Editoriale
Pietre su pietre

di Giovanni Sarubbi

Una foto della rissa nel Santo Sepolcro

Monaci armeni contro monaci greco-ortodossi. Ma lo scontro non è stato teologico o filosofico. Sono volati cazzotti ed oggetti contundenti molto particolari, quelli cosiddetti “sacri”, usati per i riti religiosi che si celebrano nel Santo Sepolcro a Gerusalenne. Un luogo anch’esso considerato “sacro” da ben sei diverse confessioni “cristiane” (le virgolette sono d’obbligo visto quello che è successo) che si contendono il suo controllo anche a suon di cazzotti.
Quello delle risse tra i monaci armeni e greci ortodossi, che controllano parte della Basilica, non sono nuove. Di solito scoppiano durante la Pasqua greco-ortodossa per la cerimonia del Fuoco Sacro, durante la quale i fedeli ritengono che le candele siano accese dallo Spirito Santo. E allora giù botte da orbi.
Ma non c’è scritto forse “amatevi come io vi ho amato” (Gv 13,34)? Di quale Gesù sono seguaci questi monaci amanti del pugilato? Certo non del Gesù dei Vangeli, non di quel Gesù che comandò a Pietro di riporre la sua spada e riattaccò l’orecchio al servo del Grande Sacerdote che era andato ad arrestarlo (Mt 26,51-54;Gv 18,10-11; Mc 14,47;Lc 22,49-51). Non del Gesù che caccio tutti dal tempio perchè rifiutava l’idea del "sacro" e di sacerdoti che svolgessero funzioni di mediazione fra l’uomo e Dio.
Le chiese imperiali, quelle che hanno trasformato Gesù in un oggetto sacro molto lucroso, sono in una crisi profonda e irreversibile e quello che è accaduto lo scorso 9 novembre a Gerusalemme lo testimonia in modo inequivocabile.
Occorre prenderne atto ed allontanarsi il più possibile da una tale tipo di cristianesimo che nulla ha a che fare con il Vangelo di Gesù di Nazareth. Di quel cristianesimo, come dice il Vangelo, non rimarranno che pietre su pietre.


Altre immagini della rissa. Fonte web








Martedì, 11 novembre 2008