Editoriale
Un crimine contro l’umanità

di Peppe Sini

Ancora sull’abbattimento delle abitazioni dei rom a Roma


L’abbattimento delle abitazioni (e la distruzione dei beni che esse contenevano) di moltissime famiglie rom nelle periferie della capitale, devastazione decisa, fatta eseguire e trionfalmente rivendicata dal sindaco di Roma come atto inteso a costringere chi le abitava ad andarsene da Roma e dall’Italia, é un crimine contro l’umanità.

Un crimine di fronte al quale dovrebbe esserci un’insurrezione morale di tutte le persone di retto sentire e di volontà buona; dovrebbe esserci immediato l’intervento della polizia e della magistratura per arrestare, processare e condannare chi ha deciso, fatto eseguire e finanche pubblicamente vantato un atto così disumano, così delittuoso, così tipicamente modellato su logiche e condotte mafiose, naziste. Il capo dello stato, il governo e il parlamento dovrebbero intervenire per stigmatizzare l’accaduto, riaffermare la legalità democratica, la vigenza della Costituzione e dello stato di diritto, e risarcire le vittime; il popolo italiano tutto dovrebbe condannare il pogrom.

Invece é il silenzio.

Peggio del silenzio: la complicità effettuale, il sostegno tronfio, il godimento sadico.

Le televisioni riprendono e trasmettono il pogrom, da casa (le nostre case, che ancora non vengono rase al suolo in virtù della nostra casuale appartenenza alla preclara razza italica) tanta parte del pubblico della prima serata - ben addestrato da anni ed anni di ideologia razzista, mafiosa e totalitaria profusa a piene mani e a reti unificate dalle televisioni tutte - annuisce, grugnisce soddisfatto, mentre attuffa il volto nel piatto della pastasciutta.

Scrivo queste cose e mi guardo intorno sperando che qualcun altro dica almeno: "E’ vero. E’ proprio la stessa modalità d’azione dei nazisti di sempre e d’ovunque: distruggere le abitazioni per cacciare chi le abitava. E’ proprio la logica dei pogrom, delle deportazioni, delle pulizie etniche. E’ razzismo, é fascismo. Come possiamo permettere tutto questo?". Invece é il silenzio. Anzi, peggio del silenzio.

Quando a fondo ha scavato la tabe che ha consunto tutto ciò che una volta fu la democrazia nel nostro paese.

Tratto da
Notizie minime de
La nonviolenza è in cammino


proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini.
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Numero 299 del 10 dicembre 2007



Lunedì, 10 dicembre 2007