Editoriale
Il fascismo dei maschi, il razzismo degli sfruttatori

Apocalypsis cum figuris


di PEPPE SINI

Come si fa a non vedere a quale livello di ferocia e pervasivita’ e’ ormai giunta quella guerra dei maschi contro l’altra meta’ dell’umanita’, guerra, si’, che ormai chiamiamo - con termine terribile e ineludibile - femminicidio?

E come si fa a non vedere a quale livello di ferocia e pervasivita’ e’ ormai giunto il razzismo della casta dei privilegiati - e privilegiati perche’ godono del frutto della rapina genocida ai danni dei quattro quinti dell’umanita’, rapina che si presenta ora sotto lo pseudonimo di "nuovo ordine mondiale" - al punto che anche il sindaco di Roma, che solitamente viene spacciato per persona mite, dimenticando il principio di diritto secondo cui la responsabilita’ penale e’ personale e quello secondo cui una persona puo’ essere punita solo se ha commesso un reato, arriva a promuovere una sorta di crociata contro le persone provenienti dalla Romania (ben sapendo che quando i prominenti e i bennati lanciano raffiche di folli feroci parole in tv, i nazisti nostrani nei loro sottoscala gia’ affilano i pugnali pronti all’uso, da quelle medesime folate di parole sentendosi a un tempo eccitati e legittimati)?

Come si fa a non vedere che proseguendo nella devastazione ambientale recata con se’ dal modello di sviluppo industrialista e consumista, dalla logica della massimizzazione del profitto e dello sfruttamento totale e totalitario di natura e persone, la biosfera sta giungendo al collasso, e con essa, entro essa, la civilta’ umana si estingue, e l’umanita’ presente e futura va incontro a sofferenze indicibili?

Come si fa a non vedere che la partecipazione militare italiana alla mattanza in Afghanistan, in spregio della legge che l’omicidio e le stragi proibisce, in spregio della legge che la guerra ripudia, ci rende terroristi, complici di terroristi, mandanti, esecutori, seminatori ed alimentatori di terrorismo, ci rende un paese assassino, un ex-ordinamento giuridico che abdica al diritto in favore della mafia, uno "stato canaglia" (nel gergo di lorsignori), e cosi’ si apre un varco, si aprono le cateratte, al dilagare di ogni orrore?

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Come si fa a non vedere questa fiumana di sangue?

E a restare inerti e pusillanimi sulla soglia di casa in attesa che ci investa, e allora non basteranno ne’ i sacchetti di sabbia, ne’ i cavalli di frisia, ne’ la mitraglia, ne’ il girar dell’elica e il rombo del motor. Tutti saremo sommersi.

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Il tempo disponibile e’ ormai poco: o la nonviolenza si fa forza politica e programma politico, o la nonviolenza si pone l’obiettivo del governo del nostro paese e delle cose del mondo, o la nonviolenza torna al programma di Gandhi: programma politico rivoluzionario per l’autogoverno, per la presa e la condivisione del potere, per la liberazione dell’umanita’ e la responsabilita’ di ciascuno per tutto, o non ci sara’ scampo per nessuno.

Per nessuno ci sara’ scampo.

La nonviolenza in cammino, la nonviolenza del movimento delle donne, la nonviolenza dell’ecologia fondata sul principio responsabilita’, la nonviolenza che rivendica tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani, la nonviolenza socialista e libertaria, la nonviolenza dell’internazionale futura umanita’, e’ oggi a questa prova e non puo’ eluderla.

Deve organizzare la lotta politica per il potere politico, deve rovesciare le sorti del mondo. Deve fermare la guerra, le stragi, le devastazioni. Deve affrontare e sconfiggere patriarcato, sfruttamento, inquinamento, militarismo, totalitarismo, barbarie.

Deve inverare il progetto politico di Simone Weil e di Hannah Arendt, di Virginia Woolf e di Rosa Luxemburg, di Rigoberta Menchu’ e di Vandana Shiva. Di Luce Fabbri. Di Aung San Suu Kyi.

La nonviolenza in cammino. Questa unica umanita’.

Tratto da
Notizie minime de
La nonviolenza è in cammino


proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini.
Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

Arretrati in:
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Numero 261 del 2 novembre 2007



Domenica, 04 novembre 2007