ELEZIONI SICILIANE
ABBAGLIO O AVVERSIONE VISCERALE?

di Vincenzo Lombardo

DIFFICILE capire se si tratti dell’uno o dell’altra o di entrambi. Resta il fatto che non ci si sarebbe aspettato da parte del sempre presente Amico Roxas un approocio tanto superficiale circa l’atteggiamento della sinistra a proposito di elezioni in Sicilia. A volte egli ha qualche trovata stravagante, come quella di invitare Barak Obama per fare vincere Veltroni, mostrando con ciò di essere caduto anche lui nella trappola mediatica e ignorando che non è tutto oro quel che luce. A proposito, ad esenpio, del fascinoso aspirante democratico è certo che egli è sostenuto dall’industria bellica e che il suo modello è Reagan (Noam Chomsky). Una bella garanzia!
Ha colpito la ripetizione, da parte sua, di banalità televisive con riguardo alle imminenti elezioni siciliane.Così, propagandistica appare la definizione di sinistra massimalista affibbiata a degli agnellini che si sono sacrificati sull’altare del moloch LIBERISMO, contro il quale, per altro, è stato lanciato dallo stesso Roxas qualche strale efficace in precedenti interventi. O si trattava solo di interventi di circostanza non sostenuti da profonda convinzione razionale?
A certi livelli non è consentito nutrirsi di ed esprimersi per puri slogans. In Sicilia si gioca l’ennesima dura partita contro un sistema di potere che fa dell’intreccio tra mafia, politica ed economia, con il corollario di gestione clientelare delle poche occasioni di lavoro, sopratutto in ambito pubblico, una rete di fili di acciaio resistentissimi e sottilissimi. In questa rete sono inciampati, forse per imprudenza, a voler essere magnanimi, anche esponenti di primo piano dell’attuale PD siciliano.I nomi sono nella memoria di chi si occupa di cose sicule e si possono ritrovare tra le pagine dello straordinario libro-inchiesta "I Complici" di Abbate-Gomez. Non bisogna dimenticare, per altro, che la contiguità di certa sinistra, specie quella migliorista, con la mafia imprenditoriale, è stato uno dei crucci maggiori del compianto Pio La Torre.
Tutto ciò non per amore di polemica, ma per dire che in questo momento, con L’UDC alle corde a causa della condanna per mafia del suo massimo esponente istituzionale, la candidatura di Rita Borsellino, tra l’altro leader acclamata dal popolo della sinistra appena due anni fa, rappresenta un segnale di netta discontinuità rispetto a quel mondo di complicità e contiguità, di cui non sono del tutto immuni aree significative pidiste.
Chi ha sentenziato che la sinistra non vuole governare? Queste mi paiono boutades propagandistiche che non fanno onore all’intelligenza di chi ha mostrato spesso capacità critica ed autonomia di giudizio.
Il punto è un altro: governare per fare cosa? Ho presenti gli strali feroci di Peppe Sini contro il governo Prodi, per non parlare della sinistra extraparlamentare.
Il governo non è neutro. Il governo a tutti i costi non può costituire la bussola per una forza che tenta di modificare lo stato di cose presenti. Se i partiti dovessero porsi l’obiettivo minimalista di amministrare l’esistente non si capisce qual’è il senso della dialettica democratica. Non solo, ma la democrazia rischia di perdere la sua energia vitale e il suo appeal.
Per essere più chiari sul concetto del governo. Se un governo siciliano di centro sinistra dovesse pensare di privatizzare l’acqua io non lo voterei.(L’hanno pensato e fatto Capodicasa e Crisafulli). Anche a costo di perdere le elezioni
Meglio perdere oggi e sperare di vincere domani che vincere ora e perdere per sempre.
Voglio sperare che la presenza di Rita Borsellino da un canto e Rosario Crocetta dall’altro possano aiutare la Finocchiaro a scrollarsi di dosso quella platea di "sperti" che pensano di cambiare tutto per non cambiare niente. La Sicilia non ha bisogno di altri gattopardismi. Forse è l’occasione buona perché essa si inserisca tra le aree civili d’Italia.

Vincenzo Lombardo
Raffadali



Martedì, 19 febbraio 2008