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Sulla sinistra Mons. Betori all'Assemblea della Cei del 14 maggio scorso

Il dopo elezioni del 13 maggio 2001 : La CEI vuole l'abolizione della legge sull'aborto

Chi ha detto che le guerre di religione sono finite?

 

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Le elezioni sono appena concluse. Il nuovo governo non sarà operativo prima di tre settimane, ma immediatamente chi ha avuto le promesse passa all'incasso. Lo fa la CEI con la seguente dichiarazione, riportata dall'agenzia SIR, di Mons. Betori, nuovo segretario generale dei vescovi italiani. Il linguaggio è contorto, ipocrita direbbe qualcuno. Lo scopo è quello di rendere "oggettiva" la richiesta di modifica della legge sull'aborto e non invece una precisa richiesta del Vaticano.

dal SIR del 15/05/2001

ASSEMBLEA CEI: MONS. BETORI, LA REVISIONE DELLA LEGGE SULL'ABORTO VA "AL DI LÀ" DELLE MAGGIORANZE POLITICHE

In materia di aborto, "le attese travalicano le maggioranze, anche perché non si misurano sui programmi, di una forza politica o dell'altra, ma sui programmi concreti che vengono attuati". Durante la prima conferenza stampa dell'Assemblea generale della Cei, in corso in Vaticano fino al 18 maggio, mons. Giuseppe Betori, segretario generale dei vescovi italiani, ha risposto in questi termini alla domanda di un giornalista, che riproponeva la questione della possibile revisione delle legge 194. "Non è una novità - ha ribadito Betori - che i vescovi auspichino da sempre una legislazione diversa in materia di aborto, ma spetta ai politici, e ai cattolici impegnati in politica, valutare la concreta attuabilità dell'introduzione di un regime diverso, in fatto di interruzione volontaria di gravidanza". Su un piano generale, ha osservato Betori, "i vescovi si augurano il completamento del tragitto" di revisione della legge: "si aspettano la vita, non la morte, e nemmeno la metà del cammino tra la morte e la vita. Finché si prevederà la morte, i vescovi non saranno mai contenti di questa legge". In attesa, tuttavia, di auspicabili modifiche (o della revisione totale dell'impianto legislativo), "non resta altro" che attenersi alla legislazione in corso, ha commentato Betori. Anche in materia di famiglia, ha aggiunto, "non misuriamo i programmi politici, ma le attese che dovranno essere tradotte in progetti". E' indubbio, ha sottolineato tuttavia il segretario generale della Cei rimandando ad un passaggio della prolusione del card. Ruini, che "non c'è crescita delle famiglie se non si manifestano anche condizioni fiscali idonee ad aiutarle concretamente".


"Il Dialogo - Periodico di Monteforte Irpino" - Direttore Responsabile: Giovanni Sarubbi

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