Editoriale
BAZZECOLE

di Peppe Sini

RIFERISCONO le agenzie di stampa di altre decine di morti nelle stragi odierne della guerra afgana, stragi che ormai si sono da tempo allargate al Pakistan. Decine di morti anche oggi, e la fonte della notizia sono gli stessi eserciti. Non passa giorno senza nuove stragi. Bazzecole.

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E quale é la vita dei sopravvissuti? Dei feriti, dei mutilati, degli sfollati, degli affamati, dei derubati di tutto, delle vittime giunte alla disperazione di invocare una morte rapida poiché la loro vita é ormai solo una morte lenta in forma di tortura? Bazzecole.

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Giunge oggi anche una notizia diffusa dall’Onu: nelle aree del Pakistan ormai investite dalla furia della guerra afgana "260.000 persone sono state costrette a lasciare le proprie abitazioni nelle zone dei bombardamenti". In Pakistan. Bazzecole.

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L’Aghanistan é un immenso carnaio, una fornace in cui si specchia questo momento tragico dell’umanità. Bazzecole.

E un’estensione di questo immenso carnaio, questa immensa fornace, stanno diventando anche le aree del Pakistan che la guerra afgana ha ormai raggiunto. Bazzecole.

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Bazzecole per chi pensa solo al gioco del pallone, agli inestetismi della cellulite, alla pubblicità dei telefonini, ai videoclip ed ai mille altri veleni con cui l’ideologia dominante - l’ideologia dei poteri dominanti, e la propaganda da essi diffusa - ci rende schiavi e complici degli assassini. Per i nove decimi dell’umanità non sono bazzecole.

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Tutti i poveri del mondo che hanno la possibilità di essere raggiunti dalle notizie di ciò che lì accade riflettono sulla nostra ferocia, la ferocia della nostra coalizione di truppe d’occupazione, di truppe assassine, la coalizione militare terrorista e stragista dei volenterosi carnefici della Nato, la coalizione di cui l’Italia fa parte.

Tutti, tutti gli abitanti dell’Asia, dell’Africa, dell’America Latina che hanno la possibilità di essere raggiunti dalle notizie di ciò che lì accade riflettono sulla nostra ferocia, la ferocia della nostra coalizione di truppe d’occupazione, di truppe assassine, la coalizione militare terrorista e stragista dei volenterosi carnefici della Nato, la coalizione di cui l’Italia fa parte.

Tutti i poveri del mondo.

Tutti gli abitanti di tre continenti che ricordano ancora cosa é stato il colonialismo, poiché ancora ne stanno pagando le conseguenze - e il ritorno.

I nove decimi dell’umanità guardano come agiamo, e giudicano, e ne traggono conclusioni.

I migliori tra loro si dicono che occorre far cessare la nostra furia genocida.

I peggiori tra loro imparano "come va il mondo" e si addestrano ad imitare la nostra furia genocida, a metterla in atto a loro volta.

Nessuno può approvarci.

Tutti possono soltanto odiare i nostri crimini.

E molti non odieranno solo i crimini, odieranno anche chi li commette. Ci odieranno con la forza della disperazione.

E con la forza della disperazione decideranno di fermarci.

E queste forse non sono più bazzecole neppure per i pirati che ci governano e per le platee narcotizzate dalle televisioni. Forse c’é motivo di preoccupazione. Forse sarà il caso di pensarci.

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Cessi la guerra terrorista e stragista, imperialista e razzista, mafiosa e totalitaria in Afghanistan.

Cessi la partecipazione illegale e criminale dell’Italia alla guerra.

Cessi la violazione del diritto internazionale e della legalità costituzionale.

S’impegni l’Italia contro la guerra, per il disarmo e la smilitarizzazione.

Il primo, indispensabile passo é cessare di prendere parte alla guerra.

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Solo la pace salva le vite.

Pace, disarmo, smilitarizzazione dei conflitti.

Solo salvando le vite si costruisce la giustizia.

Solo salvando le vite si costruisce la legalità.

Solo salvando le vite si costruisce la democrazia.

Solo salvando le vite si costruisce la civile convivenza.

Solo salvando le vite si invera il primo e fondamentale dei diritti umani.

La guerra, la guerra che consiste di stragi, é nemica dell’umanità.

L’umanità deve abolire la guerra, prima che la guerra abolisca l’umanità.

La nonviolenza é la via.

Tratto da
Notizie minime de
La nonviolenza è in cammino


proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini.
Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

Arretrati in:
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Numero 582 del 18 settembre 2008



Giovedì, 18 settembre 2008