Editoriale
Coma profondo

di Giovanni Sarubbi

«Care compagne e cari compagni, scriviamo questa lettera per una condivisione sentimentale che ci lega a voi ed in spirito d’amicizia. Veniamo da vite vissute differentemente ma convergiamo oggi nell’azione dentro e verso gli istituti della democrazia diretta che operano nella prassi sociale. Guardiamo ai conflitti sociali cioè con l’occhio all’emergere di proprietà comuni che, nella misura in cui vengono interiorizzate, portano alla formazione dell’individuo dotato di una coscienza sociale. Così, ad esempio, i centri sociali non sono che una delle manifestazioni della potenza collettiva trasformatrice che vive ed agisce da tempo nel nostro paese. Essi, infatti, sono esempi di "comunità elettive", la forma finalmente scoperta nella quale ha luogo l’esodo, questo processo di sottrazione al mercato mondiale e al dominio ideologico del calcolo economico.»


Inizia così una lettera pubblicata dal quotidiano Liberazione lo scorso primo luglio. La lettera è stata scritta da Andrea Alzetta, Mario Alcaro, Francesco Caruso, Nunzio D’Erme, Elisabetta Della Corte, Fabrizio Nizi, Franco Piperno, Pietro Sebastianelli e si occupa del congresso del Partito della Rifondazione comunista tuttora in corso. Il quotidiano “Il Manifesto” sempre del 1° luglio ci informa della lotta al coltello fra le mozioni che fanno capo a Vendola, attuale governatore della Puglia, da un lato e Ferrero, ex ministro, dall’altra. Difficile, per i non addetti ai lavori, capire i contenuti su cui si sta dilaniando il PRC e la lettera citata non aiuta affatto a capire.

Non sono un insegnante di lettere ma l’incipit della lettera prima riportato mi ha lasciato senza parole. E’ un testo che merita zero in italiano e non solo per l’incipit: il resto è anche peggio. E non si tratta di errori di ortografia sempre possibili. Che significherà, mi sono chiesto con angoscia, “condivisione sentimentale”, o la frase “ convergiamo oggi nell’azione dentro e verso gli istituti della democrazia diretta che operano nella prassi sociale”, o quella immediatamente successiva? Confesso di essere caduto in trance quando ho letto che “ i centri sociali non sono che una delle manifestazioni della potenza collettiva trasformatrice che vive ed agisce da tempo nel nostro paese”. Quando mi sono ripreso e ho letto la frase successiva non sapevo se ridere o piangere. Ho scelto di ridere. Perché ridere fa bene alla salute ed oggi avere buona salute, soprattutto mentale, è indispensabile per affrontare il tempo buio nel quale ci troviamo e che non passerà tanto facilmente. Mi sono ricordato una registrazione che gira in rete da anni di un comizio sgangherato attribuito al sindaco di un paese meridionale. Per risollevarmi l’ho riascoltato. Lo consiglio a tutti. Se si è depressi è un toccasana.

(Clicca qui per ascoltarlo)


L’incipit di quella lettera dice con chiarezza il perché una certa sinistra ha perso ed è stata giustamente buttata fuori dal Parlamento. Quale lingua parlano e in che mondo vivono i sottoscrittori di quella lettera? Parlano una lingua che solo loro comprendono, vivono in un mondo che solo loro conoscono. Un mondo ed una lingua che non hanno nulla a che vedere con la vita di milioni e milioni di lavoratori dipendenti, di pensionati, di casalinghe, di migranti, di disoccupati, di tutti coloro cioè che non riescono ad arrivare a fine mese, che lavorano in nero e che rischiano la propria vita ogni giorno sui cantieri, ma che, nonostante questa loro condizione sociale, hanno dato la maggioranza alla destra, a coloro che sono i responsabili di questa situazione e che vogliono continuare imperterriti a mantenere un sistema sociale ingiusto, disumano, violento.

Un’amica che è stata candidata in una lista dell’Arcobaleno alle ultime elezioni, mi ha raccontato un episodio della campagna elettorale da lei vissuto. Ovviamente lei faceva parte di quelli che non avevano alcuna possibilità di essere eletti, caso mai si fosse raggiunto il quorum. Ma ciononostante si è impegnata a fare campagna elettorale nel suo ambiente di lavoro, costituto da lavoratori precari e con attività ad alto rischio per la propria incolumità. Ha sollecitato i responsabili dell’Arcobaleno a realizzare una iniziativa elettorale mirata a questi lavoratori e si è vista proporre “una serata per bersi un drink” in uno dei locali più alla moda della città nella quale vive. Ovviamente li ha mandati a quel paese.

A cosa può servire una simile “sinistra”? A chi possono servire linguaggi incomprensibili? E di chi sono figli questi linguaggi, da dove derivano? Si tratta di una storia antica della sinistra italiana, da sempre piena di estremismo parolaio, di confusioni di idee e di subordinazione alle idee dominanti.

Sicuramente nessun partito di destra potrà essere scalfito neppure lontanamente da simili farneticazioni. Sicuramente nessun lavoratore potrà mai seguire simili personaggi che alla fin fine fanno proprio il gioco della destra di cui sono succubi culturalmente e politicamente.

Ci sono persone che ancora oggi continuano a scrivere lettere alla nostra redazione piene di resoconti giudiziari riguardanti Berlusconi, come se egli non avesse vinto le ultime elezioni e come se il suo governo fosse destinato a finire al più presto, semplicemente per il fatto che si continuano a divulgare notizie sulle sue ampiamente note vicende giudiziarie.

