Editoriale
La giornata mondiale del silenzio

di Mario Mariotti

I° Gennaio, giornata mondiale della pace; la famiglia quale prototipo del progetto di Dio per tutto il genere umano; chi ostacola la famiglia congiura contro la pace. Benissimo! Perfetto! Enunciati dal suono dolcissimo; bisognerebbe metterli in musica, in gregoriano. Messaggi preziosi, estremamente significativi, includenti la stessa carica rivoluzionaria e liberatrice di quelli che proclamano che l’amore salverà il mondo, che è necessaria la giustizia, che la pace è indispensabile, che la salvezza sta nella speranza, ovviamente cristiana. Manca solo la profezia che se è giorno non è notte, che se siamo buoni non siamo cattivi, che se crediamo e ubbidiamo avremo la vita eterna, e siamo serviti a puntino per l’Oscar dell’alienazione, ubbidiente ed orante….
Io parto dicendo subito che gli iniziali enunciati del Papa e della gerarchia sono tutti giusti, e che tutti coloro che li ascoltano, quelli a becco in su a Piazza s. Pietro, e quelli seduti a casa davanti alla TV, si possono congratulare sia con la gerarchia per il prezioso magistero, sia con se stessi, che si sono presi il disturbo di ascoltarla, meritandosi in questo modo qualche centinaio di giorni di indulgenza, per accorciarsi il purgatorio…
Tuttavia, se il discorso non si fermasse alle caratteristiche della famiglia necessarie per meritare il bollino blu della chiesa docente, bollini al quale essa sembra tenere moltissimo, dato che altri tipi di convivenza, più laici, rischiano di sollevare la gerarchia dalla missione “del tutto gratuita” del celebrare matrimoni, che essa trasforma da testimonianza di un patto d’amore in un sacramento dai presunti effetti positivi intrinseci e perpetui, tuttavia dicevo, se il discorso non si fermasse lì, si finirebbe forse con il cadere nell’esecrando peccato di apologia del comunismo! Se ci pensiamo bene, la qualità dei rapporti economici che sussistono all’interno della famiglia: tutto viene condiviso, ognuno contribuisce a suo modo e riceve il necessario dagli altri, coloro che sono più in difficoltà, sono il criterio amoroso di un’economia di comunione, che provvede alle suddette difficoltà, se questa qualità, dicevo, venisse estesa a tutta la società, ed alla fine a tutta la sterminata famiglia del genere umano, ecco che capitalismo privato, mercato e competizione, andrebbero a farsi benedire, e sortirebbe un socialismo universale, con i viventi in difficoltà come criterio di amore coerente; progetto che il Signore, ai suoi tempi, aveva chiamato Regno, e che sicuramente coincide con il progetto che il Padre buono ha previsto per noi come compito e come traguardo della nostra vita. Sarà sicuramente per non cadere in questo reato, apologia del comunismo, che il discorso della gerarchia rimane generico, decontestualizzato e sostanzialmente alienante: esso non disturba nessuno e la conversione delle anime procede restando completamente immobile e virtuale.
E se poi è anche vero che chi ostacola la famiglia è uno che congiura, che lavora contro la pace, chi più della gerarchia è complice e quindi anche colpevole di tale reato, e congiura contro la stessa pace? La condanna della cultura dei Beati i ricchi, madre della trinità maligna del capitalismo, del mercato e della competizione, è del futuro assente, e fruisce dell’assordante silenzio della chiesa docente, mentre tale cultura è la vera e sostanziale causa sia della crisi della famiglia, che dell’assenza della pace, per lo meno di quella pace che, per essere tale, deve starsene in simbiosi con la giustizia, con l’uguaglianza delle condizioni di vita di tutti i cittadini, con un rapporto di custodia, e non di sfruttamento, di ogni vivente e dello stesso ecosistema.
Passano gli anni, si susseguono le Giornate della Pace, continuano a venir bruciate le occasioni di coscientizzazione del prossimo.
Tutti i focolai di guerra vengono elencati, mai una parola sui responsabili, sulla politica imperiale, sulle manovre destabilizzanti delle Multinazionali, sui governi che violano sistematicamente i diritti umani, sul cancro dello “scambio ineguale” che genera strutturalmente lo sfruttamento e la povertà.
Le entrate della Chiesa cattolica, 8 per mille, esenzione dell’ICI ecc. rese possibili dai privilegi che essa è sempre riuscita ad ottenere dai politici, sia di destra che di sinistra, sono enormi, ma solo una piccola quota finisce ai legittimi destinatari. Come al solito, la vedova continua a buttare nel tesoro del Tempio ciò che ella dovrebbe ricevere da lui; come al solito i pastori sollecitano la compassione e l’impegno delle pecore, invece di andare a bussare da chi gestisce il frutto dei sopraddetti privilegi.
Quest’ultimo, sfortunatamente per lui, subissato di sterco del demonio, occupato a convertire gli altri e non se stesso, farà la fine del ricco Epulone: delegando al prossimo l’esercizio della condivisione, dell’economia di comunione, di cui proprio la famiglia è prototipo, è modello e invitando gli altri a fare ciò che egli neppure pensa assolutamente di fare, si caricherà dei meriti sia dei ricchi, che degli ipocriti. Povero lui…
E, d’altra parte, c’è un segnale quanto mai indicativo di questa triste realtà: sono le persone che, ad ogni picco di freddo, muoiono assiderate nelle città delle “radici cristiane” del nostro Paese, dell’Europa e del mondo intero.
Secoli e secoli di epidemie liturgiche e sacramentali, folle oceaniche a S. Pietro, per ricevere la benedizione del presunto vicario di Dio in terra, un nutritissimo stuolo di chiese e di ordini religiosi, annidati nei siti più confortevoli dell’Urbe, ed ecco la pietra d’inciampo: gli ultimi, essi pure irrepetibili figli del Padre buono e onnipotente, se ne stanno morti assiderati negli angoli bui, fuori dalla porta della casa di Dio…
A quando la “giornata mondiale del silenzio”, per equalizzare forma e sostanza, dato che qest’ultima, la denuncia della trinità maligna generata dal beati i ricchi, è coperta dal plurisecolare silenzio dei solo virtuali discepoli di Colui che, invece, proclamò: “Beati i poveri in Spirito”, cioè coloro che scelgono il necessario e condividono ciò che eccede con coloro che ne sono privi?



Sabato, 19 gennaio 2008