Esodo volontario

di Doriana Goracci

Mi sono rivolta ad Alex Zanotelli, come uomo, qualcuno mi ha scritto che sono sprezzante e faccio un uso indegno della sua persona. Io scrivo ad Alex, perchè lo stimo e lo apprezzo, l’ho seguito costantemente nelle marce nelle parole nei fatti e sono certa della sua onestà intellettuale, lo uso nel senso più pieno del termine. E’ una proprietà commutativa, anche lui usa la Chiesa, così come tanti e oscuri e straordinari preti, ce ne sono anche di morti ammazzati, per avere partecipazione attiva e attenta, che si commuova e muova. Muoversi significa lottare protestare urlare ragionare gridare parlare confrontarsi agire opporsi, e in ultimo si fanno le scelte, anche quelle dolorose. Se hai un amante un marito che violenta l’iniziale patto di lealtà, magari abbozzi hai paura ma poi lo denunci e lo abbandoni… Fai lo stesso con il partito, con le amicizie trascinate nei ricordi dei tempi passati, con il lavoro sporco, non lotti all’interno avvalendoti dell’interno, ti scopri, ti disarmi insieme a chi come te è indifeso.Fa molto male separarsi, tantopiù se i tentativi di mediazione sono stati innumerevoli ma è un modo per ri-capire e magari tornare al bene iniziale, quello delle origini.
Diceva Salvemini: «Se ammirare e cercare di seguire gli insegnamenti morali di Gesù Cristo, dei suoi successori, è essere cristiano, intendo morire da cristiano, come cercai di vivere, senza purtroppo esserci riuscito. Ma cessai di essere cattolico quando avevo diciotto anni, e intendo morire fuori dalla Chiesa cattolica, senza equivoci di sorta» e pochi giorni prima di morire Salvemini pregò che la bara venisse portata a spalla dai più giovani amici e don Rosario, prete che gli si era affezionato, si offrì di seguire il funerale e Salvemini disse: “se vuol seguire il funerale venga pure ma vestito da uomo”.
Sono stata oggi a visitare Palazzo Altieri ad Oriolo Romano nel viterbese, sorto tra il 1578 e il 1585, dall’arredo ormai disperso ma si trovano in una fuga rettilinea di sale, tutti i Papi che si sono succeduti nella storia da San Pietro a Giovanni Paolo II. Nella “Sala del Trono”, un ritratto di Clemente X , alias Emilio Altieri, che regnò, insieme al parente cardinale Paluzzi, dal 1670 al 1676. Nello stesso magnifico Palazzo di Oriolo è stato presentato pochi giorni fà dalla fondazione Religio Mundi, la volontà di “edificare in Terra Etrusca un Santuario simboleggiante la Nuova Arca d’Alleanza”.
L’ “Arca” prevede edifici e strutture per oltre 22 mila metri cubi solo per le residenze, per un totale complessivo di circa 145 mila metri cubi, senza comprendere la Basilica, ristoranti, impianti sportivi, un eliporto, e naturalmente il santuario.
Il signor Giuseppe, non ricordo il cognome, custode di Palazzo Altieri da più di quindici anni, mi ha raccontato molte cose della sua vita tra Barbarano dove vive e Oriolo dove lavora, mi ha detto la cessione della villa adiacente con i suoi vastissimi giardini all’italiana, oggi acquistati con asta pubblica da un signore che ci ha messo i maiali, di quanto sia caro restaurare i dipinti, gli affreschi, ciò che rimane perchè il Comune non ha mezzi, di essersi sposato da alcuni anni, lui scapolo fino a poco prima dei cinquanta, con una signora ucraina laureata e stanca di curare gli anziani, di essere felice di discutere con i suoi due figli che si sono ricongiunti, che la moglie ha venduto una casa in Ucraina per poter gestire un piccolo negozio di alimentari in paese, mi ha raccontato le memorie dell’ immancabile zio prete morto a 98 anni, ha raccontato molte cose il signor Giuseppe, con amicizia con lucidità e con molta amicizia e pensavo che dovevo pure rispondere alle lettere arrivate, alle risposte che invece attendo e non arrivano, ripensavo ad Alex Zanotelli, a Lutero, al pope senza nome con cui strinsi amicizia in un’isola greca, alla sua famiglia con cui giocava in riva al mare, alla sua figura ieratica, con i capelli lunghi stretti in una coda, agli anziani e giovani pescatori del luogo, agli operai, ai fuochi accesi dai roghi nei secoli, a quelli di oggi in Campania, alle badanti che non hanno trovato nessuno a cui badare, agli espulsi, ai discriminati, all’amico omessessuale che mi ha accompagnato, alle targhe che si affollano per Giorgio Almirante, a quelle che si tolgono per Giordano Bruno…. Mi è venuto alla mente Leonardo Sciascia quando dice che la Mafia “non sorge e si sviluppa nel vuoto dello Stato (cioè quando lo Stato, con le sue leggi e le sue funzioni, è debole o manca) ma dentro lo Stato. La Mafia insomma altro non è che una borghesia parassitaria, una borghesia che non imprende ma soltanto sfrutta”.
Sento una sconfinata amarezza e malinconia, priva di alcuna vergogna nell’aver osato di non avere, come tutti, nessun peccato originale da espiare in nome della Nuova Arca d’Alleanza e di chi la sostiene. Da alcuni anni sono in esodo volontario, non solo figurativamente.


Doriana Goracci



riferimenti:
http://www.megachip.info/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=6925
http://www.megachip.info/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=6932

Mercoledì, 28 maggio 2008