Belle Chiacchiere da NATO

di Doriana Goracci

Il New York Times non è un giornaletto ma la voce autorevole dell’America, quella stessa che il 22 marzo 2007 scriveva una sua ipotesi afghana:"l’Italia non ha agito da sola per Mastrogiacomo".Tra giornalisti e politici forse se la intendono.

Anche se ce ne sono, di giornalisti, come tale Beppe Severgnini, che vivono negli States e dicono che: "Noi italiani abbiamo come mai prima d’ora il nostro destino tra le mani" e di politici come Walter Veltroni che dichiara:"E ’un paese che ha perso un po’ della sua fiducia nel futuro...C’ è più paura che speranza." Che parole potenti!

Di potente rimane la capacità di convincerci che siamo un paese pacifico, che non vuole guerre, che ha sempre dato asilo persino agli ebrei mentre eravamo fascisti, e oggi ai musulmani che magari sono terroristi.

Quasi quasi in questa immagine di un’Italietta ridotta a cerentolare in Europa, si solletica quell’autorironia che invoglia l’italiano giusto e medio, a sorridere in poltrona e a riconoscere che se non ci fossero stati gli americani, a quest’ora chissà quale sbobba avrebbe mangiato.

Nel 2004 sono entrati nella Nato sette paesi est europei e si è fatta dopo una vera e propria Rifondazione dell’Alleanza, si è anche ben bene fatto capire non solo all’Europa e all’Italia ovviamente, che corriamo dei pericolosissimi pericoli a non "trasformarci insieme" in quell’esercito che rispetta e tutela le minoranze del mondo, vale a dire noi stessi, principi e cenerentole dell’Occidente. Il ruolo di rilevo l’Italia se lo è appena preso in Aghanistan e la Rifondazione comunista italiana come i Comunisti italiani , hanno votato perche si rifinanzi l’operazione, nel palcoscenico praghese del Sinistra Europea e magari verrano a tenere compagnia il 15 dicembre a Vicenza.

Sminiamo per mare e per terra tutti i probabili terroristi, tutti quelli che si mettono a traverso nell’avanzare della democrazia pluralista e liberale.

l’Italia sembra non amarsi più scrive il Nyt. La parola d’ordine è "malessere" e gli italiani, nonostante abbiano inventato l’arte di vivere, in un recente sondaggio affermano di essere il popolo meno felice dell’Europa occidentale. Tra tasse e cinesi emergenti, tra stupratori di colore e famiglie divise, tra litigi fuori e dentro il Parlamento, l’Italia è diventata una donnina a cui manca non solo una scarpa ma tutte e due, e in questo gioco delle parti, lo spirito partigiano riprende vigore nelle parole di Giorgio Napolitano che s’indigna e definisce "pura idiozia" alcuni passaggi della corrispondenza del New York Times di oggi e spiega che l’Italia non e’ certo quella di Beppe Grillo che anzi :"Esiste capacita’ di iniziativa, una spinta dal basso che porta ad eccellere e certe cose mi piacerebbe vederle sui giornali".

Il New York Times scorda che in Italia si mangia pasta e si beve vino, anche se entrambi costano più di ieri, e sembra essere buono quell’alcool rosso o bianco al punto che finì sulla sua testata alla fine del luglio 2007 la campagna di Gasbarra contro l’alcol, in tema di sicurezza stradale. Il quotidiano della Grande Mela, dedicò al problema un articolo dal titolo "A death forces Italy to confront its policy on drunken driving" (Un decesso costringe l’Italia a rivedere le politiche sulla guida in stato di ebbrezza).Il New York Times intervistò il presidente della Provincia di Roma, Enrico Gasbarra che ebbe la sincerità di dire: "In Italia la certezza della pena non esiste -la relazione con l’alcol è cambiata, nel senso che i ragazzi adesso hanno più familiarità con l’alcol". "Questo è causa disolitudine e di mancanza di punti di riferimento,quello che i giovani non trovano nella famiglia o nella scuola o in altre istituzioni; quindi la loro idea di comunità è stare insieme nelle piazze e sballarsi".

Il progetto si è chiamato “Non ti bere la vita”, progetto che evidentemente non volle essere solo repressivo...

Ne abbiamo viste delle belle e sentite di balle dall’11 settembre 2001...

A noi piccole donne italiane, non rimane che far tornare il sorriso sulla bocca ai "compagni" di cammino.

Per Natale vestiamoci come la sospirata e indimenticabile ciociara Sofia Loren: forte e coraggiosa, bella e prosperosa, madre e magnifica donna italiana, che un’esercito di turchi osò calpestare come la figlia, malgrado la guerra, quei soldati accolti con amore e dollari nelle fila dell’esercito statunitense.

Ma il giornale americano ci consiglia di stare ben attenti a non seguire il destino della Repubblica di Venezia, una delle citta’ piu’ belle del mondo diventata, dopo la perdita del dominio commerciale, quello che e’ oggi: "uno splendido cadavere calpestato da milioni di turisti".

Chissà chi sono questi turisti, io penso siano sicuramente infedeli e terroristi. Le ciminiere continuano a fumare, come quelle dei lager e mi viene in mente un’operaio romano della Rai che vedendo il fumo di una fabbrica, mi disse: "Aho, solo a vedello me sento stanco..."

Dicono che il lavoro nobilita e rende felici gli uomini, come lo sono molti amici americani, sempre pronti a darci cioccolata e gomma da masticare, in cambio di un po’ di musica sole e amore per la vita.

Che si deve fare per fargli e farci tornare un sorriso sulla bocca ?



Doriana Goracci



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Venerd́, 14 dicembre 2007