Editoriale
«Un Santo scomodo»

di Mario Mariotti

Il primo motivo per cui bisognerebbe procedere al processo di beatificazione di Carlo Marx è quello della sua appartenenza alla teologia dell’Incarnazione, dato che la sua utopia della fratellanza, un mondo senza servi e senza padroni, la voleva incarnata, costruita in questo nostro mondo, e non nel Regno dei cieli.
Il secondo motivo è quello della lucidità della sua profezia, quando metteva in guardia il prossimo dalla funzione oppiacea, alienata ed alienante, della religione. E questa seconda verità, pur essendo dimostrata da secoli e secoli di cristianesimo reale, appare fondatissima anche oggi, se ci mettiamo a riflettere sul rapporto dello stesso cristianesimo con la cultura dell’impero americano, che imperversa da circa un secolo (prima c’era l’impero inglese) e che, globalizzandosi, rischia di portare al collasso tutto l’ecosistema, con l’uomo incluso, autore e vittima della propria rovina.
Se non ci siamo lasciati ottundere del tutto dalla continua bestemmia della Verità mandata in onda dalla T.V. fedelissimo strumento del principe di questo mondo, Sua Santità Mammona, e, quindi, se abbiamo ancora un po’ di lucidità nel sito collocato sopra il nostro collo, non possiamo non accorgerci che la cultura dell’Impero si connota come contraddizione, radicale, ontologica, di quel progetto di Dio per noi che ci è stato proposto dal Signore. Il motore della sopraddetta cultura è il “beati gli indefinitamente ricchi”, e Gesù ci dice che il futuro secondo Dio lo costruiscono proprio coloro che scelgono la povertà (“beati i poveri in spirito”, cioè per scelta), dato che lo spirito, nella cultura degli estensori dei Vangeli, è la sede della volontà, come il cuore è quella dei sentimenti).
I cardini, le espressioni più significative sempre della suddetta cultura sono l’individualismo più che esasperato, che sfocia in un vero e proprio razzismo coltivato dai ricchi, dai vincitori, a danno dei poveri, dei perdenti; e la competizione perpetua, che uccide i rapporti fraterni e rafforza il razzismo dei vincitori a danno dei perdenti, degli sconfitti della competizione, la quale implica, strutturalmente, la presenza dei vincitori, pochi, e dei vinti, la maggioranza delle persone.
Siamo agli antipodi del progetto dell’uomo secondo Dio, e anche agli antipodi dell’uomo secondo l’etica laica, che è la sola veramente evangelica e che coincide col primo, secondo la quale l’uomo è tale se è per gli altri, e se costruisce assieme agli altri, un mondo in cui il necessario e la gioia siano accessibili a tutti, anche ai minimi.
Fraternità, comunione, servizio, collaborazione, solidarietà, ascolto degli altri, pianificazione del futuro secondo giustizia, impegno per l’equalizzazione delle condizioni di vita di tutti i cittadini del pianeta, ricerca di un modo di vivere e di scegliere che non rechi dolore, consapevolezza della necessità di una cooperazione fra tutti con pari dignità, consapevolezza della nostra interdipendenza, fra di noi e con l’ecosistema, per cui la soluzione dei nostri problemi ci viene dagli altri, e noi siamo una quota del contributo alla soluzione dei problemi degli altri.
La cultura cristiana, l’amatevi fra voi come Dio vi ama, coincidente con quella laica del fare agli altri ciò che si vorrebbe ricevere da loro, si dovrebbe muovere all’interno dei precedenti valori, e chi conservasse all’interno di sé stesso anche solo una minima frazione di DNA di cristianesimo, non religioso, ma laico, si renderebbe conto che il modo di vivere, di scegliere e di comportarsi della cultura d’oltre oceano, (che ormai parte integrante della nostra stessa cultura, dato che a Ialta noi venimmo assegnanti quale colonia all’impero USA) è una continua negazione, è una continua bestemmia della prima, della laicità cristiana.
Come si determina, invece, il cristianesimo religioso americano? Riesce non solo a convivere in pace e armonia col Beati i ricchi, col capitalismo privato, col mercato, con la competizione, con l’individualismo esasperato proprio di quella società e di quella cultura, ma riesce ad ingoiare Bush che giura sulla Bibbia, riesce a digerire le guerre preventive portate avanti da lui, riesce a convivere con le porcate ecumeniche della CIA, con l’esportazione della democrazia (del dollaro) attraverso la menzogna e la violenza, con una informazione che ottunde perfino i topi delle fogne e che impone la violenza come metodo abituale per risolvere i problemi, con un esplicarsi dei rapporti umani connotato di strumentalizzazione, di sopraffazione e di violenza, con l’assenza di assistenza sanitaria per decine di milioni di propri concittadini, con la presenza di differenze abissali nelle condizioni di vita della gente, coi miti della ricchezza, del potere, della giovinezza, del successo, del piacere, che umiliano milioni di poveri Cristi, col mito della difesa personale, per cui, per il primo dentino, il regalo è un’arma per difendersi dai “fratellini”, con il più schifoso e maligno razzismo che possa esistere, quello dei ricchi a danno dei poveri, (espressione talmente maligna da riuscire ad uccidere anche il futuro, dato che, in quella società, i primi, i ricchi, sono riusciti a convincere i secondi, i poveri, di meritarsi lo sfruttamento e l’inferno cui sono costretti da loro).
In certe occasioni è possibile toccare gli estremi dell’ipocrisia: il potere politico difende i valori di democrazia e libertà (appropriazione indebita di petrolio e delle varie materie prime ai danni del prossimo), per procura, non pagando di persona, ma mandando i giovani ad uccidere e a morire in Iraq. I giovani vanno a rischiare la vita massacrando quella del prossimo (il rapporto fra le vittime della guerra fino ad oggi è di 1 a 200, ma i cattivi sono i talebani!) per puro spirito di “volontariato”, cioè per guadagnare i dollari necessari a farsi strada al ritorno nel proprio paese. Bellissimo questo volontariato a pagamento!
Si vede che, dal cristianesimo made in USA, viene in questo caso considerato normale, fra i tanti possibili lavori, quello di specializzarsi nell’uccidere, nell’arrostire, nello storpiare, nel liofilizzare il prossimo, per ricavare il necessario per dar da vivere alla propria famiglia ed a se stessi! In un quadro “evangelico” di questo tipo, la Chiesa docente, colà pascolante, svolge la propria funzione oppiacea di psicoterapia consolatoria e probabilmente ricava i sesterzi per il proprio sostentamento dai battesimi, dai matrimoni e dai funerali (non credo goda dell’8 per mille come la nostra) benedicendo l’ordine costituito, votando per Bush, maledicendo i cattivi di turno, ieri i comunisti, oggi i terroristi talebani…..
Non vi sembra, carissimi lettori, più che evangelica l’analisi di Marx sul potere oppiaceo micidiale della religione, e più che evangelico il suo invito ai poveri di tutto il mondo ad unirsi, per costruire quel mondo senza più servi né padroni che è una eco, una volta esplicitata anche la necessità della prassi della non-volenza, del progetto del Signore, laico e compagno per amore?


Mario Mariotti



Martedì, 10 luglio 2007