Editoriale - Chiesa cattolica e omosessualità
ANCORA SUL SESSO DEGLI ANGELI…. OPS, DEI PRETI

di Stefania Salomone

Nuovo documento Vaticano contro l’ordinazione di preti gay. In allegato il testo del documento


Forse la prima preoccupazione dovrebbe essere, ci saranno i preti un domani? O meglio, è giusto che ci siano?
La mia personale opinione è che, per come è concepito oggi il presbiterato, ai fini dell’integrità psichica dei candidati e delle anime a loro affidate, sarebbe meglio non ce ne fossero.
Pochissimi sono quelli che hanno intrapreso un percorso di approfondimento e liberazione tale da consentire loro di portare avanti il ministero in maniera serena ed equilibrata, pur all’interno di questa stessa istituzione. Ma, guarda caso, sono quelli ’contro’, quelli irrimediabilmente emarginati da ogni posizione o ruolo appetibile; fastidiose voci fuori dal coro.
Ma già partendo dall’origine, come può un adolescente, sradicato dalla famiglia e inserito in un contesto di soli uomini, non risentirne sul piano psichico ed emotivo? Parliamo spesso di figure di riferimento, il ragazzo ha bisogno di una figura paterna e di una figura materna, quell’ideale familiare tanto sbandierato, poi il femminile diventa improvvisamente dannoso e da evitare, a meno che non indossi un candido mantello azzurro.
La presunta chiamata al ministero presbiterale (non SACERDOZIO - termine teologicamente errato) deriva dalla mediazione della Chiesa e ha bisogno di essere riconosciuta come autentica chiamata dal vescovo in persona, almeno così trovo scritto. Purtroppo il vescovo, a sua volta, è stato formato (deformato) nei seminari/noviziati ed è ripieno di stereotipi e macchinazioni fallaci e devianti.
Chi può garantire sull’identità sessuale o la presunta maturità affettiva del formatore? Non esiste un metodo; esiste però una sorta di tradizione che viene perpetuata ad libitum, in modo quasi ossessivo. E’ la venerata tradizione della chiesa. No, ci sono un sacco di cose sbagliate, evangelicamente sbagliate! E se la tradizione è contraria al Vangelo, va cambiata, abolita, stracciata.
In questo documento, invece, non si fa che riconoscere la validità della tradizione (che pur tanti danni ha procurato a milioni di soggetti), considerando la possibilità di coinvolgere esperti psicologi, dopo previa e apposita formazione.
Quale bieca e assurda arroganza!! Formare degli esperti … e su cosa? E’ ovvio, possono diagnosticare liberamente nella misura in cui tale diagnosi risulti in linea con quanto già disposto, deliberato ed osservato dal magistero ecclesiastico. Si recita letteralmente “il ricorso agli esperti nelle scienze psicologiche dovrà essere regolato nei diversi paesi da quanto stabilito dai superiori maggiori competenti dei seminari, con fedeltà e coerenza ai principi e alle direttive del presente documento”.
Ricordo che non molto tempo fa, ci fu un’inchiesta del quotidiano Liberazione in cui un giornalista si fingeva gay con un prete e gli veniva consigliata una apposita “terapia cattolica”. Esistono quindi eminenti psichiatri cattolici che partecipano ai talk show televisivi confermando che l’omosessualità si può curare, che ci sono percorsi cattolici di guarigione adeguati, invitando i telespettatori a rivolgersi al proprio consigliere spirituale che saprà a chi indirizzarli.
Come mai Gesù di questo non ha mai parlato? Gesù non ha mai parlato di sessualità, di genitalità, di cosa è lecito fare e cosa non lo è. E Gesù non ha neanche mai consigliato alle persone di restare celibi, per poter godere della specialità di una chiamata rispetto ad un’altra. Come si può affermare di aver scelto di essere celibi, quando si parla di obbligo? La realtà è che se vuoi fare il prete, devi restare celibe. Punto e basta.
Dato che ultimamente questa frase piace poco, probabilmente perché non vi si riconosce una grande coerenza evangelica, il tutto si è magicamente tramutato in:
“La chiesa, seguendo una antica e venerata tradizione, sceglie i propri ministri tra i celibi”.
Non è pazzesco? Fa finta di pescare i preti tra coloro che, guarda caso, già avevano scelto di non sposarsi. Lo trovo perfino divertente. Un modo perfetto di rigirare la frittata.
Se il presbitero non può esercitare fisicamente la propria sessualità, cosa cambia se è potenzialmente etero o gay? E cosa vuoi che importi al Signore (che è più grande di queste cose - cioè ne è il creatore - e scusate se è poco) con chi fai coppia o con chi vai a letto, posto il fatto che si tratti di sesso tra adulti consenzienti?
Una presunta distinzione tra persone con chiamata di serie A e di serie B non può venire da Dio. Così come non può essere del Creatore l’idea di una natura giusta e una sbagliata.
Se i preti non casti e i preti omosessuali dovranno essere scartati … torniamo allora alla mia prima osservazione, esisteranno i preti del futuro?




http://www.ildialogo.org/omoses/Docvaticdiscvocsacerdoz31102008.pdf



Venerdì, 31 ottobre 2008