Le
elezioni sono appena concluse. Il nuovo governo non sarà operativo prima di tre
settimane, ma immediatamente chi ha avuto le promesse passa all'incasso. Lo fa la CEI con
la seguente dichiarazione, riportata dall'agenzia SIR, di Mons. Betori, nuovo segretario
generale dei vescovi italiani. Il linguaggio è contorto, ipocrita direbbe qualcuno. Lo
scopo è quello di rendere "oggettiva" la richiesta di modifica della legge
sull'aborto e non invece una precisa richiesta del Vaticano.
dal SIR del 15/05/2001
ASSEMBLEA CEI: MONS. BETORI, LA REVISIONE DELLA LEGGE SULL'ABORTO VA "AL DI LÀ"
DELLE MAGGIORANZE POLITICHE
In materia di aborto, "le attese travalicano le maggioranze, anche perché non si
misurano sui programmi, di una forza politica o dell'altra, ma sui programmi concreti che
vengono attuati". Durante la prima conferenza stampa dell'Assemblea generale della
Cei, in corso in Vaticano fino al 18 maggio, mons. Giuseppe Betori, segretario generale
dei vescovi italiani, ha risposto in questi termini alla domanda di un giornalista, che
riproponeva la questione della possibile revisione delle legge 194. "Non è una
novità - ha ribadito Betori - che i vescovi auspichino da sempre una legislazione diversa
in materia di aborto, ma spetta ai politici, e ai cattolici impegnati in politica,
valutare la concreta attuabilità dell'introduzione di un regime diverso, in fatto di
interruzione volontaria di gravidanza". Su un piano generale, ha osservato Betori,
"i vescovi si augurano il completamento del tragitto" di revisione della legge:
"si aspettano la vita, non la morte, e nemmeno la metà del cammino tra la morte e la
vita. Finché si prevederà la morte, i vescovi non saranno mai contenti di questa
legge". In attesa, tuttavia, di auspicabili modifiche (o della revisione totale
dell'impianto legislativo), "non resta altro" che attenersi alla legislazione in
corso, ha commentato Betori. Anche in materia di famiglia, ha aggiunto, "non
misuriamo i programmi politici, ma le attese che dovranno essere tradotte in
progetti". E' indubbio, ha sottolineato tuttavia il segretario generale della Cei
rimandando ad un passaggio della prolusione del card. Ruini, che "non c'è crescita
delle famiglie se non si manifestano anche condizioni fiscali idonee ad aiutarle
concretamente".
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