Mi sono posto allora una domanda: ma se al posto dell’impresentabile Berlusconi ci fosse una persona più presentabile, senza cioè i suoi molti problemi giudiziari, cosa cambierebbe nella situazione sociale e politica italiana? Sarebbe diversa o ci troveremo di fronte alla stessa identica situazione sul piano sociale, prezzi alle stelle, disoccupazione, monnezza, partecipazione alla guerra in corso tanto per citare qualche dato? Di chi è espressione Berlusconi, quale classe sociale e quale potere egli rappresenta? Perché fermarsi agli aspetti folcloristici della sua persona e non guardare invece agli interessi economici, politici, militari e anche religiosi che egli rappresenta?

Porsi queste domande sarebbe un lavoro certamente più utile anzi assolutamente necessario, che aiuterebbe a comprendere anche gli atteggiamenti dei vari personaggi che calcano la scena politica nazionale, con riferimento soprattutto ai partiti di opposizione. Quali forze sociali, quali classi ed interessi essi rappresentano? E ci sarebbe differenza fra un loro governo e quello della destra? Da quello che c’è stato in questi anni sembrerebbe proprio di no, come dimostrano le decisioni sulla guerra (partecipazione alla guerra in Afghanistan, appoggio alla costruzione della base di Dal Molin) o la costruzione della TAV, solo per citare qualcosa.

Sono convinto, e credo di non essere solo, che Berlusconi rappresenti oggi il classico specchietto per le allodole, capace di attirare su di se l’attenzione di tutti per consentire ad un determinato sistema sociale di sopravvivere. Tutti a parlare di lui, solo di lui, sempre di lui e nessuno che metta in discussione il sistema sociale che egli rappresenta e che lo tiene in vita.

E se invece di Bush, per andare sul piano internazionale, fosse stato eletto Al Gore sarebbe stato diverso per il mondo intero? Ci sarebbe stata o no la guerra? Come dimenticare che la guerra in Kossovo, che è stato il vero inizio della guerra nella quale siamo oggi immersi, è stata fatta dal democratico Clinton e in Italia dal governo D’Alema. Come dimenticare il voto dei Democratici nel Senato americano a favore della guerra e della legge che sospende i diritti dei cittadini americani e che ha consentito i campi di concentramento come Guantanamo.

Di fronte a lettere come quella citata in apertura riconfermiamo la necessità di riappropriarsi di una capacità di analisi della realtà che sia in grado di spiegare in modo organico la situazione con la quale oggi dobbiamo confrontarci, per capire su che cosa bisogna lavorare per poter realizzare una società giusta, senza violenze, senza odio e razzismo, in cui tutti siano uguali come sancisce l’art. 3 della nostra Costituzione, o, per dirla in termini cristiani, per realizzare quel “regno di Dio” di cui parlano i Vangeli. Se non capiamo che la crisi che stiamo vivendo riguarda un sistema sociale ben preciso, quello capitalista, che oggi è dominante sul piano mondiale, non abbiamo la possibilità di indicare alcuna strada, alcuna via di uscita da una situazione gravemente pericolosa per la sopravvivenza stessa dell’umanità.

In questa crisi pesa anche il fallimento di quello che una volta si chiamava campo socialista e dell’instaurazione in un paese come la Cina di un capitalismo di Stato forse più feroce e aggressivo di quello occidentale. Questa situazione pesa e condiziona ampiamente la prospettiva di una società che metta al bando l’ingordigia sociale, lo sfruttamento selvaggio delle risorse naturali, la distruzione dell’ambiente, la folle corsa agli armamenti. Ma è da qui che dobbiamo partire se vogliamo dare una speranza all’umanità e discutere d’altro o di fatti marginali aiuta a mantenere in vita un sistema sociale putrescente.

Un’ultima cosa ci preme dire sulla questione del diffuso razzismo con cui stiamo facendo i conti ogni giorno di più. Come i nostri lettori sanno da tempo il nostro sito promuove un appello contro il razzismo. Prima della sua diffusione abbiamo proposto anche alle chiese cristiane di farsi promotrici di iniziative antirazziste ricevendone risposte negative. Dopo l’esplosione dei fenomeni razzisti solo alcune chiese protestanti storiche e la FCEI hanno preso posizione. Papa Benedetto XVI ha invece benedetto l’attuale governo ed il suo presidente e si è disinteressato della questione razzismo. Ha ottenuto però, oltre a benefici economici, anche che nel cosiddetto decreto sicurezza fosse inserita una norma “salva preti” che si è tradotto nell’obbligo per i giudici di informare il vescovo se ad essere inquisito è un prete o la segreteria di Stato Vaticana se ad essere inquisito è un Vescovo. Altro che lotta alla pedofilia. Sulla questione razzismo sono intervenuti solo alcuni organi di stampa cattolici, come Famiglia Cristiana, o organismi o gruppi di religiosi che si occupano di migranti. Si tratta di una politica antica, del colpo al cerchio ed uno alla botte che ha già prodotto disastri immani nel recente passato. Il contrattacco delle forze governative contro coloro che si sono schierati contro il razzismo produrrà il loro isolamento nel corpo sociale della chiesa, stante il silenzio del Papa e dei Vescovi che nulla hanno detto.

Crediamo sia allora necessario che i cattolici del nostro paese facciano sentire la propria voce, dando ascolto alla propria coscienza e alle parole del Vangelo. Molti lo stanno già facendo ma si tratta ancora di una piccolissima minoranza. Ci auguriamo che molti possano prendere coraggio e uscire allo scoperto con azioni concrete che mettano dal basso in discussione le scelte del Papa e di una gerarchie ecclesiastica che è sempre più lontana dal Vangelo di Gesù.

Alla ex sinistra parlamentare chiediamo di uscire dallo stato comatoso nel quale si trova di cui la lettera citata ed il dibattito in corso nei vari partiti dell’ex Arcobaleno sono testimonianza.



Mercoledì, 02 luglio 2008