Editorale
Tre dimenticanze

di PEPPE SINI

Gli afgani assassinati dalla guerra terrorista e stragista cui l’esercito italiano partecipa, al fianco del primo terrorista planetario (per sventura del mondo presidente della prima superpotenza mondiale) e dei signori della guerra, e a vantaggio dei signori dell’eroina e del terrorismo internazionale.

La guerra terrorista e stragista che si prolunga da decenni; la guerra terrorista e stragista che viola tutti i diritti umani, che viola i fondamenti stessi del diritto internazionale, che viola la Costituzione della Repubblica Italiana.

Cosa si aspetta ad imporre che l’Italia cessi di partecipare alla guerra e s’mpegni finalmente per salvare le vite e costruire la pace? Cosa si aspetta ad imporre che i soldati italiani tornino a casa, vivi, ed integri nel corpo e nell’anima?

Cosa si aspetta ad imporre che governo e parlamento, cessata la scellerata cupio dissolvi, cessata la criminale ubriacatura guerriera e assassina, cessata la follia totalitaria, deliberino il rientro nell’alveo della legalita’ costituzionale e del diritto internazionale, cessino di essere terroristi e stragisti?

Si vuole sicurezza? Un governo e un parlamento che fanno una politica stragista e terrorista in Afghanistan non creano sicurezza, ma il suo esatto contrario. Non la povera gente che chiede un obolo all’angolo delle vie minaccia la sicurezza, ma chi dispone, ordina, commette, favoreggia stragi, e col suo sciagurato agire nuove stragi richiama. Il sangue sparso in Afghanistan anche con la complicita’ dello stato italiano ricadra’ sulle nostre teste, tutti lo sentiamo nel profondo del nostro cuore lacerato. La sola politica della sicurezza e’ quella che rispetta e promuove i diritti umani di tutti gli esseri umani, e’ quella che promuove solidarieta’, e’ quella che salva le vite, e’ quella che nessun essere umano abbandona alla miseria, alla sofferenza, all’oppressione, alla morte. La sola politica della sicurezza e’ la politica della nonviolenza attiva e operante.

*

I migranti che in fuga da carestie, guerre, dittature cercano di venire in Europa per trovar scampo da sofferenze e persecuzioni inenarrabili.

Quei migranti che la Costituzione della Repubblica italiana (nata dalla Resistenza antifascista e dalla sconfitta dell’ordine hitleriano) dispone che hanno diritto di venire nel nostro paese a trovare salvezza, e dispone che il nostro paese ha il dovere di accoglierli e salvarli, affinche’ trovino qui quei diritti e quelle liberta’ che il nostro ordinamento giuridico riconosce a tutti gli esseri umani e che nei loro paesi sono proditoriamente, barbaramente negati.

Questi migranti che una politica anticostituzionale e disumana invece di salvare condanna alla sofferenza e alla morte, abbandona nelle mani dei poteri criminali schiavisti, riconsegna ai loro persecutori, reclude in infami campi di concentramento, usa come corpi mercificati come i nazisti usavano i corpi delle loro vittime, fa morire soffocati nei Tir e annegati tra le onde, sui cigli delle strade seviziati e dilaniati.

Questi crimini contro l’umanita’ non potranno mai essere perdonati, condonati, dimenticati. Di questi crimini contro l’umanita’ sono responsabili, e ne dovranno pur rispondere - dinanzi a quel tribunale dell’umanita’ che e’ la memoria storica di coloro che verranno, e la coscienza di coloro che oggi non son ciechi - non solo quei politicanti fascistizzati che tali feroci situazioni e anomiche norme ed aberranti consuetudini hanno creato o non hanno contrastato e abolito avendone il potere, non solo i funzionari prestatisi ad agire con logiche da Terzo Reich, ma anche tutte le persone che non si sono opposte, che non si sono ribellate, che non hanno levato la loro voce, le loro braccia, a difesa della vita e della dignita’ di tanti fratelli e tante sorelle che speravano di trovare in noi Abele e non Caino. E’ del mio dolore, e’ della mia vergogna che parlo.

*

Se il cuore non mi sanguinasse ed avessi ancora la capacita’ di Swift o almeno quella di Voltaire o se non altro quella di Wilde, agli eccellentissimi signori legislatori e signori pubblici amministratori questa esperienza proporrei di fare: andassero un pomeriggio in strada, in abiti dimessi e non lavati ed affamati davvero dopo un lungo digiuno, a chiedere un soldino per poter mangiare. Capirebbero tante cose.

Se il cuore non mi sanguinasse e potessi usare qui la lingua di Aristofane o di Plauto o di Moliere, agli eccellentissimi signori legislatori e signori pubblici amministratori questa esperienza proporrei di fare: si fermassero una mezz’ora a ragionare, e si chiedessero perche’ vi sono persone nel nostro paese che nell’estate piu’ torrida soffrono sotto il sole ai semafori avvelenandosi degli scarichi delle automobili dei ricchi per poter avere una misera, misera moneta da tanti, tanti insulti accompagnata.

Se il cuore non mi sanguinasse e potessi qui pacatamente argomentare sul senso e sui fini dell’ordinamento giuridico, sul diritto all’assistenza, sui doveri dei pubblici ufficiali, su cosa sia pubblica amministrazione, cosa bene pubblica, e cosi’ via (e saprei ben farlo, e’ stato per tanti anni il mio mestiere quando sedevo sui banchi in cui si rappresenta la volonta’ popolare e si serve il pubblico bene e si reca aiuto a chi e’ nel bisogno - che a questo sarebbero intese le pubbliche funzioni, e gia’ solo ricordarlo suscita risa inestinguibili e non gia’ tra gli dei beati ma nella bolgia dell’infima canaglia), agli eccellentissimi signori legislatori e signori pubblici amministratori questa esperienza proporrei di fare: di ricordarsi di quanto le leggi vigenti dispongono in materia di pubblica assistenza, di aiuto alle vere vittime del crimine vero, di rispetto dell’umana dignita’, ed anche di quanto le leggi dispongono in materia di omissione di soccorso, di abuso, di violazione dei diritti personali, di lesione della dignita’ della persona: e se di quanto le leggi dispongono a loro protezione i poveri avessero contezza, quanti processi penali e quante cause civili migliaia e migliaia di persone potrebbero e dovrebbero oggi intentare contro sindaci, assessori, parlamentari e ministri che con le loro crudelta’ e barbarie insozzano il nostro paese, con i loro atti amministrativi e le loro esternazioni deliranti violano leggi e leggi e leggi, e l’umanita’ di ogni essere umano feriscono, e l’umanita’ intera.

Se il cuore non mi sanguinasse: ma invece il cuore mi sanguina, e solo in urlo mi prorompono dal petto le parole: come potete, voi investiti di pubbliche funzioni, perseguitare vieppiu’ i poveri invece di aiutarli? come potete perseguitare gli oppressi invece di sostenerli? come potete tradire cosi’ ogni legge umana, ogni umano valore? Cosi’ agendo da criminali agite, e da fascisti. E proprio questo penso. E proprio questo dico.

Tratto da
Notizie minime de
La nonviolenza è in cammino


proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini.
Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

Arretrati in:
http://lists.peacelink.it/

Numero 205 del 7 settembre 2007



Venerd́, 07 settembre 2007