Editoriale
Gli alberi buoni che producono buoni frutti hanno buone radici

di Giovanni Sarubbi

Nella chiesa cattolica c'è già chi si interroga sul dopo Papa Francesco. Domande angosciose affollano la mente di chi lo sostiene, soprattutto da quando stanno circolando “notizie” su possibili attentati nei suoi confronti provenienti dai terroristi dell'Isis.
Proprio nei giorni scorsi lo ha fatto il Corriere della Sera con un articolo del suo editorialista di punta, Massimo Franco che ha parlato di un attentato indicandone anche lo strumento con il quale esso verrebbe realizzato, il drone.  Ha ripreso e rilanciato la notizia  la trasmissione Uno Mattina di RAI1 del 21 novembre, che ha portato in studio alcuni droni e lo stesso Massimo Franco per dimostrare la fattibilità del possibile attentato al Papa. Ma leggendo l'articolo ed ascoltando la trasmissione viene fuori tutt'altra realtà. La “notizia” (a questo punto con molte virgolette) si sgonfia e diventa una non notizia, un fattoide (come si dice in gergo giornalistico), cioè un fatto inventato di sana pianta realizzato allo scopo di confondere la gente e creare disagio, paura, disinformazione.
Che si tratti di una "notizia non notizia", lo hanno detto loro stessi quando Massimo Franco, sia nell'articolo sia nel corso della trasmissione di RAI1, ha affermato che allo stato "non ci sono attentati in incubazione"[1]. Ma se non ci sono attentati in incubazione e se la sicurezza attorno al Papa è massima, come essi stessi hanno affermato, perché parlarne? Per fare pubblicità ai droni? O per fare pubblicità al gruppo terrorista chiamato ISIS?
Un giornalista come Massimo Franco, che certo conosce bene il significato delle parole, usa l'espressione :«i timori sulla sua sicurezza si sono impercettibilmente impennati» senza paura di cadere nel ridicolo, accostando il termine “impercettibilmente” con il termine “impennati” che può a ben ragione considerarsi l'ossimoro[2] della disinformazione. Impercettibilmente, infatti, si dice di qualcosa che ha una variazione rispetto allo stato precedente di valore piccolissimo, di cui ci si può accorgere solamente con un potente strumento di misura. Impennato al contrario indica che la variazione di stato di qualcosa è estremamente vistoso ed immediatamente percepibile. Delle due l'una: o i timori per la sicurezza del Papa sono impercettibili o si sono impennati, o sono inesistenti o sono al massimo livello.
L'articolo del Corriere della Sera e la trasmissione di RAI1 si inseriscono indubbiamente nella campagna islamofobica in atto oramai da svariati mesi dopo l'irrompere sulla scena del medio-oriente del cosiddetto Califfato o ISIS che dir si voglia.
Da un lato si continua a diffondere "notizie non notizie", fattoidi, che hanno l'unico effetto di creare tensione e paura fra la popolazione e fungere da stimolo per azioni razziste nei confronti degli immigrati di religione islamica, dall'altro tali notizie mettono in evidenza evidenti contraddizioni esistenti in Vaticano su ciò che sta facendo in questi tempi Papa Francesco, in particolare sul tema delle industri degli armamenti, della guerra, delle diseguaglianze che generano miseria e morte per alcuni miliardi di persone.
Terrorista è chi semina il terrore fra la popolazione civile di un paese. È terrorista chi mette le bombe in una metropolitana o esegue un bombardamento a tappeto su una città,  ma è terrorista anche chi diffonde "notizie non notizie" che buttano nel terrore un'intera popolazione istigandole di fatto a commettere atti violenti o dando la possibilità a gruppi terroristici esistenti nel paese  di compiere azioni violenti favoriti dal clima di terrore che quelle notizie generano. E' quello che di fatto sta avvenendo in questi giorni proprio a Roma con gli episodi dell'assalto al centro di accoglienza per richiedenti asilo. E non si tratta di gruppi terroristici provenienti dall'esterno, ma bensì di gruppi ben radicati nelle organizzazioni neo naziste e neofasciste.
Viene da chiedersi: esiste un giudice a Roma che ponga termine alla campagna islamofobica in atto nel nostro paese contraria alle leggi e alla Costituzione?
Ma l'attenzione che c'è da un po' di tempo attorno a Papa Francesco ci fa fare anche un'altra considerazione.
Vista l'insistenza con la quale Papa Francesco chiede di pregare per lui, probabilmente i suoi nemici stanno proprio all'interno del Vaticano. C'è indubbiamente una componente della Curia e una quantità di cardinali che non sono d'accordo con la linea da lui tracciata, linea che sta diventando sempre più netta soprattutto sui temi sociali, miseria, guerra e armamenti, dialogo interreligioso come mezzo per depotenziare i conflitti basati sulla religione.
