Editoriale
Il popolo di Grillo

di Mario Mariotti

Il popolo di Grillo, per me, é una pedagogia che non funziona. Quasi tutto quello che dice questo leader é vero, e fa piacere sentirlo dire, urlare; ma nonostante ciò, c’é qualcosa che tocca: la Verità é molto più complessa. Per prima cosa, la più appariscente; sembra che tutti i buoni, tutti gli intelligenti, tutti i rivoluzionari se ne stiano da una parte (Grillo e i suoi ascoltatori), e che tutte, le carogne, i maligni, i reazionari, se ne stiano dall’altra. La realtà non é questa. Poi, cosa determinante, manca la correlazione, l’interconnessione fra il casino che uno fa, e la propria presa di distanza concreta, incarnata, dal casino che uno sta denunciando. Qualcuno dovrebbe far notare che il soggettivo di Grillo che ulula e il soggettivo di coloro che applaudono, sono il più delle volte omogenei, vivono il più delle volte la cultura che é radice dei casini che Grillo sta denunciando. Una pedagogia efficace prevede la coscientizzazione prima di sé stessi, e poi quella del prossimo, sulla nostra complicità, funzionalità al sistema allo strutturale maligno che inizia dalla ricerca dell’oggetto più bello al prezzo più conveniente (sostegno al mercato-competizione) ed è accompagnata dal giudizio positivo sulla ricchezza e dal desiderio di far parte della classe dei ricchi (sostegno al capitalismo).
Dato che, il più delle volte, la nostra normalità, é strutturalmente maligna, è noi siamo degli alienati che non sanno di essere tali, e quindi complici, se uno tenesse la proporzione fra l’ingiustizia che sta denunciando e quella che sta praticando, ho paura che il più delle volte gli ululati diventerebbero dei guaiti, dei belati…
Poi c’é un’altra cosa che lascia a desiderare: il dire che tutti sono uguali nella responsabilità del negativo, porta facilmente al rischio del desiderio dell’uomo della provvidenza, perché l’’’armiamoci e partite" é un virus molto diffuso fra la gente, e l’antivirus della partecipazione, dell’impegno e del sacrificio personale per cambiare le cose é, il più delle volte asfittico; é molto, molto attenuato!
Infine c’é il problema di fondo: dopo gli ululati e gli applausi, dopo il "dove siamo", qual’é il progetto, cioè il "dove vogliamo andare"? L’obiettivo non sarà mica quello di pagare meno tasse, quello di accedere ai consumi che la propria condizione oggi rende quello di considerare capitalismo e mercato, e competizione, come dei dogmi solo da regolamentare, e non, invece, da superare?
Se fosse così, Grillo e il suo popolo non sarebbero altro che le ennesime pedine funzionali al cancro che stanno denunciando, e la classe politica nuova, dopo lo sputtanamento della precedente, non sarebbe affatto nuova nel perseguire e nel proseguire quello strutturale maligno, quella "trinità micidiale", che condanna a morte i piccini della grande favela del Sud e porta al collasso l’ecosistema mondo.
Carissimi Grillo e relativo Popolo, quando proverete ad ossidarvi le corde vocali spiegando al prossimo che il casino che é venuto avanti é dovuto principalmente alla perdita d’identità della Sinistra, che é stata influenzata anche, ma non solo, dal fallimento, dal suicidio dell’utopia della fratellanza, di quel socialismo reale che aveva il terribile difetto di realizzare la libertà dal bisogno cibo, lavoro, scuola e salute al popolo degli umili, di quelli che non contano, dei semplici della Terra?
E io dovrò aspettare che i topi escano dalle fogne, e si mettano al pianoforte a suonare Beethoven, prima che qualcuno possa ventilare l’ipotesi che ci sia stata una relazione fra i tragici eventi degli "anni di piombo", degli anni del terrorismo, e la presenza ed operatività di quella CIA che nessuno nomina mai, quasi che essa, che ha destabilizzato mezzo mondo per fottere la Sinistra e i Sindacati, abbia usato l’Italia solo ed esclusivamente per andare in ferie?
E come mai la strategia della tensione, nonostante tutto il rosso che la connotava, ci ha portati all’individualismo esasperato, alla alienazione generalizzata, all’’’unto di Arcore", agli stipendi più bassi d’Europa, a quella bella fila di privatizzazioni che ha avuto come risultato che le famiglie italiane faticano ad arrivare alla fine del mese?
Cari compagni, finché non ci renderemo conto che la nostra prostituzione da lavoratori a consumatori é stata la porta del negativo di cui stiamo pagando le conseguenze, e finché non recupereremo la nostra identità, anticapitalismo, antimercato e critica alla religione quando li sostiene, finché, cioè, la Sinistra non tornerà ad essere tale, cioè a credere nel socialismo (nell’economia di comunione, che sostiene la famiglia), nell’egualitarismo, nella pianificazione dell’economia, nella preminenza del "pubblico" sul “privato", infine e sostanziale, nella cooperazione internazionalista, perché, tutti i cittadini del pianeta possano accedere alla libertà fondamentale, quella dal bisogno, quella che rende accessibili a tutti i diritti al cibo, al lavoro, alla scuola, alla salute, all’informazione pulita; finché non recupereremo tutto questo non avremo speranza di uscire dal casino. L’analisi é facile, popolo di Grillo; é il progetto che é difficile, perché non c’é niente da prendere, c’é solo da dare. .
Bisogna sapere che il futuro é cultura del necessario e comunismo con amore, ma per costruire questo futuro, bisogna crederci, e per crederci bisogna, per il proprio possibile, metterlo in atto personalmente, per dimostrare che e possibile. Solo dopo lo si potrà chiedere agli altri, per formare il popolo che materializzi questo futuro. Altrimenti, solo ululati, applausi, e qualcuno, il “grande vecchio”, che beffardo sorride, perché sa che anche da lì non verrà certo la fine per tutti.

Mario Mariotti



Sabato, 12 aprile 2008