Editoriali
E SE vescovi e imam e rabbini e pastori ...

di Doriana Goracci

A proposito della protesta dei monaci buddisti


Scalzi e sotto la pioggia, senza aerei o papamobili, senza protettori e senza violenza ma con una forza a noi sconosciuta, in silenzio, dapprima centinaia ora in decine di migliaia, in un paese lontano dal nostro, non poi così lontano rispetto a quelli che in questi ultimi anni abbiamo conosciuto sulla cartina geografica e con la televisione, noi paese partecipe alle guerra per la pace, apprendiamo di questa maestosa protesta buddista. Ai monaci buddisti si sono unite anche centinaia di suore.

"Sono circondati da gente comune per mano come a voler costituire un cerchio protettivo intorno a loro. Le marce di protesta dei monaci sono diventate un evento quotidiano, un segno che quella che è nata come rabbia civile il mese scorso per il sorprendente aumento dei prezzi del carburante sta diventando un movimento religioso sempre più profondamente ostile ai generali e il loro governo".

Finora i religiosi per strada hanno scoraggiato la gente comune dall’unirsi alle loro processioni per timore di repressioni verso i civili e per assicurare che la protesta resti pacifica. I ricordi dell’uccisione di circa 3.000 persone nel 1988, quando i soldati soppressero manifestazioni pro-democrazia, sono ancora freschi per le strade della capitale. I monasteri hanno avuto un ruolo chiave nella rivolta del 1988.La folla aderisce in massa, il Premio Nobel per la pace e leader dell’opposizione democratica Aung San Suu Kyi, agli arresti domiciliari da 12 anni, è uscita in strada per la prima volta dal 2003.

La loro marcia è iniziata con le reazioni dei militari birmani che hanno usato gas lacrimogeni per disperdere centinaia di monaci buddisti che manifestavano contro il governo a Sittwe, come riferisce il sito della Bbc, alcuni dimostranti sono stati picchiati e molti arrestati, sicuramente almeno 150 persone, compresi due uomini che hanno offerto acqua ai monaci.

Questa epocale protesta, viene definita un caso di cui si interesserà anche l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite in programma questa settimana a New York.

Altro che educazione alla pace e corsi di nonviolenza, la protesta buddista di questi giorni insegna più che anni di cammino pacifista.

Allora mi chiedo e chiedo : e se vescovi imam rabbini pastori patriarchi e papi popi muezzin ... per mano, in silenzio, uscissero dalle loro dimore e chiedessero ai potenti della terra, pane e libertà?

Conoscere è anche liberazione e nutrimento, per tutti.


Doriana Goracci



Martedě, 25 settembre 2007