Editoriale - 4 novembre
Mi si arriccia la pelle!

di Aldo Antonelli

Questi osanna sperticati per una guerra che l’allora papa Benedetto XV qualificò come "Inutile strage" mi fa rivoltare le budella, soprattutto quando tra gli orchestratori figurano "neoexfascisti" come l’attuale ministro della difesa.
Don Lorenzo Milani, a proposito di quei tempi, scrive: "La Patria andò in mano ad un pugno di criminali che violò ogni legge umana e divina e, riempiendosi la bocca della parola Patria, condusse la Patria allo sfacelo".
Eugenio Scalfari su La Repubblica del 1 Agosto dello scorso anno scrive: "La guerra costò all’Italia, ai suoi contadini e ai figli della piccola borghesia quattro anni nel fango e nel lordume delle trincee, siecentomila morti e oltre un milione di feriti, ma fu anche un grandissimo affare per l’industria leggera, per quella pesante e per le banche che le finanziavano".
"Fu una guerra che maciullò i corpi e avvelenò gli spiriti degli europei" e avvelenò l’inizio del ’900, scrive Massimo L. Salvadori.
""Le classi dirigenti operarono per nazionalizzare le masse, per porle al totale servizio di una guerra in cui la morte di massa fu innalzata nel regno del sacro", ha scritto Mosse.
"Fu una guerra che lasciò un’eredità spaventosa. Il valore della vita umana risultò annullato, si diffusero uno spirito di violenza e una disponibilità a ricorrere ad essa che avrebbero fatto sentire i loro effetti virulenti in futuro e che toccarono i punti estremi nelle pratiche del bolscevismo, dei fascismi e del militarismo nipponico" (Massimo L. Salvadori su La Repubblica di oggi).
Le cifre dei caduti?
1.800.000 tedeschi
Tra 1.700.000 e 2.500.000 sudditi dell’impero zarista
1.350.000 francesi
1.300.000 appartenenti all’impero austrungarico
750.000 + 190.000 tra britannici e appartenenti ai dominions
600.000 italiani
300/350.000 romeni
300/350.000 turchi
300/350.000 serbi
100.000 bulgari
100.000 americani
50.000 belgi.
Se per i nostri disonorevoli governanti queste sono cifre di grandezza da festeggiare, per noi sono cifre di vergogna da dimenticare.
Per loro è la "Grande Guerra", per noi la "Grande Vergogna".
Aldo



Marted́, 04 novembre 2008