Politica
La paura del buio

di Rosario Amico Roxas

SI tratta di una strana sensazione di insicurezza che attanaglia i bambini perché non vedono ciò che li circonda; nel buio c’è il mistero, l’ignoto; tutto scompare, anche gli oggetti più noti, le persone più care. Il buio rappresenta il nulla.
C’è un’antica paura, ancestrale, nei popoli arabi verso il “magreb”, cioè verso l’Occidente, perché è l’Occidente che ingoia il sole e spinge avanti le tenebre, con i suoi pericoli e i suoi misteri.
Adesso questa antica paura del buio sta attanagliando il PD, che preferisce rinchiudersi nella sua torre d’avorio, nelle sue poche certezze, pur di non aprirsi alle ipotesi che, erroneamente, interpreta come il buio della notte.
Corre da solo alle elezioni anticipate, ignorando che non si tratta di una gara dove al secondo arrivato viene consegnata la medaglia d’argento.
Certo l’esperienza di coalizione con le ali estreme della sinistra radicale non ha dato grandi frutti, ma peggiori sono stati i frutti della coalizione dei sedicenti “centristi”che sono tali solo perché al centro della loro politica, delle loro azioni, delle loro scelte, mettono al centro se stessi.
Il governo Prodi è caduto per le transumanze che ora tocca a Berlusconi dipanare.
Possiamo affermare con sollievo che il centro-sinistra si è liberato di De Gregorio, antesignano delle transumanze, retribuito con 600.000 euro che dovrebbero finanziare una fantomatica Associazione per gli italiani all’estero. Ci siamo liberati di Mastella che oggi pretende un seggio “sicuro” anche per la consorte. Ci siamo liberati di Dini e di tutti i guai giudiziari che coinvolgono la moglie. Ci siamo anche liberati di Turigliatto, il più coerente politico che ha sempre dimostrato di essere privo di ogni sia pur minima cultura di governo, che ha interpretato il ruolo parlamentare come una barricata, dalla quale combattere contro tutto e tutti, alla luce dell’unica richiesta Trotskysta “Vogliamo tutto e subito” ottenendo “nulla e per sempre”.
Alla luce di queste esperienze il PD, senza interpellare la base che ha partecipato alle primarie, decide di “correre da solo”. Il ragionamento è masochista: “L’harem di alleati ha creato difficoltà, alcuni hanno tradito, altri hanno ricattato, altri ancora minacciano, allora mi castro, così non ce n’è per nessuno !!!!”
C’è la promessa di Berlusconi che intanto invita ad una campagna elettorale soft (nessuno dovrà parlare degli eventi di cronaca nera che hanno contrassegnato questi ultimi anni della politica italiana), quindi, sicuro di vincere facile, ecco la condiscendente proposta di inserire nel suo governo anche il PD; i vertici del PD ignorano la saggezza latina:. "timeo Danaos et dona ferentes".
Berlusconi non cede e non concede nulla se non c’è il tornaconto personale; sa già che non potrà imporre le sue scelte personalistiche, così vuole coinvolgere i più ambiziosi a cavare per lui le castagne da fuoco.
Un incontro chiarificatore e programmatico con la sinistra si rende oggi indispensabile, ma alla luce di una piattaforma concisa, nella quale siano esposti i principi salienti da sviluppare, in ottemperanza alle priorità, alle urgenze e ai bisogni del popolo che ha scordato di essere sovrano.
Una piattaforma per la governabilità del paese.
Ma se nella sinistra, che non è stata determinante per la caduta del governo Prodi, il PD intravede il buio che ossessiona e genera ataviche paure, quelle paure stimolate da Berlusconi che è arrivato a sostenere che i comunisti cinesi, al pari di tutti i comunisti del pianeta, mangiano i bambini, ma prima li fanno bollire. Se si fa avanzare l’ombra dell’uomo nero, del lupo cattivo, del mostro con tante teste, senza discernere o saper discernere i valori politici da quelli mediatici, allora si procederà all’ autocastrazione, quindi, ridotti all’impotenza, consegneremo l’Italia non ad una politica liberista, capitalista, sfruttatrice del lavoro che considera merce e non valore, bensì ad un uomo, che ha già ampiamente e con i fatti documentato di rappresentare il vero pericolo e il vero attentato alla libertà e alla democrazia.

Rosario Amico Roxas



Mercoledì, 06 febbraio 2008