Editoriale
Emergenza civiltà-razzismo in ginecologia

di Don Agostino Rota Martir

La notizia apparsa su “Il Tirreno” giorni fa e confermata anche ieri, mostra che la deriva del razzismo rischia di diventare ormai incontrollabile, sempre più esplicito e giustificato, anche in base a dei nostri capricci.

Il razzismo sembra dilagare senza trovare resistenze, rischiando di diventare ormai un dato di fatto, come fosse una normalità, un mostro con cui imparare convivere.
In un certo senso lo confermano anche i medici del reparto: “accade spessissimo e dunque non è una novità!”
Le giustificazioni del personale ospedaliero sono preoccupanti, anche perché sanno bene che il comportamento di qualcuno (non certo della maggioranza) nei confronti dei Rom ricoverati, a volte è stato di pregiudizio e di intolleranza verso quest’ultimi…questa mancanza di umanità colpisce e ferisce indistintamente tutti, ma verso i Rom spesso, anche nell’ospedale di Santa Chiara sembra trovare con troppa superficialità la sua giustificazione.

Il fatto che i Rom non hanno reagito all’intolleranza subita, sembra dare legittimità ad un atto discriminatorio: anzi ci si meraviglia della reazione di condanna e di sdegno.
Appare normale che un bimbo Rom già al suo primo giorno di vita, debba vivere separato dagli altri, messo a parte perché guardato come minaccia alla sicurezza di qualche isterica “mamma” o per soddisfare i loro capricci: salvo poi accusare i Rom della la loro incapacità o innata volontà di non integrarsi…non tocca a quelle “mamme” invece, dover intraprendere da subito un lungo ed efficace cammino di integrazione ?

Il fatto che sia avvenuto nel reparto di maternità, e come autrici dell’intolleranza siano state delle neo “mamme” deve far riflettere ancora di più la nostra società!
Dove stiamo andando?
Che vita stanno trasmettendo queste “mamme” ai loro figli appena generati?
Il virus del razzismo rischia proprio di contaminare anche il latte materno che donano ai loro figli!
Il momento della nascita è un evento gioioso e santo, che segna la vita di ogni famiglia, di ogni persona di qualsiasi nazionalità e religione di appartenenza, è inscritto nel cuore di ogni essere umano; per i credenti la nascita di un figlio è la benedizione di Dio sull’intera umanità!
Permettere che questo “santuario” venga sporcato con atteggiamenti così meschini e disumanizzanti, anche se commesso da “ neo mamme” o in attesa di diventarlo, significa smarrire il senso della vita.
Perché la nascita di un essere umano come la morte sono momenti unici, sono il passaggio verso qualcosa di nuovo, meritano il dovuto rispetto e considerazione, da parte di tutti.
Profanare questi momenti, come hanno fatto le “mamme” italiane verso la giovane mamma Rom offende la vita, non solo quella dei loro piccoli ma di tutti, e ostacola il faticoso e ricco cammino della convivenza e della civiltà.

Mi sarei aspettato dai responsabili del reparto e dal personale ospedaliero (che lavorano in una struttura pubblica e non privata) una coraggiosa presa di posizione e un chiaro rimprovero come segno di civiltà e di sana educazione, che sempre dovrebbero essere di casa anche in un ospedale!

Alla giovane mamma Rom e alla sua famiglia faccio i miei più sentiti Auguri e possa scendere la Benedizione di Dio, e attraverso loro raggiungere anche la vita di quelle “povere mamme” che non hanno saputo accogliere e gioire insieme per il dono della maternità.

Dio vi benedica e vi protegga,
Il Signore faccia brillare su di voi il suo volto e vi sia propizio.
Dio rivolga su di voi il suo volto e vi conceda la Pace…
(Num. 6, 24-26)

Don Agostino Rota Martir

Campo Rom di Coltano
2 Giugno 2008 Festa della Repubblica Italiana



Mercoledì, 04 giugno 2008