Editoriale
Quasi una lettera a tanti vecchi amici

di PEPPE SINI

Come potete continuare a tacere?

Come potete fingere di non vedere i massacri in corso in Afghanistan?

Come potete continuare a sostenere una politica guerriera e terrorista, barbara e stragista, razzista e imperialista, alla quale vi opponevate anche voi prima delle elezioni del 2006?

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Ahime’, ai vertici delle istituzioni e delle organizzazioni politiche italiane oggi al potere siedono non pochi miei vecchi amici e compagni di gioventu’. Non era questo che ci muoveva quando sostenevamo le lotte di liberazione dei popoli del sud del mondo, quando eravamo obiettori di coscienza al servizio militare, quando contrastavamo le centrali nucleari, quando ci opponevamo ai missili e alla mafia, quando lottavamo per il disarmo e i diritti umani. Cosa e’ accaduto? Cosa siamo diventati? Ahime’, negli apparati dei partiti di governo e nelle rappresentanze istituzionali che sostengono la guerra terrorista e stragista vi sono anche nostri antichi allievi. Non e’ questo, non e’ questo che cercammo d’insegnarvi nell’unico modo in cui sappiamo che si insegna: con l’esempio e alla scuola di Antigone. Cosa e’ accaduto? Perche’ abbiamo fallito? Ahime’, intere organizzazioni che pur si proclamavano pacifiste - ed alcune addirittura nonviolente - hanno ceduto alla guerra, hanno avallato la guerra, della guerra terrorista e stragista complici si sono rese. Ed evidentemente non abbiamo saputo trovare le parole per persuadere le persone che le rappresentano e le dirigono a resistere, a persistere nel vero e nel giusto. Donde questa confusione delle lingue? Come potremo incontrarci ancora senza tutti provarne un infinito orrore, una vergogna infinita? Ahime’, che mentre vedo tanti innocenti tratti col raffio al mattatoio, sento abissale anche la mia colpa di non aver saputo contrastare, porre riparo, fare tutto il necessario per salvare quelle vite.

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Solo la nonviolenza puo’ salvare l’umanita’. Solo la pace costruisce la pace. Solo con la democrazia la democrazia si difende. Cessare di uccidere, salvare le vite. L’unica politica internazionale ragionevole e guaritrice e’ quella che ripudia la guerra, le sue logiche, i suoi strumenti, i suoi apparati. L’unica politica internazionale ragionevole e guaritrice e’ quella che a tutti gli esseri umani riconosce il diritto a non essere uccisi.



Marted́, 10 luglio 2007