Assalto alla baionetta

di Rosario Amico Roxas

Berlusconi nella trasmissione “Porta a porta” di chiusura della campagna elettorale del 10 aprile, ci ha fatto assistere ad un assalto alla baionetta, coltello fra i denti, e il classico urlo che dovrebbe stordire il nemico. Non ha propagandato la sua formazione, non ha spiegato i suoi programmi, si è limitato ad aggredire i suoi nemici con espressioni che nulla hanno a che vedere con la politica, con la campagna elettorale, con la programmazione di sviluppo; insulti, aggressioni verbali, contumelie, calunnie….

Il massimo lo ha toccato con l’affondo, in verità vile, perché fatto a scadenza dei termini per la propaganda elettorale e, quindi , senza alcuna possibilità di contraddittorio da parte della “parte lesa”. Perché di parte lesa si può e si deve parlare nella persona di Di Pietro, verso il quale il cavaliere ha usato espressioni da taverna, quando si riuniscono dei commensali e dopo l’antico gioco della “passatella” si ricoprono di insulti che spesso finiscono a coltellate.

Un Berlusconi ubriaco di se stesso, esaltato, in piena crisi di autoesaltazione, ha messo in dubbio financo la laurea dell’ex magistrato.

Mi pare che si tratti anche di una lezione per il leader di IDV; una lezione nella quale viene sancito che non è lecito condividere con un simile personaggio, neanche l’evidenza, perché si appropria del consenso e lo sfrutta in tutte le direzioni che gli convengono.

In quella puntata del 10 aprile si è arrivati al punto che lo stesso bruno Vespa, normalmente molto ossequioso con il potente, ha tentato di ridimensionarne le espressioni, ma senza successo. La filosofia del cavaliere è quella contagiatagli dal suo imperatore Bush: niente dialogo, niente diplomazia, niente politica, solo manifestazioni di forza, di aggressività e di molesta ripetizione delle menzogne. Di Pietro si è ritrovato a condividere con il cavaliere le critiche alle schede elettorali, allargandosi anche in critiche verso un componente del governo del quale fa parte; Berlusconi ha incassato, compiaciuto, il sostegno e lo ha rimandato al mittente con l’aggiunta di insulti. Con personaggi del genere non si può condividere nulla, ripeto, neanche l’evidenza, va contrastato su tutta la linea, su tutti gli argomenti, perché anche l’evidenza nasconde tranelli e trabocchetti nei quali solo gli ingenui possono cadere.

Fortunatamente nel comizio di chiusura a Roma lo stesso Di Pietro ha chiarito la sua posizione di lealtà con gli accordi sottoscritti con il PD; adesso attendiamo le giuste reazioni agli insulti, anche secondo le dichiarazioni dell’alleato cavalleresco Fini: “Chi sbaglia deve pagare” ed è giusto che il cavaliere venga messo di fronte alle sue responsabilità e affronti, nelle sedi opportune, il giudizio di merito.

E’ chiaro che ha fatto la sua scelta; ha voluto privilegiare la parte aggressiva dell’elettorato trascurando il desiderio di moderazione che pervade la maggior parte degli italiani; si vedrà come risponderà proprio quella parte moderata che viene sollecitata a marciare allineata con la parte peggiore dell’elettorato.


Rosario Amico Roxas



Venerdì, 11 aprile 2008