Editoriale - Terremoto a L'Aquila
La vera calamità sono le istituzioni dello Stato

di Giovanni Sarubbi

I terremoti in Italia non sono una novità. Il nostro territorio è noto per la sua sismicità e per i ripetuti disastri che periodicamente lo colpiscono.
Ciò che colpisce, anche nel terremoto di questa mattina a L’Aquila, non è tanto il fenomeno naturale in se stesso ma il comportamento delle istituzioni preposte a quella che viene chiamata “protezione civile” e delle autorità a tutti i livelli, che sono sicuramente responsabili delle situazioni di degrado in cui vivono la generalità dei paesi soprattutto al sud. Crollano i vecchi palazzi degradati, le vecchie case di pietra ma anche le nuove costruzioni di cemento armato.
Anche in questo terremoto, infatti, registriamo il caso di decine di palazzi di cemento armato crollati come può crollare un castello di carte a fronte di un terremoto che i geologi definiscono di entità moderata. Quando ciò succede, come sanno bene i tecnici delle costruzioni, significa che quelle case sono state costruite male. Chi doveva controllare non lo ha fatto, chi doveva impedire che quelle case potessero essere abitate ha chiuso gli occhi la bocca e gli orecchi. Chi ha costruito quelle case si è sicuramente arricchito sulla pelle di chi è rimasto sotto le macerie.
E’ già successo. Anche in Irpinia nel terremoto dell’80 un ospedale, quello di Sant’Angelo dei Lombardi, pur essendo stato da poco costruito, crollò, come crollarono tantissime altre abitazioni di cemento armato costruite con poco cemento e poco ferro.
Anche in questo terremoto i danni e i morti li fa l’uomo con le sue speculazioni edilizie, con il mancato recupero delle vecchie abitazioni, con l’abusivismo edilizio e la devastazione del territorio da parte di chi non si fa tanti scrupoli a costruire dove non si dovrebbe e rubando anche sulle cose essenziali. Anche in questo caso registriamo l'assoluta impreparazione dei cittadini ad affrontare eventi sismici: ognuno viene lasciato solo con se stesso senza alcuna informazione su cosa fare.
Il vero terremoto, la vera calamità del nostro paese sono le istituzioni dello Stato a tutti i livelli, da quello comunale a quello nazionale, che tutto fanno meno che interessarsi del buon vivere dei cittadini. Istituzioni che sono tutte protese a soddisfare gli interessi delle classi più forti e ingorde della società, interessate solo al loro profitto e non certo al bene comune.
Ora assisteremo al copione di sempre in questi casi. La solidarietà della gente semplice da una parte e dall’altro lo scatenarsi degli appetiti dei soliti pescecani che tenteranno, sapendo bene di riuscirci, di mettere le mani sui fondi per la ricostruzione o sugli stessi aiuti delle prime ore. Storie già viste e vissute da tante popolazioni del nostro territorio, soprattutto al sud, come in Belice, in Irpinia, in Calabria, in Umbria e Abruzzo, dove ci sono ancora persone terremotate da 50 e più anni.

Giovanni Sarubbi



Luned́ 06 Aprile,2009 Ore: 10:56