10 giugno 2008
La sera del 6 accetto di andare a Reggio per la presentazione della mozione 1. Due sere prima la federazione di Bolzano ha
rifiutato di approvare una qualsiasi mozione e ha rinviato ai mittenti tutti i testi, con motivate ragioni, qualcosa di
simile fa anche Occhiobello, che visiterò per altri motivi il 7.
A posteriori dirò -per farmi capire adeguatamente- che condivido in tutto e per tutto il filo di ragionamento di Dondero
e approdo alle sue stesse conclusioni, sperando che si riesca a passare la nottata col minor danno possibile, dato che
rischi di scissione e arroccamenti su non si sa quale rocca sembrano esserci.
La serata di Reggio è civile e accalorata, alla presentazione ci siamo oltre i locali anche Ramon Mantovani e io . La
cosa che mi stupisce di più è lacrimonia di alcuni -pochi- che non hanno ancora elaborato il lutto della sconfitta e per
fortuna, invece di attaccare le altre mozioni o di spargere sospetti di tradimento verso la direzione di Rifondazione,
chiedono a me perchè ho bombardato lAfghanistan. Non rispondo, sono stufa di raccontare che le donne afghane di Rawa e di
altre associazioni ci chiesero di non andarcene perchè i Talebani sono peggio di tutto, e che avevo proposto di sostituire
-al cambio- le nostre truppe con la Finanza (armati ma non combattenti) per controllare e vendere a prezzo di mercato il
raccolto del papavero da oppio alle ditte farmaceutiche, in modo da impedire che lalleanza tra contadini e Talebani (che
difendono i raccolti dagli Americani che si servono e poi bruciano i raccolti) si saldasse; che inoltre lAfghanistan non
è un paese coloniale e per andarsene bisogna fare una conferenza di pace e una trattativa col suo governo. I pregiudizi,
una volta radicati non si sradicano più.
Gli appelli allunità che sento sembrano sinceri e sono fondati.
Tutti i nostri sforzi sono inferiori alle necessità del momento, mentre Berlusconi infuria e nessuno gli risponde a tono
e tempestivamente.
Il pomeriggio successivo sono a Occhiobello in provincia di Rovigo, nella pianura piatta che più piatta non si può, lungo
il grande fiume, un borgo di 12000 abitanti pieno di memorie socialiste (sono i luoghi di Matteotti) e di storie di
lotte e di miseria. In una bellissima e grande biblioteca comunale è stata convocata dal giovane assessore comunale alla
pace, che è di Rifondazioone un incontro sui sessantanni della Costituzione, una bella iniziativa che mi conforta di altre
faccende più meschine e poi a cena andiamo a una sagra in onore di SantEurosia che forse non è mai esistita, ma è venerata
come protettrice dal fiume o non so da che altro, la chiesina dedicata alla santa è una piccolissima e molto antica
cappella, le persone sono raccolte e poi si mangia, è una cosa tra la sagra di paese e la festa dellunità, una modalità
di incontro collaudata e simpatica, la cena è ottima, sono molti i compagni e le compagne.
Rientro a Bolzano domenica nel primo pomeriggio perchè sono in attesa che da Roma arrivi il trasloco, cioè la
spedizione dei libri carte indumenti lenzuola ecc. che in questi due anni di Senato ho accumulato e che mi faccio spedire
a Bolzano, dato che ho deciso di non tenere più il monolocale a Roma, ho trovato chi mi offre un luogo per lavorare (nel
senso di una stanza con un computer), quando fossi di passaggio a Roma posso andare a pranzo al Senato e per dormire torno
là dove ho sempre dormito anche quando ci vivevo molto di più per il lavoro al manifesto, cioè nella casa di Giuliana
Sgrena e del suo compagno, come spesso dico, un residuo di comune sessantottina che era una volta fatta anche da Ritanna
Armeni Rina Gagliardi e altri.
Lunedì arriva il carico dei libri carte abiti e suppellettili varie e per lintera giornata faccio lavori manuali, che
bellezza! ogni tanto ci vuole.
Marted́, 10 giugno 2008
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