Caro Papa Benedetto XVI, non ti capisco. Lotto con me stesso, e mi sforzo di aprire un varco attraverso il quale cercare unintesa con molti dei tuoi richiami e dei tuoi appelli e il tentativo mi rimane come strozzato sulla coscienza: impossibile mandarlo giù. Anche il tuo ultimo appello ai farmacisti cattolici perché mettano in atto una forte obiezione di coscienza circa la vendita di “farmaci che abbiano scopi chiaramente immorali” mi trova riluttante. La riserva non riguarda loggetto del tuo appello bensì i destinatari. Un papa che fa appello allobiezione di coscienza non può che far piacere; dopotutto, lobiezione di coscienza, per quanto mi risulta, è stata inventata dai cristiani come arma di disobbedienza verso un potere invadente e prepotente, espressione di una più radicale obbedienza. I primi martiri cristiani vi hanno fatto ricorso a più non posso. Ciò che suscita perplessità, invece, sono i destinatari della tua denuncia. Perché non ti rivolgi ai semplici fedeli che sono i “consumatori” e che sono coloro che tengono sù quel mercato che tu ritieni immorale piuttosto che ai “gestori” nellespletamento del loro pubblico esercizio? Questo vizio, tutto clericale, di baypassare la base per raggiungere direttamente i vertici oltre che “antidemocratico” è anche poco “ecclesiale”. E sotto questo aspetto, il tuo magistero non fa eccezione nella storia della chiesa soprattutto italiana. Si cicaleggia con i politici per ottenere privilegi ed esenzioni altrimenti non perseguibili. Si fa appello ai pubblici esercenti per stroncare un commercio non ostracizzabile per altre vie, restando la domanda sempre alta. E a tener alta la domanda, a rendere florido il mercato contribuiscono in maniera non indifferente quei cattolici ai quali tu presti la tua voce ma che in se stessi rimangono muti ed inespressivi, integralmente sazi ed omologati in questa società consumistica dellusa e getta, serbatoio di riserva per i profittatori di turno e per gli alfieri della politica clerico-fascista in auge. Purtroppo nella gestione pastorale delle chiese di questi ultimi venti anni, ci si è rintanati nella difesa miope e grigia di una religione sociologica depotenziata di ogni ardire profetico, trasformando il popolo in una massa di “consumatori acritici” di tutti gli scarti che una società assassina e perbenista come quella occidentale ha saputo produrre in nome della libertà di mercato, sia esso sacro che profano. Si preferisce affidare alla legge ciò che solo alla coscienza può e deve esser consegnato, dimentichi che nessuna legge, su temi esistenziali, può supplire al vuoto delle coscienze. Di qui lincapacità ad incidere sullo stile di vita dei fedeli. Ben altri e più alti esiti avrebbe il tuo magistero se richiamasse i fedeli allesercizio dellobiezione di coscienza nellacquisto di prodotti offerti da multinazionali e banche coinvolte nel narcotraffico, nella produzione e nel commercio delle armi, nello sfruttamento di uomini e donne del terzo mondo, nellavvelenamento dellaria e dellacqua, nelluccisione sistematica di contadini e contadine che non accettano di essere cacciati fuori dai loro tenimenti…! Ma su tutto ciò, non so perché, il tuo silenzio regna sovrano. Nei miei studi di teologia ho imparato che i nostri (di noi sacerdoti) interlocutori privilegiati sono i Lazzari della terra. Ho limpressione che tu preferisca dialogare con gli Epuloni.
Aldo Antonelli - parroco
Antrosano, 1 Novembre 2007 - Festa di tutti i Santi
Giovedì, 01 novembre 2007
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