L'editoriale -  Le elezioni del 13 maggio

Un voto contro la dittatura

Un appello della redazione de Il Dialogo a tutte le associazioni di volontariato, ai fedeli di ogni religione in difesa della libertà religiosa

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I cittadini italiani, qualunque sia la propria religione, si troveranno a scegliere, il prossimo 13 maggio, fra due proposte politiche opposte: da un lato vi è la proposta di una dittatura personale, quella di Berlusconi, che si configura sempre più come un salto nel buio perché vuole mettere in discussione le radici stesse del nostro Stato, compresa l'unità nazionale; dall'altro, in un quadro composito fatto di più partiti e coalizioni in lizza vi è la difesa dei valori fondamentali della nostra democrazia, della Costituzione del nostro Stato, della possibilità stessa di rimanere agganciati all'Europa, del continuare ad essere quello che siamo.

Nelle prossime elezioni saranno in gioco, però, anche i destini religiosi delle chiese cristiane e non cristiane del nostro paese. Berlusconi è, infatti, sostenitore delle tesi di quella parte della chiesa Cattolica che fa capo al cardinale Biffi, propugnatore di una nuova crociata anti islamica e nettamente contrario a tutti i movimenti e organizzazioni religiose autonome o in dissenso con la chiesa di Roma. Nella coalizione di Berlusconi, anzi, vi sono partiti che rivendicano la diretta rappresentanza del mondo cattolico e delle decisioni delle gerarchie ecclesiastiche, trasformando il voto del 13 maggio in una sorta di referendum religioso pro o contro il Vaticano. Si tratta di posizioni inaccettabili per gli stessi cattolici.

La vittoria dell'uno o dell'altro schieramento, allora, non sarà indifferente per la vita di ognuno ma soprattutto per coloro che dedicano la loro vita alle attività sociali o all'impegno religioso.

Se la riflessione precedente è vera, ed è vera, allora il problema, per i cristiani e per le chiese che li rappresentano, per qualsiasi altra religione, non è certo quello di indicare il voto per un singolo partito, quanto quello di dire con chiarezza un no esplicito a qualsiasi avventura politica, quale quella proposta da Berlusconi, perché innescherebbe nel nostro paese una situazione di conflittualità tale, persino sul piano religioso, da mettere in discussione i diritti più elementari dei cittadini, soprattutto della parte più debole della popolazione.

In pericolo è persino la stessa libertà religiosa o di associazione. Vogliamo ricordare, a tale proposito, le recenti dichiarazioni rese dal presidente della commissione sui servizi segreti, on.le Frattini di Forza Italia, sulla rete Lilliput (un'associazione di associazioni non governative), definita come "potenzialmente eversiva". Associazioni che hanno nel loro DNA la non violenza, come, solo per citarne alcune, il WWF, "Mani Tese" o "Pax Christi" (che di Lilliput fanno parte), corrono il rischio di essere criminalizzate perché ree di mettere in discussione il pensiero unico berlusconiano.

Allora qualsiasi voto che non consegni il paese nelle mani di un dittatore assoluto, quale quello che sempre più si va configurando nelle parole e nei programmi di Berlusconi, è dunque utile e per tale obiettivo, come persone impegnate nell'attività sociale e nei movimenti religiosi, lavoreremo.

Non servono dunque ambiguità, atteggiamenti qualunquistici, dichiarazioni di neutralità di fronte ad una scelta tanto radicale quale quella che abbiamo di fronte. Ne è possibile, come chiese o associazioni, assumere l'atteggiamento di chi, quasi in modo corporativo, propone agli schieramenti in lizza i propri desiderata e poi, sulla base delle assicurazioni ricevute, decide di votare per questo o quello. In discussione oggi è molto di più che la semplice approvazione di un pacchetto di miliardi a favore delle scuole private confessionali o di una nuova legge sull'aborto: in discussione è il futuro del nostro paese e della possibilità, per ogni credente, di poter vivere liberamente la propria fede senza imposizione alcuna.

Per tale motivo diciamo un no chiaro e secco all'avventura proposta da Berlusconi. Lo diciamo in quanto credenti appartenenti a tutte le religioni del nostro paese e invitiamo tutti i cittadini a fare altrettanto.

La redazione de Il Dialogo

 


"Il Dialogo - Periodico di Monteforte Irpino" - Direttore Responsabile: Giovanni Sarubbi

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