L'editoriale: Una decisione di portata storica

«Le religioni stiano fuori dalle guerre»

A proposito della decisione di Giovanni Paolo II° di convoncare un'incontro mondiale di tutte le religioni per il 24 gennaio 2002 ad Assisi e di invitare i cristiani a digiunare insieme ai musulmani nell'ultimo giorno del Ramadan il 14 dicembre prossimo. Una posizione che va nella stessa direzione dell'appello per l'istituzione di una giornata per il dialogo cristianoislamico.

Di Giovanni Sarubbi

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La decisione di Giovanni Paolo II°, resa nota oggi 18 novembre, di invitare tutte le religioni del mondo il 24 gennaio ad un incontro di preghiera per la pace, crediamo sia un importante messaggio di pace e di speranza all'intera umanità. Finalmente l'idea che le religioni debbano tirarsi fuori in modo esplicito e solenne, senza ambiguità e diplomazie, da qualsiasi guerra presente e futura, ha trovato riscontro nella sensibilità del massimo rappresentante della confessione cristiana maggiormente rappresentativa a livello mondiale. Ringraziamo Dio per questa decisione. Ringraziamo Giovanni Paolo II° per il suo coraggio controcorrente rispetto alla sua stessa Curia Vaticana che, dopo l'11 settembre, si è lasciata andare a troppi ondeggiamenti, dimostrando di essere interessata più alla diplomazia che al messaggio dell'Evangelo.

Sulla via del dialogo fra le religioni, sulla necessità in definitiva che le religioni si tirino fuori dalle guerre, si è schierato un folto gruppo di teologi e ministri di chiesa, uomini di cultura, laici di tutte le confessioni cristiane che hanno firmato l'appello per l'istituzione di una giornata del dialogo cristianoislamico che come giornale abbiamo fatto nostro. L'appello di Giovanni Paolo II° a digiunare nella giornata del 14 dicembre prossimo, ultimo giorno del Ramadan Islamico, crediamo sia un'altro segnale importante che va nella stessa direzione. Potrebbe essere proprio quella la giornata giusta del dialogo cristianoislamico, una giornata cementata nella preghiera e nel digiuno di islamici e cristiani.

Siamo convinti che non c'è alternativa al dialogo. O meglio l'alternativa c'è ma è la guerra, la distruzione di tutto l'ecosistema, la morte di milioni di uomini, donne, bambini innocenti. Quella che viene chiamata operazione "libertà duratura", in realtà è una "guerra duratura". Lo sanno e lo dicono sia i militari italiani che sono partiti proprio oggi per la guerra, sia i politici che li hanno mandati.

Ma la decisione di Giovanni Paolo II° è  importante anche perchè viene annunciata nel giorno nel quale le navi italiane, con grandi discorsi retorici ma anche con una grande contestazione pacifica dei nonviolenti, partono per la guerra. E' un segnale forte della volontà di non subire il ricatto della violenza e della guerra. E' un incoraggiamento a quanti in Italia e nel mondo sono per la pace e vogliono far cessare tutte le guerre, nessuna esclusa.

Da più parti si è affermato, e si continua ad affermare, che la guerra in corso non deve essere trasformata in "guerra santa" o "guerra di religione" che dir si voglia, con i "cristiani" di nuovo contrapposti ai "musulmani" come ai tempi delle crociate. Le Tv e gli altri mezzi di informazione, però, ci inondano quotidianamente degli appelli alla guerra santa che sarebbero stati lanciati da Bin Laden. Dall'altro lato, nessuno o quasi si scandalizza degli appelli "religiosi" di Bush a combattere contro "il male" che sarebbe costituito dagli ex alleati talebani dell'Afghanistan. Talebani, non dimentichiamolo, che hanno conquistato e gestito il potere in Afghanistan, compreso il fiorentissimo traffico di droga, solo grazie agli appoggi politici e militari di Washington e dei suoi alleati Pakistani o dell'Arabia Saudita.

L'appello di Giovanni Paolo II° costituisce dunque un importante segnale di controtendenza rispetto ad un dibattito che sembra esseresi polarizzato sullo scontro tra il "religioso" Bin Laden ed il "religioso" Bush. E' un importante segnale di cui l'umanità intera non potrà fare a meno di prendere atto.

Facciamo dunque un appello a tutti i nostri lettori a sostenere la posizione di Giovanni Paolo II°, inviandogli  lettere, fax ed email di preghiera, approvazione, incoraggiamento e di ringraziamento.  Per parte nostra non cesseremo di pregare per Giovanni Paolo II° e invitiamo tutti a farlo, qualsiasi sia la propria confessione di fede o chiesa di appartenenza. Sono queste le cose che uniscono la chiesa divisa in mille rivoli. Sono queste le prese di posizione che vanno sostenute e rilanciate con forza.

18-11-2001

"Il Dialogo - Periodico di Monteforte Irpino" - Direttore Responsabile: Giovanni Sarubbi

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