Sulla proposta di verificare la possibilita di presentare liste elettorali della sinistra della nonviolenza alle prossime elezioni politiche stiamo ricevendo in questi giorni molti interventi, alcuni dei quali molto ampi e rappresentativi di posizioni molto articolate e diversificate, che cercheremo di pubblicare nei prossimi giorni, ma fin dora vorremmo cominciare a provare a sintetizzare quelli che per chi redige questo foglio sono alcuni punti fermi, e a chiarire alcune questioni su cui a nostro modesto avviso sarebbe bene non ci fossero equivoci, o furberie.
*
1. Alla scuola di Bartleby
Noi non possiamo votare per i responsabili della guerra e delle stragi. Noi non possiamo votare per i partiti che stando al governo hanno sistematicamente violato la Costituzione della Repubblica Italiana.
Noi non possiamo votare per unoligarchia di assassini razzisti e guerrafondai.
Noi non possiamo votare per i malfattori, per gli eversori dallalto: non e questione di opinione politica, non e questione di dialettica parlamentare, non e questione di retorica o di ideologia: e questione di coscienza e di diritto, e questione di dignita umana. Ai seguaci odierni di Hitler e di Stalin, agli stragisti della guerra afgana, ai razzisti responsabili delle persecuzioni, della riduzione in schiavitu e delle stragi delle sorelle e dei fratelli migranti, noi diciamo che occorre opporsi.
Noi non possiamo quindi votare per tutti quei partiti che hanno scelto la guerra e il razzismo, lecocidio e la violazione sistematica della legalita costituzionale e della dignita umana: e tutti i partiti presenti in parlamento negli ultimi due anni queste scelte scellerate hanno pur fatto. Ebbene, almeno il nostro voto non lo avranno.
*
2. Eppure
Eppure noi vogliamo votare. Non vogliamo essere espropriati ancora una volta del nostro diritto di voto.
Vogliamo votare per contrastare la resistibile ascesa della destra eversiva e filomafiosa (che i cedimenti della ex-sinistra razzista e bellicista hanno agevolato). Vogliamo votare per difendere la legalita costituzionale, il diritto internazionale, i diritti umani di tutti gli esseri umani. Vogliamo votare per cercar di mandare in parlamento almeno qualche persona amica della nonviolenza (e non disposta a prostituirsi alla pretesa "ragion di stato" di partiti anomici e assassini), che si batta per la legalita democratica e la dignita umana, affinche le ingenti pubbliche risorse non siano saccheggiate, o sperperate, o peggio ancora usate a fini di male assoluto, ma vengano utilizzate a vantaggio dellumanita.
*
3. La nonviolenza presa sul serio
Per poter votare abbiamo bisogno quindi che si presentino liste di donne e uomini di volonta buona che abbiano fatto la scelta della nonviolenza, del femminismo, dellecologia, dellimpegno antirazzista e antimafia, la scelta socialista e libertaria dellimpegno per affermare i diritti umani di tutti gli esseri umani, la scelta rivoluzionaria di esser fedeli al programma: "Tu non uccidere".
*
4. Una scelta nitida e intransigente
Formulare la proposta delle liste della nonviolenza significa uscire dalla subalternita nei confronti del regime della corruzione, dellautoritarismo, dello sfruttamento che tutto devasta.
Formulare la proposta delle liste della nonviolenza significa rompere il tabu dellobbligo della delega e della sudditanza ai potenti.
Formulare la proposta delle liste della nonviolenza significa farla finita col vile ed infame equivoco "voi siete la politica, noi la societa civile; voi governate, noi vi presentiamo proposte; voi fate le leggi e noi ci ritagliamo qualche interstizio"; pusillanime e turpe equivoco che ha traviato e corrotto tanti giovani per mano di adulti insipienti ed irresponsabili che cosi li hanno resi complici ignari di poteri assassini. Formulare la proposta delle liste della nonviolenza significa aprire uno spazio politico; significa porre una decisiva questione di morale e di diritto che ipso facto riqualifica lagire politico; significa proporre di portare la dove si fanno le leggi lunica scelta e lunica forza che puo realmente, concretamente, coerentemente contrastare la deriva anomica, criminale, totalitaria, onnicida oggi in corso.
