L’ora è grave

di Quaderni Irpini e "il dialogo - Periodico di Monteforte Irpino"

Un appello dall’Irpinia ai cristiani e a tutte le religioni


Ai Vescovi cattolici dell’Irpinia
A tutti i cristiani e a tutti i credenti di tutte le religioni
A tutti gli uomini e donne di volontà buona

Cari Amici, care amiche,
l’ora che stiamo vivendo è molto grave. Come settantanni fa sono ritornate in Italia le leggi razziali. Si prendono le impronte ai bambini rom e si stabiliscono aggravanti razziali per chi commette reati. Anche settantanni fa si cominciò con il censimento degli ebrei per poterli poi successivamente catturare e spedire nei campi di sterminio. Anche oggi come allora si dice che si tratta di provvedimenti “cristiani”. Anche oggi come allora si utilizza il nome di Dio per giustificare gli abomini che sono stati commessi dalla guerra: “Gott mit uns”, cioè “dio lo vuole” diceva il nazismo. Oggi c’è chi usa la Bibbia per giustificare la guerra. Eppure proprio in quella Bibbia c’è scritto “non nominare il nome di Dio invano”.
Il risultato di quelle politiche sono stati decine di milioni di morti nella seconda guerra mondiale che allora insanguinò l’Europa di cui svariati milioni di ebrei, rom, omosessuali, ma anche appartenenti ad altre religioni compresa la cattolica e la protestante, bruciati nei campi di sterminio nazisti. Anche oggi siamo nel pieno di una guerra mondiale di cui ancora non si intravede la fine. Anche oggi sono milioni i morti e sono centinaia di milioni le popolazioni che vivono sotto l’incubo della guerra.
Anche oggi come allora le parole dicevano una cosa e la realtà era ben diversa. Anche allora si parlava di “libertà”. La scritta all’ingresso di Auschwitz "Arbeit macht frei" (il lavoro rende liberi) erano parole. La realtà era un’altra. Crediamo che le parole non vadano più sottovalutate e che sia giunto il momento che tutti i credenti, laici e gerarchia, tutto il popolo di Dio, gridino forte il loro scandalo davanti a un uso strumentale e pericoloso del cristianesimo.
Diceva Dietrich Bonhoeffer, il pastore protestante tedesco ucciso in un campo di sterminio nazista che "Chi non grida a difesa degli ebrei non può cantare in gregoriano!". Parafrasando questa sua frase noi diciamo oggi che "Chi non grida a difesa dei rom e dei migranti non può dichiararsi cristiano!".
I cristiani e i cattolici in particolare si trovano di fronte oggi come settantanni fa al dovere morale della denuncia evangelica di un uso barbaro del nome “cristiano” per giustificare pratiche e leggi che sono dettate solo dall’ingordigia di determinati gruppi politici ed economici, dall’odio razziale più bieco, dal tentativo di addossare sui più deboli, sui migranti, sui rom, su chiunque si trovi in posizioni di difficoltà, le responsabilità di una crisi economica e politica di cui essi non hanno alcuna colpa. Non sono i rom o i migranti che hanno portato la delinquenza nel nostro paese dove ci sono ben quattro organizzazioni criminali di livello internazionale (mafia, camorra, ndrangheta, sacra corona unita) che controllano intere regioni del nostro paese. Non sono i rom o i migranti che hanno fatto gli imbrogli ai danni dei risparmiatori della Parmalat, della Cirio, dei Bond argentini o che controllano le banche o l’economia del nostro paese o del mondo. Non sono i rom o i migranti che hanno speculato sulla spazzatura e hanno ridotto la nostra regione nella pattumiera d’Italia dove, con l’accordo fra camorra ed imprese del nord Italia, sono stati scaricati veleni industriali che stiamo pagando con malattie tumorali diffuse. Non sono i rom o i migranti che hanno truffato i cittadini nel passaggio dalla lira all’euro che ha praticamente dimezzato gli stipendi e le pensioni.
Noi crediamo che chi tace oggi di fronte alla violenza nei confronti dei più deboli della nostra comune umanità sia oggettivamente complice e responsabile di tutto ciò che di violento e barbaro deriverà da tali scelte. Ed una grande crisi economica è alle porte e i più forti ed ingordi la vorranno scaricare sui più deboli. Coloro che oggi sostengono la caccia ai rom e ai migranti, domani se la prenderanno anche con i meridionali, lo hanno già fatto nel recente passato e continuano a farlo con quanti dalla nostra terra sono costretti a migrare per lavoro verso il nord.
Come la storia insegna chi attacca una religione o una etnia, magari utilizzando una religione contro le altre, in realtà odia ogni religione e ogni etnia. Costoro odiano l’umanità, lo spirito di solidarietà che è alla base del cristianesimo come di ogni altra religione. E’ già successo non solo durante la seconda guerra mondiale quando nei forni crematori sono finiti ebrei, ma anche migliaia di cattolici e protestanti, Testimoni di Geova, musulmani, ortodossi.
Facciamo quindi un appello a che tutte le religioni rifiutino il tentativo di divisione che è ogni giorno più forte. In particolare invitiamo i cattolici, che sono la maggioranza del nostro paese, a rifiutare la tentazione di sentirsi religione di Stato e di sentirsi al sicuro dalle persecuzioni.
Gli ingordi che vogliono la ricchezza tutta per se stessi non hanno amici e non fanno sconti a nessuno.
Gesù starebbe dalla parte dei più piccoli, dei più indifesi, di coloro che “non hanno dove posare il capo”. Facciamo anche noi come lui.

Quaderni Irpini
“il dialogo - Periodico di Monteforte Irpino” sito www.ildialogo.org

Avellino li, 18-7-2008



Martedì, 22 luglio 2008