Italia Addio.

di Renzo Coletti.

Ancora una volta immersi nello sproloquio da tifo calcistico, stiamo analizzando il voto che non c’era e che continua a non esserci.
La partita elettorale si è davvero conclusa? Il voto nella sua ipocrisia sostanziale e ipotesi conclusiva ha decretato il vero vincitore? Durante una trasmissione televisiva, non ricordo quale, Giorgio Bocca veniva accusato di pessimismo per aver detto che l’Italia era fondamentalmente fascista. Per Bocca l’unico sussulto di dignità, era stata la guerra partigiana. Credo avesse avuto ragioni da vendere e che oggi ci appaiono sotto il naso. Ancora il nulla sostanziale scarabocchia su schermi e giornali, mentre nessuno sembra aver udito l’arbitro fischiare per i tempi supplementari. Il torneo continua tra espulsioni, scivoloni e pallonate dove il rigore non è più parte del gioco. Tutti i colpi sono ammessi e vinca il peggiore. La lega Nord, ha vinto il mongolino d’oro e il Po forse recupererà un minimo di apparenza e un colorito sano, almeno per i festeggiamenti del caso. L’Italietta provinciale e burina inizia i suoi giochi tradizionali (corse nel sacco, lanci di trottole, salti alla corda) e i tori, che sono animali tutta mente e genitali, già scalciano nelle stalle per la prossima sveltina quasi dimenticata. Marchi a denominazione d’origine controllata compiono i primi voli di fantasia e invadono mercati su piazzali di paesi che festeggiano l’evento. Coppie di buoi sfrecciano con i loro carri appresso e le valli si riempiono di richiami dei cani pastore. Il medioevo prossimo venturo sta riprendendo il suo cammino interrotto. Bossi giganteggia in una osteria tra boccali di vino e ha ritrovato persino la voce gorgogliante nella salivazione e roboante come ai vecchi tempi.
Come al solito il regista che è in me anticipa una possibile storia. Ma torniamo al progresso dei nostri tempi e cerchiamo di dare al caos una forma che stenta ad emergere. Un governo definito di centro sinistra interrompe la sua legislatura e si ritorna a far finta di essere in democrazia, indicando l’unica strada possibile per confermarlo: Al Voto! Questa volta non ci sono pareri discordi, la legge elettorale è una porcata, ma è così porcata che non può non essere utile a qualcuno. La terza repubblica non può che nascere in un habitat di immondezza e quale può essere l’animale più adatto alla porcata se non l’Uomo tecnologicus e virtuale? L’obiettivo si è consolidato in più di un secolo di Storia e la meta è vicina: ora o mai più. Di cosa sto parlando? Vergogna! …E il governo mondiale ve lo siete scordati? Come sempre le decisioni partono da fonti celate e inattese, quindi questa volta sarà da un villaggio turistico in Turchia che il gruppo dei Bilderberg decide il nostro destino. Il G8 confermerà il piano, che approderà poi nel forum di Davos, in cui si limano le forme tracciate. Nasce così un nuovo leader che poi dirigerà anche il partito che gli viene confezionato su misura. Si è deciso anche qualcosa che tra un fatto di cronaca nera e l’altro, riusciamo ad intuire, ossia la creazione dello Stato del Kosovo. Cosa c’entra? Con calma… Il leader sarà quindi, come ormai è stato confermato e votato, il nostro ex compagno Veltroni che tra una serie infinita di ex, si è infine fermato ad una appartenenza poco nota mai citata, ma che lo accoglie e lo lancia come un razzo al vertice del partito democratico.
Il compito assegnatogli è da leggere ancora tra un morto sul lavoro, o una donna stuprata e uccisa, o un incidente causato da uno zingaro e altre amenità. Se era difficile la comprensione del messaggio, ora è evidente: la sinistra deve sparire! Ma… e la destra? Non si dicono le parolacce e non si vive nei ricordi. Le elezioni hanno confermato il piano dei Bilderberg, il loro rappresentante Leader indiscusso ha scelto la solitudine elettorale e la sinistra si è sciolta come una fetta di burro al sole. La destra si è rinverdita e camicie verdi scendono lungo la valle del Po in un coro trionfante. Il Papa, in uno slancio d’euforia, giunge in America e chiarisce il suo pensiero e la sua adesione alla decantata Democrazia e Libertà Americana. Ancora il Cav. Berlusconi sarà il capo del governo e tra una bugia e l’altra, smentirà tutte le sue promesse e avrà certamente le motivazioni giuste per farlo. Ecco che l’arbitro è tornato in campo e i giocatori, un po’ azzoppati, devono affrontare i tempi supplementari. Come finirà questo incontro? Si andrà ai rigori? Le parole più incisive sono quelle non dette o solo accennate. Gad Lerner pronuncia la parola Bilderberg; mai fatto suona così sconvolgente. “…Se non sarà possibile formare un governo, si potrebbe far entrare in campo un Bilderberg e avremmo così un tecnico capace di…” No! Il nome non è quello di Veltroni. Bene… qualcuno penserà che il governo si può fare, che i numeri ci sono, Berlusconi è il Leader, e alla via così. Il verde è un colore riposante, ma il color canna di fucile è poco rassicurante. Una sinistra al tappeto, un fucile su una camicia verde mi abbagliano e ancora il regista che è in me si sbizzarrisce in immagini sfuocate ma ossessive. “I ragazzi della via Pal”, il mio libro preferito da bambino, mi torna alla mente. Rosso e verde si confondono e palle di sabbia sono lotta tra bande di strada. Il Kossovo si tinge di verde padano e uno stormo di Apache, inteso come elicotteri d’assalto mi ronza nelle orecchie come un calabrone. Un’immagine da incubo ha il volto del Ministro Amato che elogia il trattato di Lisbona.
Come nei casi di stress acuto, la mente rifiuta di reagire e il sonno cala sui miei occhi stanchi di immagini distorte e falsate. Il sogno forse sarà migliore, quindi perché non abbandonarsi e salutare quel paese che chiamavamo Italia?

Renzo Coletti.



Giovedì, 17 aprile 2008