La politica e di tutti, e di tutti sono le istituzioni democratiche. Chi pensa di non fare politica dalla politica altrui e travolto.
*
5. Liste, non un partito
Non pensiamo affatto a un partito. La forma-partito cosi come e stata conosciuta nel Novecento e ormai inadeguata a fronteggiare la drammatica situazione presente, cosi come altre categorie e strutture del pensiero politico e giuridico pur gloriose di storia. Pensiamo a liste, a liste che recuperino le tradizioni democratiche e libertarie delle esperienze consiliari, liste che adottino il metodo del consenso, liste alla scuola del femminismo, liste - anche in questo - nonviolente.
*
6. Questioni di metodo, e di programma
Il programma elettorale delle liste della nonviolenza in cammino a noi sembra che non sia difficile da stilare: abbiamo la carta del Movimento Nonviolento; abbiamo i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana; abbiamo la Dichiarazione universale dei diritti umani; e ancora, certo, il Discorso della montagna, la Ginestra di Leopardi, le Tre ghinee di Virginia Woolf, Il bene comune della terra di Vandana Shiva... Certo che ci sono problemi aperti, che ci sono differenze di opinioni tra noi, ed e bene, anzi benissimo che sia cosi. Ha scritto una volta Brecht che sarebbe stata cosa buona che una proposta di organizzazione politica avesse un ricco elenco di questioni su cui non aveva una linea.
Quanto al metodo decisionale da adottare: abbiamo il metodo del consenso (e sappiamo che funziona), ed abbiamo la ragionevole fiducia (revocabile in qualunque momento) verso persone che a) non abbiano ceduto alla guerra; b) non abbiano debiti di sorta verso i potenti; c) abbiano fin qui dato buona prova di se lungo un lungo corso di anni. Puo non bastare, ma e una base ragionevole.
Per la composizione delle liste valga il principio "50 e 50 ovunque si decide", alternando candidati femmine e maschi, cominciando sempre da una donna.
*
7. Politique dabord
Gli aspetti tecnico-amministrativi per la presentazione delle liste sono agevolmente superabili con un po di fiducia reciproca e di buon senso. Il simbolo non e un problema, bastera che non sia una pagliacciata. Le firme necessarie alla presentazione delle liste sono agevolmente raggiungibili.
I tempi sono certo ristretti, ma se non sprechiamo queste due settimane di febbraio sono sufficienti.
*
8. Era ora
Cosi come quando sul finire dello scorso decennio iniziammo a fare questo quotidano telematico per mesi e mesi ricevemmo lettere di surcigliosi minossi che ci dicevano che era assurdo che la nonviolenza volesse e potesse ogni giorno parlare, ed ora nessuno vi trova piu niente di strano, oggi questa nuova e decisiva sfida si pone: luscita della nonviolenza dalla delega e dalla subalternita nel campo specifico dellagire politico-istituzionale.
Il fatto stesso che abbiamo posto la questione delle liste elettorali della sinistra della nonviolenza per il parlamento dimostra che il dado e tratto. Giacche il miglior modo di dire e fare.
*
9. Il 2 marzo a Bologna e oltre
Lincontro del 2 marzo ha un senso se prima del 2 marzo si e sviluppata una riflessione corale ovunque. Il 2 marzo sara una verifica e una sintesi. Sara anche un dibattito vero tra posizioni diverse, ma se condotto in sprito fraterno e sororale le diversita arricchiranno e non indeboliranno.
*
10. Aufklaerung
La nonviolenza, ovvero il rischiaramento, e luscita dellessere umano dallo stato di minorita e diniquita che egli deve imputare a se stesso. Uscirne insieme e la politica. Tratto da Notizie minime de La nonviolenza è in cammino
proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it
Arretrati in: http://lists.peacelink.it/
Numero 3 del 17 febbraio 2007
Venerd́, 15 febbraio 2008
|