Lettere dalle catacombe
dichiarazione d’intenti

di Lidia Menapace

13 maggio 2008

1) Ci dichiariamo anticapitalisti non a priori, ma giudicando -con meditata analisi- tale assetto moralmente ingiusto e razionalmente insufficiente. Non neghiamo che abbia rappresentato un forte elemento di avanzamento nella storia umana sotto il profilo dell’applIcazione della scienza alla produzione e della costruzione dello stato di diritto.

2) Diciamo subito questo, per ricordare che non qualsiasi forma di opposizione al capitalismo è positiva; vi sono anche nostalgie prerivoluzione francese, rivoluzioni passive e reazioni: ad esempio oggi la proposta del comunitarismo che sostituisce la cittadinanza è un elemento reazionario e il sovversivismo che sostituisce la lotta nonviolenta atta a forzare con grande precisione i limiti della legalità (borghese) e stabilire una legalità più alta è una risoluzione delle ambiguità capitalistiche in senso reazionario (tanto è vero che ambedue ineriscono alla Lega e a Comunione e liberazione).

3) Esaminiamo la storia delle rivoluzioni anticapitalistiche per costruire una memoria critica utile per il futuro, perciò leggiamo le due principali forme di opposizione rivoluzionaria al capitalismo così come si sono sviluppate nel secolo XX con grande intensità e passione, ma anche con distacco e giudizio.

4) La rivoluzione d’ottobre ha rappresentato uno dei due maggiori tentativi di rovesciamento e superamento del capitalismo attraverso la conquista del potere statale, l’altro è la maoista; pure un grande esempio è Cuba, come la Jugoslavia di Tito. Differenti le rivoluzioni del resto dell’America latina che hanno diritto a una lettura specifica.

5) Alla rivoluzione d’ottobre possiamo osservare che la conquista del potere statale (conquista del Palazzo d’inverno) avviene in e conserva un deficit di democrazia anche per lo stato di arretratezza politica dello zarismo e la nessuna presenza di forme democratiche del diritto. Da qui l ’Unione sovietica eredita una propensione all’autocrazia che non si risolve mai e che addirittura la fa retrocedere verso forme di capitalismo selvaggio dopo la caduta del muro di Berlino. Quanto alla rivoluzione cinese era particolarmente innovativa per la scelta del modello di industrializzazione (industria leggere utile alla popolazione del paese) e per le importantissime promesse strutturali mantenute (una ciotola di riso a tutti/e ogni giorno, un paio di sandali ai piedi, un tetto sopra la testa) mentre sotto il profilo un tempo detto sovrastrutturale importantissima la politica di genere e invece gravemente involuta sotto il profilo dell’autoritarismo e della negazione dei diritti civili la rivoluzione culturale. Quanto a Cuba è una rivoluzione importata e rappresenta bene una composizione di elementi culturali specifici. Anche qui il deficit di democrazia è grave, ma resta decisiva la capacità di resistere all’assedio economico e la politica dei paesi non allineati. Il che si può dire anche per la Jugoslavia di Tito, molto interessante per la pratica autogestionaria e la capacità di tenere sotto controllo di legalità i difficili equilibri multiculturali interii allo stato.

6) In moltipaesi europei si sviluppò una forma di opposizione al capitalismo che di fatto accettò le fondamenta del pensiero economico "borghese", puntando tuttavia a una sua profonda modifica attraveeso le fome di lotta rese possibili dalla permanenza e difesa della democrazia politica. La crisi della repubblica di Weimar dice adesso che è un tentativo che non può riuscire, ma oggi non vi è più dubbio che le ipotesi riformiste della socialdemocrazia europea e persino quelle riformatrici, accompagnate da un disegno di vero superamento del sistema, non possono resistere al capitalismo che si vendica.


7) Resta una ipotesi, un disegno non ancora mai provato e del resto non descritta completamente dalla sua autrice, per motivi assolutamente non modificabili: Rosa Luxemburg fu uccisa dopo la sconfitta della Germania nella prima guerra mondiale e accusata per l’appunto di essere la causa di quella sconfitta. II riconoscimento selvaggio dice però la forza del suo pensiero e un buon compito è cercare di capire che cosa proponeva, aggiornarlo e applicarlo.

8)E ciò che ci proponiamo di fare.



Mercoledì, 14 maggio 2008