Politica - Dibattito
Dal buco della serratura

di Rosario Amico Roxas

La mia età è quella nelle quale si guarda il passato con disincanto e più che ricordi emergono rimpianti; volgendo lo sguardo al futuro non si trovano sogni o speranze, ma solo nuvole grigie che destano preoccupazione anche per le generazioni che stanno crescendo e che guardiamo con amore misto alla sofferenza del dubbio.
Rimpianti anche per la politica che fu, quando uomini di grande valore si rimboccarono le maniche programmando la ricostruzione dell’Italia, ridotta ad un campo di battaglia degli sconfitti.
I tempi erano duri, così i "duri" scesero in campo; il dibattito politico era acceso, vivo, sentito; si trattava di imboccare una scelta irreversibile, quella scelta della quale oggi noi godiamo con le libertà delle quali troppo spesso abusiamo.
La politica si leggeva nei giornali, si ascoltava nei comizi, si seguiva nei resoconti parlamentari e si partecipava con passione.
Oggi i tempi sono squallidi, conseguentemente sono gli squallidi a scendere in campo, ma non si tratta di un fatto limitatamente italiano, coinvolge anche le nazioni con tradizioni più affermate delle nostre.
Oggi la politica non si legge più, non si analizza più, non si verifica più, la si guarda dal buco della serratura, intrufolandosi nelle alcove degli squallidi diventati potenti, ma rimasti squallidi incapaci di gestire il potere al servizio del popolo e concentrano le attenzioni al proprio orticello e alla propria garconniére.
Sono proprio i politici di vertice, quelli che più comandano, che forniscono gli esempi più volgari e meno esaltanti, come la trasformazione della Farnesina, sede della politica estera italiana, in un bordello da 200 euro a prestazione.
Oppure quel dirigente RAI che accetta di essere identificato come un mezzano di sesso a pagamento, perché chiamato a fornire donnine per "sollevare il morale del capo".
Ai tempi della politica un leader non si sarebbe mai fatto scoprire con cinque vallette in cerca di notorietà e di arrotondamento del salario, mentre giostra un inequivocabile torneo con premio in natura.
Un altro non avrebbe riempito le cronache del gossip raccattando lo scarto di un altro squallido personaggio fuoruscito dall’Italia per evitare la galera, solo per soddisfare voglie da suburra.
Da questa pozzanghera emerge la nuova politica, il vento della novità che si materializza in una svampita, capace solo di esibire la biancheria intima, esaltando i guardoni, ma non impressionando certo quanti ancora attendono la politica vera.
Anche il panorama internazionale lascia perplessi; le preoccupazioni più importanti sembrano essere diventate quelle di scaldare le lenzuola dell’alcova con la miss di turno, come se si trattasse di una conquista dello Stato sociale.
I popoli hanno i governanti che meritano.
Ma veramente siamo caduti tanto in basso da meritare proprio questo tipo di governanti ?



Domenica, 13 gennaio 2008