Ieri una fonte governativa afgana ha diffuso la notizia che un bombardamento della Nato ha compiuto una nuova strage di civili in Afghanistan, operai edili che lavoravano a una strada. Lennesima strage di civili. E perché dovrebbe fare notizia?
Quando gli assassini siamo noi, mica vale.
Noi non siamo terroristi, le nostre stragi non contano.
Non ne parliamo. Occupiamoci invece dei grandi problemi dellumanità: la forfora nei capelli, il gioco del lotto, lultima esternazione dellultimo capobastone dellultimo partitello della grande coalizione per la nuova maggioranza del condominio.
E invece ogni vittima ha il volto di Abele, ed é un crimine orribile luccisione di ogni essere umano, quale che sia la sua nazionalità, la sua religione, il suo stato civile. Ed uno stesso inestinguibile dolore arreca allumanità intera la morte di ogni persona.
Tu non uccidere, dicono tutte le tavole giuridiche e le voci morali degne di ascolto. Tu non uccidere, tu salva le vite.
In Afghanistan é in corso una guerra terrorista e stragista che si prolunga dai tempi dellinvasione dellArmata rossa.
In Afghanistan lItalia sta partecipando alla guerra e alle stragi, in violazione del diritto internazionale e della legalità costituzionale.
Il governo, il parlamento e il popolo italiano hanno un solo urgente dovere: cessare di partecipare alla guerra e alle stragi, cessare di essere potenza occupante e criminale terrorista nei confronti del popolo afgano.
Cessare di fare la guerra, iniziare a costruire la pace.
E la pace si costruisce con la smilitarizzazione e col disarmo, con la solidarietà che salva le vite, con la scelta della nonviolenza. La nonviolenza é la politica del XXI secolo.
Se non mi trovassi ad essere anchio un italiano forse non scriverei queste righe.
Se non mi sentissi io stesso coinvolto nellorrore e nella vergogna forse non scriverei queste righe.
Ma la guerra terrorista e stragista in Afghanistan é un delitto commesso anche dal mio paese; dal governo, dal parlamento, dallo stato italiano: é un delitto di cui in qualche modo e misura non posso non sentirmi contaminato anchio finché la mia opposizione unita a quella di altre persone di retto intendimento e di volontà buona non farà cessare la partecipazione italiana alla guerra e alle stragi, non farà agire lItalia contro la guerra, per salvare le vite, per salvare la civiltà. Tratto da Notizie minime de La nonviolenza è in cammino
proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it
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Numero 288 del 29 novembre 2007
Venerdì, 30 novembre 2007
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