RIFLESSIONE
Che fare?

di Flavio Marcolini

A sostegno dell’appello del 2 marzo a Bologna


[Ringraziamo Flavio Marcolini (per contatti: fmar@inwind.it) per questo intervento.

Flavio Marcolini, insegnante, pubblico amministratore, amico della nonviolenza, e’ tra gli animatori del Centro di ricerca nonviolenta di Brescia. Un’ampia intervista a Flavio Marcolini e’ in "Minime" n. 203]


Cari amici e compagni,

sostanzialmente concordo sull’analisi dello stato di cose presenti contenuta nel documento inviato.

La proposta e’ entusiasmante. "Una sinistra socialista e libertaria" [la citazione, come le seguenti, e’ dall’articolo apparso nelle "Minime" n. 357 che propone "Dieci buone ragioni per cui e’ necessario che alle prossime elezioni si presentino liste della sinistra della nonviolenza" - ndr]. E’ la mia!

E’ stimolante quel che scrivete: "affinche’ possano votare tante persone democratiche che altrimenti sarebbero espropriate del proprio diritto di voto, affinche’ vi sia un punto di riferimento e una possibilita’ di rappresentanza per tutta l’area democratica".

Ma il realismo mi blocca davanti alla terza proposizione: "affinche’ possa entrare nelle istituzioni una sinistra nitida e intransigente, dalla scelta della nonviolenza caratterizzata, che faccia da argine al dilagare dell’oltranzismo razzista e bellicista, che faccia da argine al dilagare del regime della corruzione e dei poteri criminali, che faccia da barriera alla barbarie".

Con l’attuale legge elettorale non possiamo nasconderci che per una lista della sinistra della nonviolenza e’ praticamente impossibile raggiungere il quorum e quindi la sua presenza sulla scheda affermerebbe probabilmente un chiaro moto di vibrante protesta contro l’esistente, ma non produrrebbe rappresentanza parlamentare alcuna.

*

Quindi che fare?

Intanto io nutro qualche dubbio sul fatto che il documento sia realmente in grado di convocare per il 2 marzo "i movimenti delle donne, i movimenti antimafia e antirazzisti, il movimento delle classi sociali oppresse e dei popoli oppressi in lotta per l’emancipazione dell’umanita’ intera, i movimenti ecopacifisti ed ecoequosolidali" e gli altri segmenti sociali a cui si riferisce.

E allora? Provarci comunque, pur consapevoli che il tempo a disposizione per le decisioni e’ assai esiguo? E, soprattutto, che anche il piu’ roseo risultato (100.000 voti?) sara’ assolutamente inadeguato allo sforzo che siamo chiamati a mettere in campo?

O proseguire nel nostro lavoro quotidiano, educativo e prepolitico (per dirla con Pietro Pinna), rimandando a tempi migliori la discesa nell’agone della competizione elettorale, visto che questa, convocata in fretta e furia, presenta tutte le caratteristiche di un massacro delle pratiche e dei valori che ci sono cari?

Non lo so.

*

A latere faccio notare che qualcuno da tempo sommessamente invita a cercare di unire i nostri sforzi con quelli di Sinistra Critica e del Partito Comunista dei Lavoratori. Al di la’ di radicali divergenze sul piano metodologico (la violenza per me non e’ mai rivoluzionaria) e sugli orizzonti valoriali (quanto poco libertari appaiono questi comunisti duri e puri), mi sembra che il dibattito da essi avviato, per esempio sulle pagine del "Manifesto", sia poco incoraggiante. Ma forse siamo solo all’inizio... Qualche altro e’ per chiedere la presenza di teste di lista nonviolente in singole realta’ alla Sinistra Arcobaleno. Ma anche qui la strada sembra realisticamente impraticabile e, quand’anche si ottenessero, lo scollamento dalle pratiche e dalle scelte politiche dei parlamentari "nonviolenti" da quelle dei loro colleghi organici alla Sinistra Arcobaleno apparirebbe presto evidente, e non senza conseguenze per la tenuta unitaria, non dico di un improbabilissimo governo, ma del gruppo parlamentare di minoranza al quale si porrebbe poi il problema se aderire o meno.

Non so davvero se sia questa la volta buona per dare corpo al sogno che da tempo coltiviamo, ma che mi sembra molto lontano dall’inverarsi. Mi interessa comunque seguire il salutare dibattito scaturito dal vostro documento.

E’ sempre piu’ difficile salutarvi con un "pace, forza e gioia", ma ci provo lo stesso.

Tratto da
Notizie minime de
La nonviolenza è in cammino


proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini.
Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

Arretrati in:
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Numero 363 del 12 febbraio 2008



Marted́, 12 febbraio 2008