Da un lato l'allarme in grande stile lanciato dal Corriere della Sera e da RAI1 ci fanno sorgere il sospetto che si voglia costituire un pretesto per una morte improvvisa e misteriosa di Papa Francesco magari fatta con "un caffettino" stile Michele Sindona.
Dall'altro è anche certo che prima o poi Papa Francesco morirà di morte naturale e ciò pone il problema di chi potrà continuare lungo la strada da lui tracciata.
Le domande che allora si pongono sono altre e riguardano i soggetti che potranno essere protagonisti del cambiamento nella Chiesa Cattolica e anche nelle altre chiese cristiane.
Nell'ultimo secolo nella chiesa Cattolica ci sono stati due momenti di cambiamento che sono nati per una iniziativa dall'alto. Il primo è stato il Concilio Vaticano II, il secondo è ancora in corso ed è il pontificato di Papa Francesco. Nel primo caso il cambiamento è stato prima rallentato e poi drammaticamente interrotto dal pontificato di Giovanni Paolo II e poi da quello di Benedetto XVI. I fermenti nati dal basso sono stati via via stroncati. Penso alle Comunità di Base Italiane o alla Teologia della Liberazione in Sud America e alle migliaia di martiri uccisi non da nemici della fede cattolica ma da altri cattolici fedeli ad una chiesa di tipo imperiale e non alla chiesa basata sull'evangelo di Gesù di Nazareth, quella della buona notizia ai poveri, ai ciechi, agli emarginati, che innalza gli umili e detronizza i potenti buttandoli giù dai troni.
E allora la domanda è:«Il cambiamento avverrà dal basso o dall'alto? Saranno i capi di governo, i re, il papa, un nuovo messia a realizzare una società giusta? Chi ha il potere lo userà senza abusarne e meglio ancora lo condividerà? E chi ha la ricchezza se la terrà ben stretta nelle sue mani o la condividerà con il resto della popolazione, mettendo fine alle decine di milioni di morti per fame e ad alcuni miliardi di poveri? E, in definitiva, quale ruolo ogni persona di buona volontà può e deve avere in questa fase storica estremamente difficile che ha tutti i connotati di un passaggio epocale, con la morte di un sistema putrido e la nascita di una nuova era nella quale l'umanità ritrovi la sua vocazione alla pace, alla giustizia sociale facendo trionfare l'amore anziché l'ingordigia e l'egoismo di pochi?»
Noi, e lo diciamo da tempo, non crediamo nel cambiamento dall'alto. Ci possono essere, come in effetti ci sono stati, momenti nei quali dall'alto, da un capo di stato, da un papa, da un re si è dato il via a cambiamenti nella vita sociale o religiosa che sia. Ma senza profonde radici nella vita e nella azione di tutti gli uomini e le donne di buona volontà questi cambiamenti durano lo spazio di una stagione, vengono spazzati via irrimediabilmente. Non abbiamo bisogno di messia o super-eroi che dir si voglia ma delle persone di tutti i giorni che dicono:«Ci sono anche io, mi impegno, la bandiera della giustizia è anche nelle mie mani e continuerò a portarla avanti finché avrò un alito di respiro».
La stessa vicenda dei paesi del cosiddetto socialismo reale, quelli nati con la Rivoluzione d'Ottobre nel 1917 e con la vittoria contro il nazismo nel 1945, è emblematica in tal senso. Morti i leader che quelle rivoluzioni hanno incarnato e venutosi a costituire una pletora di funzionari e burocrati a cui basta un piatto di lenticchie per farsi corrompere, sono crollate anche le società e le loro conquiste sociali. Posso testimoniare personalmente di aver visto scene di idolatria di massa in Albania nei confronti del leader Enver Hoxha che poi alla sua morte sono stati spazzati via. Si era costruito sulla sabbia e non sul cuore degli uomini, sulla loro umanità, sulla necessità di ricercare sempre la partecipazione di tutti alla vita della comunità, senza deleghe e senza cedere all'egoismo individuale.
Si può anche gridare insieme “lunga vita a Papa Francesco”, ma è soprattutto necessario dire di essere pronti a sostenere le sue idee e a farlo in prima persona. E, repetita iuvant, bisogna farlo ora, adesso, immediatamente! Senza le gambe di ognuno di noi la società non cambia, i potenti continueranno a rimanere tali, i ricchi altrettanto e i grandi sacerdoti continueranno a nutrirsi del sangue dei loro fedeli.
Gli alberi buoni che producono buoni frutti hanno buone radici.
Giovanni Sarubbi 

NOTE
1Nell'articolo, che si può leggere a questo link , ha scritto :«Ma non esistono indizi di attentati clamorosi in preparazione da parte del gruppo terroristico. L’unico timore è che qualche affiliato europeo, per imitazione prepari un’azione dimostrativa fai-da-te: magari utilizzando un drone da pilotare su piazza San Pietro durante un’udienza».
2L'ossimoro è una figura retorica che consiste nell'accostamento di due termini di senso contrario o comunque in forte antitesi tra loro. Esempio “ghiaccio bollente”.


Sabato 22 Novembre,2014 Ore: 12:34