Editoriale
Non altro che questo

Cessi l’Italia di partecipare alla guerra.


di Peppe Sini

Siamo ormai a questo: alle stragi rivendicate senza piu’ alcuna remora. Alla guerra coloniale e al sadismo di stato. Altro che "missione di pace" come ipocritamente ancora si ripeteva fino a poco tempo fa per i finti gonzi che erano disposti a fingere di bersi ogni menzogna pur di tenersi buoni il ministro assassino compare di cordata o di apparato, o il sottosegretario assassino distributore di finanziamenti e incarichi, o il parlamentare assassino pronto al piccolo favore o da esibire in societa’.

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Tutti coloro che, in vario modo e misura, hanno avallato o addirittura sostenuto la partecipazione italiana alla guerra terrorista e stragista, imperialista e razzista in Afghanistan, ora verificano l’abissalita’ della loro resa e della loro follia, l’orrore della loro complicita’ con le stragi, il fatto irrefragabile dell’essersi asserviti alla guerra, al crimine scellerato, all’omicidio di massa come arte di governo.

E tra essi non pochi bei nomi del pacifismo da parata e parastatale, delle ben schedate e ben finanziate onlus e ong, della cosiddetta nonviolenza ridotta ad astratta predicazione mentre la macelleria procede (ovvero ridotta al suo sconcio contrario: menzogna e crimine, vile complicita’ con gli assassini), non pochi bei nomi nel breve volger di un anno ridottisi a manutengoli dell’apparato ideologico e propagandistico della macchina bellica al lavoro.

Ora che anche le loro mani sono sporche di sangue, continueranno ancora a pretendere di pontificare sui massimi sistemi? quali altre si inventeranno roboanti campagne diversive per poter continuare a tacere sulla guerra in corso, sulle stragi in corso, sul terrorismo di stato italiano, sul fascismo che sta dilagando oltre che nella societa’ incivile fin nell’organo esecutivo e in quello legislativo del nostro ordinamento giuridico che pur nella sua legge fondamentale reca scritto che "L’Italia ripudia la guerra"?

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Il governo e il parlamento italiano che hanno votato la partecipazione alla guerra sono golpisti. Sono assassini. Sono stragisti. La guerra e’ gia’ il terrorismo. La guerra e’ gia’ il fascismo. E questo crimine ci sembra assai piu’ orribile delle ruberie da furfanti matricolati e da gaglioffi senz’arte ne’ parte di cui si mena - e certo a ragione - grande scandalo. Uccidere e’ ancor peggio che rubare.

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Giunti a questa distretta non vi e’ altra politica internazionale coerente con il dettato della Costituzione della Repubblica Italiana che la scelta della nonviolenza.

Continuare nella guerra e’ l’estrema scellerata idiozia: le stragi si stanno avvicinando a casa nostra, come si fa a non vederlo? Se non altro per mero egoismo, per gretto interesse materiale, per vile e rapace volonta’ di sopravvivere, cessi l’Italia di partecipare alla guerra.

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Cessi l’Italia di partecipare alla guerra.

Possibile che non ci sia in parlamento una caduta di scaglie dagli occhi, una resipiscenza, un’insurrezione morale in difesa della vita umana, della Costituzione della Repubblica Italiana? Possibile che non ci sia nel governo una sola persona disposta a riconoscere il crimine commesso e a dimettersi? Possibile che non ci sia nella societa’ un moto di sdegno e dolore, e corale una richiesta di pace e di vita e di verita’?

Possibile che si pretenda di "marciare per la pace" mentre si consente alla guerra, ai massacri, al fascismo?

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E’ l’ora della scelta della nonviolenza. O tutti ci divorera’ la catastrofe. Questo vede ogni persona che da se stessa non si accechi. Questo sente ogni persona che non abbia abdicato alla sua umanita’.

============================== VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA ==============================

Supplemento settimanale del martedi’ de "La nonviolenza e’ in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it Numero 101 del 25 settembre 2007



Marted́, 25 settembre 2007