Riflessione
Da femminista, libertaria e aspirante nonviolenta

di Floriana Lipparini

A sostegno dell’appello del 2 marzo a Bologna


[Ringraziamo Floriana Lipparini (per contatti: effe.elle@fastwebnet.it) per questo intervento.

Floriana Lipparini, giornalista, ha lavorato per numerosi periodici, tra cui il mensile "Guerre e Pace", che per qualche tempo ha anche diretto, occupandosi soprattutto della guerra nella ex Jugoslavia. Impegnata nel movimento delle donne (Collettivo della Libreria Utopia, Donne per la pace, Genere e politica, Associazione Rosa Luxemburg), ha coordinato negli anni del conflitto jugoslavo il Laboratorio pacifista delle donne di Rijeka, un’esperienza di condivisione e relazione nel segno del femminile, del pacifismo, dell’interculturalita’, dell’opposizione nonviolenta attiva alla guerra. E’ autrice del libro Per altre vie. Donne fra guerre e nazionalismi, edito nel 2005 in Croazia da Shura publications in edizione bilingue, italiana e croata, e nel 2007 pubblicato in Italia da Terrelibere.org in edizione riveduta e ampliata]


Ho letto con interesse l’appello e le varie considerazioni in merito. E’ a una grande lotta simbolica che state pensando, oppure credete nella probabilita’ di entrare in Parlamento come formazione autonoma? I ragionamenti da fare nei due casi sono diversi e mettono in gioco numerosi elementi e livelli di riflessione.

Da femminista, libertaria e aspirante nonviolenta (ma com’e’ difficile esserlo davvero!), guardo alla presenza nelle istituzioni in modo decisamente critico, non perche’ pensi giusto non prendersi responsabilita’ e lasciare spazio a chi ci trascina in una spirale di ingiustizia e violenza, ma perche’ le attuali forme della rappresentanza sono abissalmente lontane da quelle che potrebbero favorire un’autentica crescita della coscienza civile, e una partecipazione consapevole e critica di elettrici ed elettori. Non per niente continua a prevalere l’opzione del peggior populismo/fascismo.

E’ possibile giocare con qualche speranza di successo, in sede istituzionale, una partita che ha vecchie regole non piu’ condivisibili, e dadi spesso truccati? Lascio ora da parte un altro punto critico (il potere come pifferaio magico che trasforma le persone... ne abbiamo avuto esperienza in questa ultima legislatura), mi limito a chiedermi se sia una strada percorribile per rigenerare davvero questo sistema, se cosi’ si possa davvero raggiungere una sorgente limpida da cui trarre l’energia di una seconda nascita.

L’acuirsi tragico di una disastrosa fase storica, politica, e direi anche antropologica, richiederebbe una mutazione profondissima di tutte le coordinate e anzitutto dell’ordine patriarcale che a nord come a sud, a est come a ovest reggono societa’ e istituzioni su questo pianeta; questa e’ la mia causa e con le mie scarse forze e’ su questo che cerco di impegnarmi. A volte sembra davvero che siamo tutte e tutti voces clamantes nel deserto, ma per mia indole credo si debba continuare in ogni caso, chi puo’ escludere che proprio domani inizi il cambiamento?

Il punto e’: radunare le forze sparse (troppo sparse) per incidere di piu’ e meglio nella societa’, in quello "spazio pubblico" di cui parla Arendt e che rappresenta una sfera differente sia dal privato sia dall’istituzionale, oppure avventurarsi nella strada della rappresentanza pubblica che ha regole gia’ date?

Naturalmente penso che l’approfondimento e il confronto su questo sia in ogni caso importante e utile, quindi cerchero’, se appena posso, di partecipare all’incontro del 2 marzo a Bologna.

Tratto da
Notizie minime de
La nonviolenza è in cammino


proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini.
Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

Arretrati in:
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Numero 363 del 12 febbraio 2008



Marted́, 12 febbraio 2008