Caltanissetta
Ariu nittu nun se scanta de’ trona !!!

di Rosario Amico Roxas

Questo antico detto tipico del centro-Sicilia, potrebbe essere tradotto con: “Chi non ha nulla da temere non ha paura dei tuoni”.

A Caltanissetta S.E. il Vescovo mons. Mario Russotto, ha tuonato, ma di “ariu nittu” se n’è visti molto pochi, solo i consensi silenziosi di quel popolo che vive sulla propria pelle le accuse che il vescovo ha rivolto al potere costituito.. Toccata nel vivo, la casta al potere ha scatenato subito la sua illegittima difesa stravolgendo le regole.

La casta al potere nella sua difesa gode del diritto del titolo giornalistico a tutta pagina, mentre chi li contesta , quando va bene, avrà una piccola colonna con le battute contate.

“Fuori i nomi di chi ha responsabilità”, risponde il sostenitore della casta al potere, su sei colonne.

Giusto, giustissimo, perfettamente in linea con tutta la politica sociale e della sicurezza, così strapazzata e vilipesa.

Il vescovo dismetta la mitra e imbracci il mitra alla ricerca dei colpevoli; indaghi, pedini, controlli, effettui rilievi ambientali, sostituendosi alla polizia, carabinieri, finanza e magistratura, perché messi nella impossibilità materiale di operare, rimasti senza benzina nelle auto, privati della possibilità di controlli telefonici, in nome di una privacy invocata da chi ha da temere.

Quindi l’attacco diretto, in filo di spada, fuori da ogni logica: “Casa Famiglia Rosetta e Terra Promessa, rischiano il fallimento perché in credito di 5 milioni di euro dalla Regione siciliana, dalla ASL “ di Caltanissetta; da dove provengono questi crediti ?”

Parliamo di crediti per somme utilizzate per assistere malati di AIDS, tossicodipendenti,; crediti, cioè somme che i due Enti hanno documentato di dover incassare per servizi resi e non per speculazioni attive. Crediti, crediti…. Ma perché l’esimio esponente della casta non si chiede come si sono accumulati 400 milioni di DEBITI nel comune di Catania, che il CIPE si prepara a rimarginare con i soldi dei contribuenti ?

Siamo adesso nel pieno dei tagli voluti da Tremonti: scuola, sanità, sicurezza, ricerca scientifica, il tutto per raggranellare le somme necessarie per affrontare il passivo di quella parte di Alitalia che è rimasta sul groppone dei contribuenti; il tutto per raggranellare le somme necessarie per requisire le case intorno al sito dove dovrebbe sorgere il Ponte; Ponte sullo Stretto che è una delle priorità pretese dalla mafia per servizi resi, il cui costo supererà i 50 miliardi di euro e la durata almeno 50 anni, per sancire un’alleanza generazionale tra mafia e politica; alleanza sostenuta dalla spartizione di un miliardo di euro l’anno per i prossimi 50 anni.

Ma il vescovo Russotto avrebbe l’onere a suo carico di fornire le prove, con nomi ed eventi documentati, perché lanciare un grido di dolore, come è nel diritto del “buona padre di famiglia”, diventa un abuso che deve dimostrare.

Ecco la prova di come sia facile, facilissimo, sull’onda di una pretesa autodifesa, perdere una eccellete occasione per tacere, riflettere e, per quanti ne sono ancora capaci, anche di fare un serio esame di coscienza.

Rosario Amico Roxas



Mercoledì, 01 ottobre 2008