Editoriale
Come sarebbe bello, se...

di Mario Mariotti

Come sarebbe bello se i teologi la piantassero di fare i teologi, e incominciassero ad occuparsi di Etica! Dato che noi siamo le mani di Dio, e quindi dobbiamo fare i conti col prossimo, e dato che Dio in Sé ci é inaccessibile, il passaggio dalla teologia all’etica sarebbe un preziosissimo frutto della nostra conversione dalla religione all’Incarnazione. Come sarebbe bello se tutti i monasteri si riconvertissero in centri di ricerca scientifica, per riuscire a debellare i mali oggi ancora incurabili.
Se tutte le ore di preghiera diventassero tempo dedicato ad usare la ragione per capire e mettere in atto i meccanismi che rendano efficace l’incarnazione dell’Amore, non sarebbe forse, questa, la più grande gioia di Dio, del Dio dei viventi? E non sarebbe forse una cosa bellissima lavorare per una scienza che avesse come obiettivo la messa a punto dei meccanismi per la fruizione generalizzata dei risultati, dei frutti, delle conquiste della scienza stessa? Oggi essi sono accessibili solo ai ricchi, e questi ultimi li usano, e cresce il tempo della loro vita. I poveri fra essi i piccini, hanno una breve vita, e muoiono spesso per malattie curabilissime, ormai inesistenti fra i ricci. Come mai quasi nessuno sembra interessato a contrastare lo scandalo del ricco che vive e del piccino che muore per mancanza di uno spicciolo?
E come sarebbe bella una scienza dell’educazione, una pedagogia, che riuscisse a trovare il sistema per conservare la memoria storica nelle nuove generazioni! Oggi, ieri, da sempre, essa non c’é riuscita, e l’umanità ripete gli stessi errori, e perde le conquiste pagate con la sofferenza e con il sangue da coloro che hanno lottato per un mondo più giusto, più solidale, più egualitario. Ieri, ad esempio, la Resistenza al fascismo aveva generato la nostra preziosa Costituzione, che indicava nel diritto-dovere del lavoro il fondamento del nostro vivere civile; oggi le nuove generazioni si devono godere una Repubblica fondata sul capitale e sulla speculazione finanziaria, mentre le conquiste dello stato sociale devono, per resistere, fare appello...al Gabibbo! Siamo semplicemente regrediti di un secolo!!!
Perciò se oggi c’é una scienza fallimentare, ho proprio paura che sia la pedagogia, mentre essa dovrebbe essere la più curata, dato che ognuno di noi, quando ormai ha imparato a vivere, deve morire, e quello che ha fatto tanta fatica ad imparare non dovrebbe morire con lui. E non sarebbe forse un’altra cosa bellissima se i missionari, invece di ­insegnare a pregare, e invece di esortare il prossimo alle virtù dell’umiltà e dell’obbedienza, si impegnassero per la crescita della coscienza sindacale e politica dei popoli del Sud, per vaccinarli dagli effetti dei cancri del capitalismo privato, del mercato e della competizione?
E perché non trasformare la catechesi, la dottrina, strumento privilegiato per la diffusione generalizzata dell’oppio religioso, in quell’educazione civica che, avendo come base l’Etica, la necessità di fare agli altri quello che si vorrebbe ricevere da loro, sarebbe l’unico progetto in grado di unificare tutto il genere umano nella categoria della cittadinanza in questo nostro mondo, oggi diviso dalle entità statali, dalle diverse lingue e dalle diverse religioni?
E perché non impegnarci ad elaborare un concetto di libertà che abbia come precondizione ad ogni altra forma espressiva, quella della libertà dal bisogno, dato che il nostro spirito é interconnesso col corpo, e dato che quest’ultimo, se non ha mangiato, blocca e soffoca la libera espressività del primo? Se uno si mette a riflettere, di cose bellissime ce ne potrebbero essere tantissime altre, ad esempio:
che la democrazia venisse convalidata dalla equalizzazione delle condizioni di vita di tutti i cittadini;
che passassimo dall’impegno per lo sviluppo dell’economia a quello per lo sviluppo della giustizia;
che ci convertissimo dalla creazione dei bisogni indotti alla cultura del necessario;
che rifiutassimo la logica del mercato per entrare in quella della condivisione; .
che passassimo dalla competizione alla cooperazione;
che superassimo il concetto di dominio sulle bestioline per approdare a quello del rispetto e della convivenza con loro, e con tutto l’ecosistema; che ci convertissimo dal fare al pensare, dalla velocità alla lentezza, dal casino al silenzio, dalla felicità per sé stessi a quella di far felici gli altri; dall’uso della Verità al farci strumenti di Verità.
E poi ne voglio dire una di più­: che bello se ci fosse anche l’inferno, e avesse la regola del contrappasso, in modo che a noi stessi toccasse di sopportare tutto il dolore che, nella nostra vita, abbiamo recato agli altri, incluso l’enorme debito che abbiamo con le bestioline, soggetti anonimi esposti alla nostra indifferente crudeltà alienata... Quest’ultimo, poi, l’inferno, dovrebbe funzionare con contratto a termine, e disperdersi come il fumo della Geenna, nella sterminata profondità del nulla, assieme a tutti noi se abbiamo vissuto recando dolore.
Voglio terminare questa riflessione con i due belli che sono anche i più necessari, e la porta d’ingresso di tutti i belli precedentemente scritti: che la pedagogia capisse che la solidarietà, da accessorio, deve diventare fondamento dell’educazione dei giovani; e che noi tutti ci convertissimo dal pregare al farci mani di Dio. Quest’ultima presa di coscienza, poi, é il fondamento dei fondamenti: il capire che l’esistenza di Dio nel mondo dipende da noi, e che Lui ci ha scelti per essere le mani del Suo amore per noi, che la teologia deve dematerializzarsi nell’Etica, e che il criterio dei criteri é il fare agli altri ciò che noi vorremmo ricevere da loro, sono i passaggi indispensabili per uscire dal nostro inferno ed approdare in un mondo trasformato secondo Amore, dove anche i minimi abbiano accesso al necessario ed alla gioia.

Mario Mariotti
22 marzo 2008



Martedì, 25 marzo 2008