) negli scorsi anni e ancora in questi mesi hanno compiuto atti di vilta’ e di complicita’ ripugnanti. Non sono loro i nostri compagni di lotta.
Liste elettorali della sinistra della nonviolenza possono essere promosse solo da chi in questi anni si e’ opposto alla guerra e al militarismo; solo da chi in questi anni si e’ opposto alle ideologie e alle prassi del maschilismo e del patriarcato che portano al femminicidio; solo da chi in questi anni non si e’ lasciato corrompere. Poiche’ chi si e’ prostituito una volta al potere assassino e’ probabile che messo alla prova lo fara’ ancora.
Chi non ha ceduto e’ probabile possa ancora e ancora resistere, e schiudere la via a un’alternativa che inveri la legalita’ costituzionale, i diritti umani, e che almeno contrasti in modo nitido e intransigente la guerra, le stragi, il terrorismo, il razzismo, le mafie, l’ecocidio, il femminicidio.
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Allo studio e al lavoro, dunque.

Tratto da
Notizie minime de
La nonviolenza è in cammino


proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini.
Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

Arretrati in:
http://lists.peacelink.it/

Numero 343 del 23 gennaio 2008



Mercoledì, 23 gennaio 2008