Il Vangelo che abbiamo ricevuto
Il contributo della Redazione del sito www.ildialogo.org all’incontro di Firenze del 16 maggio

Ai promotori dell'incontro del 16 maggio a Firenze,
La Redazione de Il Dialogo fa parte a pieno titolo della massa crescente di credenti che soffrono terribilmente lo scandalo di questa chiesa e che al contempo vogliono continuare ad essere fedeli al Vangelo annunciato da Gesù.
Scandalo (inciampo), una definizione letterale che rappresenta una realtà ben precisa, quasi visiva. Questo mastodonte è inciampato, continua ad inciampare e sembra non potersi rialzare, o non volersi rialzare, oramai pieno di terreno melmoso e impossibile da seminare. Ma noi abbiamo la forza per non soccombere sotto il suo peso?
Per evitare di venire schiacciati, non resta che acquisire consapevolezza, essere coraggiosi nelle intuizioni e non avere paura di sopportare un altro tipo di peso, forse ancor più brutto, ma indubbiamente più fruttuoso, quello dell’emarginazione, del non sentirsi parte di qualcosa di grosso, del non sentirsi protetti, ma essere costretti in qualche modo ad assumersi delle responsabilità in base unicamente alla propria coscienza.
Potremmo ad esempio parlare dello scandalo della ricchezza della chiesa, della sfarzosità dei suoi riti, pieni di oro e gemme preziose, che nulla hanno a che vedere con il messaggio dell’evangelo di Gesù. Potremmo parlare del sostegno della chiesa ai potenti della terra, alle loro guerre, alle loro rapine delle risorse naturali e all’immiserimento di miliardi di esseri umani, all’inquinamento e alla distruzione della Madre Terra.
Potremmo parlare di una chiesa che conosce a memoria ”il diritto divino” e dimentica sempre il perdono e la misericordia, che accoglie nelle proprie chiese torturatori di interi popoli o delinquenti incalliti e rifiuta di accogliere le persone sofferenti come Welby, o chi ha divorziato e poi si è risposato. Potremmo parlare di una chiesa che parla continuamente di “vita” ma che in realtà porta avanti una politica di morte.
Potremmo parlare di una chiesa che ha perso totalmente la sua iniziale laicità per entrare anch’essa nel terreno del sacro, proclamando regole su regole, dottrine umane spacciate per divine per rinchiudervi dentro a caro prezzo quei credenti che Gesù invece cacciò via dal tempio. Potremmo parlare del celibato obbligatorio, una norma che ha creato forse il più alto tasso di schizofrenia tra i preti e di sofferenza tra le controparti (uomini o donne) che si sono trovate a vivere questi rapporti, della discriminazione verso gli omosessuali, che di fatto hanno riempito i seminari di tutti i tempi, con buona pace delle alte sfere (purché non si sappia!), di un approccio punitivo verso la sessualità in genere, intesa spesso come un aspetto della vita di un individuo da guardare con un certo sospetto.  
Potremmo parlare di una chiesa che si mostra nelle vesti di un Papa eterno incompreso, che ha però l’arroganza di sentirsi più importante di quel Dio dietro cui si nasconde e in cui ha evidentemente ben poca fiducia se giunge a paventarne la scomparsa, come ha fatto recentemente nella lettera ai Vescovi sul caso dei lefebvriani. Una chiesa superba che, come i grandi sacerdoti dei tempi di Gesù, non ha alcuna fede nel Dio di cui parla.
Ma è proprio l’allarme sulla scomparsa di Dio lanciato dal Papa che ci da speranza nella possibilità di una rinascita della spirito del Vangelo. Quello che sta scomparendo è il dio costruito ad immagine e somiglianza dei Papi e della struttura sacerdotale attorno ad essi edificata, è il Dio che si ciba dei peccati degli uomini e che con essi si ingrassa e in cui, con Gesù, è giusto non credere. E’ un Dio che i seguaci di Gesù non hanno mai rimpianto.
Inizialmente può sembrare difficile, il processo di liberazione ha un prezzo, ma il cambio è meraviglioso. Possiamo e dobbiamo ripartire dal Vangelo, possiamo guardarci intorno, scoprire i nuovi studi esegetici, liberarci di tutte le bugie e falsità di cui ci hanno riempito, sbarazzarci di un Dio che punisce, che castiga, che discrimina, ma che non è il Padre di Gesù, non è il Dio dei Vangeli.
E se da una parte il mastodonte continua ad agonizzare tra processioni, incensi e sotterfugi, scandali  finanziari e sessuali, non dobbiamo avere paura di criticare, di denunciare, di svelare un sistema che è pura religione, con le sue gerarchie, il suo presunto potere di salvare o dannare, assolvere o punire, senza mai sfiorare la luce della fede che è poi la nostra risposta all’amore che Dio, gratuitamente, ci fa di sé.
La Chiesa, che con il Concilio Vaticano II si era avvicinata alla gente semplice, che aveva rimesso al suo centro i poveri, può ritornare ad essere un prospettiva reale e non solo un sogno della nostra gioventù, un ricordo del passato.
Per rendere concreto questo sogno dobbiamo fare i conti con il nostro presente che è fatto di integralismi ingiustificati, di assenza di misericordia, di appoggio ai ricchi, di lotta intransigente contro i poveri e la loro liberazione. Dobbiamo fare come avrebbe fatto Gesù,che non tacque di fronte ai grandi sacerdoti agli scribi e ai farisei del suo tempo che per questo lo uccisero. Ma lui dopo tre giorni risorse in tutti quelli che scelsero di fare come lui fece, di amare come lui amò. Spetta anche a noi continuare quella sequela.
 
La Redazione del sito www.ildialogo.org
5 maggio 2009


Marted́ 05 Maggio,2009 Ore: 15:43