Editoiale
PEDOFILIA, CELIBATO, POTERE E SILENZIO

di Stefania Salomone

Sembra davvero che questo cosiddetto “scandalo” della pedofilia nelle fila del clero cattolico sia notizia di oggi, ma basta scorrere indietro le cronache mondiali degli ultimi dieci anni e troviamo vari articoli su fatti di cronaca similari, poi stranamente dimenticati.
Sembra anche che qui in Italia il fenomeno sia esiguo … certo, finché ci saranno persone disposte a rimettere la polvere sotto il tappeto.
Sono anni e anni, invece, che si parla a bassa voce di questa storia ma, a mio avviso, senza toccare il fulcro del problema: il potere.
Ogni abuso è in qualche modo la manifestazione criminale di un potere, costituito o meno, reale o immaginario. In questo caso la faccenda si complica perché c’è l’aggravante del “sacro”, cioè in molti casi gli abusi sessuali sono stati compiuti in nome di Dio, il prete diceva alla vittima che lui era come Gesù, quindi non si trattava di peccato.
Ecco, in una frase esce fuori tutto il dramma e la mistificazione del problema. Traslare il piano di discussione dall’ambito del reato a quello del peccato è tipico di questa istituzione e di gran parte dei suoi membri. Hanno giustificato la segretezza affermando che il problema andasse risolto all’interno delle mura … convincendo anche le vittime e le loro famiglie a non denunciare.
I primi timidi tentativi di prendere posizione da parte dell’istituzione cattolica toccavano l’aspetto religioso del misfatto, cioè il prete veniva redarguito e magari punito, ma come dopo una confessione. Punto e basta.
E non è questo un abuso di potere, oltre che la copertura e la negazione di un abuso sessuale?
Negli Stati Uniti le vittime hanno dovuto costituirsi in associazione per avere la minima possibilità di essere ascoltate. Qui in Italia prima di arrestare don Cantini sono passate decine di anni e chissà quante migliaia di bambini, ormai adulti, portano ancora questo scempio nell’anima, avvolto nel silenzio e nella vergogna.
Si sono intraprese misure serie solo quando una delle vittime ha raccontato la storia in televisione; e questo è un cliché tipico della chiesa cattolica: prendere provvedimenti quando proprio non è possibile evitarlo.
E non è questo un sintomo di un potere sconfinato?
Tra l’altro, a mio avviso, legare direttamente la pedofilia alla disciplina del celibato obbligatorio è scorretto. Sono due degli infiniti ambiti, di diversa gravità, in cui il potere ecclesiastico può e riesce a rovinare la vita degli esseri umani. Ma non sono in relazione tra loro.
Centinaia di migliaia di donne nel mondo hanno vissuto relazioni con preti o religiosi e nella stragrande maggioranza dei casi, si sono illuse di poter vivere un rapporto alla pari, mentre, per via dell’assurda formazione cui i chierici sono sottoposti, ciò non è possibile. Il prete è un essere speciale, “ontologicamente diverso” dagli altri a motivo dell’ordinazione – già il termine “ordine sacro” la dice lunga.
I bambini sono deboli e si fidano, e difficilmente denunciano. Quando lo fanno, spesso sono i genitori a trovarsi in difficoltà, o perché non se la sentono per paura delle conseguenze, o perché convinti dai superiori del prete a non denunciare.
Le donne sono deboli e si fidano, e amano quest’uomo che apparentemente non sarà mai in grado di far loro del male, perché è l’ “Alter Christi”, quello che parla d’amore e insegna l’amore.
E questa non è una rappresentazione del potere?
Una istituzione ecclesiastica che ha avuto bisogno di falangi di funzionari celibi, più facilmente manovrabili, trasferibili, governabili, senza figli che attentassero ai loro beni (quali?), non sta esercitando forse una delle più bieche forme di potere, contravvenendo al diritto naturale e umano di ogni essere?
Allora, cari gerarchi cattolici, non ci basta che diciate “I preti pedofili non hanno attenuanti”, quando, di fatto, siete voi stessi che ne avete sempre create, per proteggere voi stessi e il vostro potere! Usatelo verso i vostri funzionari, per un’ultima volta, e costringeteli ad urlare dagli amboni: “Cari fedeli, denunciate! Se sapete qualcosa, qualunque cosa, fate nomi e cognomi, andate alla polizia! Renderete così un servizio grande ai vostri fratelli e sorelle, e alla chiesa tutta!”
Stefania Salomone
 


Venerd́ 12 Marzo,2010 Ore: 15:40