Astensione? ... ma attiva

di Marcello Vigli

Alla Rubrica lettere "Il Manifesto"
Io andrò a votare e so bene per chi votare. La possibilità di attribuire cinque voti mi offre anche l’opportunità di coniugare l’esigenza di assicurare il funzionamento delle istituzioni, che ritengo preminente, e la responsabilità di esprimere valutazioni politiche nei confronti delle oligarchie partitiche e delle loro scelte elettorali.
Non credo però legittimo demonizzare chi questa valutazione intende esprimerla con l’astensione. Le elettrici egli elettori sono cittadini sovrani e i loro comportamenti come le loro scelte devono essere rispettate.
Mi permetto solo di porre il problema dell’efficacia di questa decisione nei confronti dell’obiettivo che gli stessi “astensionisti per scelta” si pongono: esprimere l’insoddisfazione per le offerte presenti sul “mercato” elettorale.
Molto più efficace della diserzione dai seggi è l’esercizio del diritto/dovere di partecipare alle elezioni, specie per la Camera dei deputati e per il Senato, esprimendo un voto nullo. Voto esplicitamente nullo e non scheda bianca. Se l’insoddisfazione è per la legge si può scrivere no alla legge porcata, se coinvolge le forze politiche no alle oligarchie. Si può anche ricorrere al rifiuto delle schede elettorali, dopo aver chiesto la vidimazione del certificato elettorale e di mettere a verbale tale opzione, come previsto dal d.p.r. 30 marzo 1957, n. 361 – art. 104, .... ma è solo più complicato e neppure tanto sicuro.
Con entrambe le forme si ottiene il risultato di tenere alto il numero dei votanti.
Serve a ridimensionare il valore delle percentuali dei voti ottenuti dalle diverse liste - non a caso conteggiate su questi e non sul numero degli aventi diritto al voto - impedendo ai loro presentatori di millantare successi inesistenti.
Serve soprattutto a smentire l’interpretazione che taccia di “antipolitica” l’ondata di sdegno contro l’attuale modo di gestire le istituzioni repubblicane da parte di oligarchi auroreferenziali. L’alto numero dei votanti è sempre segno di vitalità della politica: solo la politica può salvare e rilanciare la democrazia.
Roma 2 aprile 2008

Marcello Vigli



Venerdì, 04 aprile 2008