Politica
Astensionismo attivo

di Doriana Goracci

HO le idee chiare, almeno una volta e su qualcosa. Non andrò a votare,non mi porterò all’urna, nè per annullare la scheda, nè per renderlabianca, ricordo infatti che le schede bianche e nulle,vengono ripartitenel cosiddetto premio di maggioranza.

Non mi presto a nessun gioco e a nessun premio. Sulla storia del non votoe dell’astensionismo si raccontano molte cose, alcune da fare paura,come se quelli che non votano siano figuri un po’ loschi e strani,anarco-insurrezionalisti anche se silenziosi e inattivi.

Ma ho letto proprio ora mentre redigevo questo testo e navigavo in rete,una suggestiva opzione: scegliere di far parte di una percentualeastensiva non delegante, recandosi al seggio, facendosi vidimare ilcertificato elettorale, avvalersi del diritto di rifiutare la scheda eassicurarsi di far mettere a verbale questa opzione.

E’ previsto pure allegare in calce al verbale, una breve dichiarazionein cui, se vuole, l’elettore ha il diritto di esprimere le motivazionidel suo rifiuto(ad esempio: nessuno degli schieramenti qui riportati mi rappresenta).Questo comportamento rallenta e rende difficoltose le operazioni di votoe scrutinio (è obbligatorio compilare infatti per ogni scheda rifiutataun apposito verbale) rende inattribuibile il voto, in quanto la leggeconsente solo l’attribuzione delle schede contenute nell’urna almomento dell’apertura della stessa, creando una discrepanza trapercentuale votanti e voti attribuibili e di conseguenza un problema didifficile se non impossibile attribuzione (specie se il fenomenoraggiungesse quote notevoli) di seggi, infatti in linea teorica(non èmai successo) se la quantità di schede rifiutate raggiungesse la quotadi voti necessaria per l’attribuzione di un seggio,tale seggio nonpotrebbe essere attribuito.

Quindi ci penso, eccome al modo più efficace e a me opportuno, perrendere il mio astensionismo, attivo.

Sono certa che questo comportamento attirerà i soliti commenti deltipo:"Andare a votare ci dà almeno il diritto di protestare, dopo.Perché chi non vota, chi rimane a casa, non ha poi alcun diritto dilagnarsi se le cose vanno male"...

Peccato che sono le stesse persone che rimangono sempre a casanell’intervallo delle elezioni, tra una votata e l’altra.

Ha gustosamente scritto Peppe Dantini nel suo Electionary, alla voce :"Democrazia – Forma di governo mediante la quale i cittadini scelgonoliberamente da quale dittatore vogliono essere comandati" e alla voce"Campagna elettorale - Pic nic, gita fuori porta, scampagnata; moltiitaliani ne hanno pianificata una per il 13 aprile. Speriamo che nonpiova".

Io posso solo aggiungere di fare attenzione e non rimanere ingorgati neltraffico del rientro democratico, il 14 aprile...

Doriana Goracci


n.b. questa lettera è stata inviata a Megachip che ha aperto un dibattitotra i lettori, dal titolo: "La legge elettorale è incostituzionale"



Sabato, 01 marzo 2008