Editoriale
Welby e il Padreterno

di Rosario Amico Roxas

E’ trascorso un anno dalla morte di Piergiorgio Welby, ma non bisogna dimenticare; non per portare rancore a chicchessia o per rinnovare rimostranze, ma per dimensionare un evento in tutta la sua tragica "umanità", che menti offuscate hanno ristretto nell’alveo delle condizioni di principio, facendole "un caso" mediatico, da una parte politico e dall’altra teologico, trascurando, entrambi il dramma umano della sovverenza che trova conforto solo nella carità cristiana (per i credenti) e nella solidarietà avulsa dalle speculazioni (per i laici).

Per ricordare degnamente Piergiorgio Welby affidiamoci alla fantasia che è il supporto umano alla Fede; quella fantasia che supera tutte le barriere del tempo e dello spazio, che supera la Ragione e rende l’uomo grandissimo pur dentro le sue miserie.
Con gli occhi della fantasia immaginiamo l’incontro tra Welby e il Padreterno, in un incontro privato, stante la delicatezza dell’argomento.
Welby ha parlato delle sue sofferenze, di quella vita vissuta mercè l’ausilio di macchine che nulla hanno a che vedere con quel cuore che Dio forgiò dal fango.
Il Creatore taceva, pur avendo molti argomenti da obiettare (la vita è sacra, solo IO posso decidere, l’uomo è fatto a immagine di Dio e non può decidere della sua vita); ma non si servì di quegli argomenti, facendo prevalere la Sua infinita capacità di ascoltare, fino al punto di "comprendere" le esigenze del povero Welby; ho detto "comprendere" e non "condividere"; capire una persona non significa aderire alle sue idee; ma la immensa dimensione divina arriva a comprendere, perchè arricchita all’infinito dall’Amore.
In fondo Dio stesso fece dire a Suo figlio "Non giudicate e non sarete giudicati"; a questo punto mi piace pensare che Dio lo abbia preso per mano e lo abbia accompagnato lì dove le sofferenze umane hanno un termine.
E il Diritto Canonico ?
Su questo argomento ho solo una certezza (tutta personalissima); Dio non ha mai letto quel testo scritto dagli uomini, altrimenti sarebbe intervenuto citando commi, articoli, affermazioni di principio; quelle affermazioni di principio che decidono chi "è dentro" e chi "è fuori".
Welby è fuori, ma, secondo il Diritto Canonico, sono dentro i mafiosi, i camorristi, il capo della Magliana sepolto accanto a principi della Chiesa in una basilica romana; è dentro Pinochet che ha ricevuto funerali religiosi pur essendosi macchiato di delitti contro l’umanità e tanti, troppi altri.
Piergiorgio ha solo chiesto di essere capito, ma il Diritto Canonico ha preferito giudicarlo, dividendo il pianeta della Fede tra moralisti laici e moralisti clericali; entrambi lontanissimi dalla comprensione e dalla compassione; entrambi sollecitati da interpretazioni che privilegiano la Ragione in alternativa alla Fede che per i laici è la fantasia.
Il quesito che si pone diventa così: "Cosa ha più valore il rispetto del sabato o l’uomo ?", "la pietas cristiana o le norme scritte dagli uomini e inserite nel Diritto Canonico ?"
Per rispondere bisognerebbe sostituirsi a Dio, affidando l’ultimo giudizio a quel Dio che non ha mai letto il Diritto Canonico, ma che sa vedere dentro i cuori, con quell’amore "che move il Sole e le altre stelle"."


Rosario Amico Roxas(raroxas@tele2.it)



Sabato, 22 dicembre 2007